Come tutti ben sapete, la Cina ha finalmente abolito l’embargo sui videogiochi provenienti dall’estero, al fine di aumentare gli introiti, ovviamente, e di contrastare il contrabbando che avveniva alle frontiere (e non è certo una situazione tipica del posto, visto che, ovunque ci siano restrizioni, avvengono pure infrazioni di tutti i tipi).
L’abolizione dell’embargo, però, non permetterà alle varie software house e ai diversi editori di pubblicare qualsiasi cosa in tutto il continente; il governo cinese ha infatti stilato una lista di punti che vanno obbligatoriamente rispettati affinché il gioco possa fare la sua comparsa nel paese, e proprio per questo motivo dubitiamo che un titolo come GTA V riesca a farla franca. Va da sé, infine, che dovranno rispettare queste regole non soltanto i giochi ma anche i contenuti espandibili e i DLC pubblicati in seguito.
Ecco cosa potrebbe bloccare la pubblicazione dei giochi in Cina:
- Gioco d’azzardo;
- Tutto ciò che violi la costituzione cinese;
- Qualsiasi cosa che metta a rischio la sovranità cinese;
- Contenuti che rovinino reputazione e sicurezza cinese;
- Giochi e DLC che istighino all’odio razziale;
- Violazioni della politica religiosa cinese;
- Oscenità, droga, violenza;
- Attacchi alla cultura e all’etica cinese;
- Violazioni dei diritti di terzi;
- Violazioni della legge.
In futuro giochi solo per la Cina?
Ci sono giochi che rispettano queste indicazioni – pensate ai giochi di ruolo o a quelli sportivi pubblicati sinora -; esistono delle grandi IP, però, che difficilmente vedranno la luce nel continente: non solo GTA, ma anche Battlefield, per esempio, e tutti quei titoli in cui parolacce, oscenità e violenza sono all’ordine del giorno. L’embargo è stato abolito, insomma, però forse è meglio che gli sviluppatori pensino a contenuti da realizzare appositamente per questo nuovo importantissimo mercato.
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