Questo elemento non piace agli appassionati di videogiochi, quindi non piace a Gamesblog e, a quanto pare, non è piaciuto a tutto il resto della blogosfera, visto che abbiamo controllato siti e forum e la reazione è stata più o meno la stessa: può The Sun pubblicare uno studio in cui si paragonano i videogiochi alle droghe, senza avere la consapevolezza di aver diffuso un messaggio decisamente – almeno in apparenza – assurdo? Sicuramente i videogiochi creano dipendenza, ma questo non varrà per tutti: non è detto, insomma, che un appassionato di videogame sia per forza dipendente (e questo, fortunatamente, pare non averlo scritto neanche The Sun). Procediamo con ordine.
L’articolo incriminato ha come contenuto principale il paragone fra videogiochi e droga: secondo gli autori di questo studio – condotto dal dottor Aric Sigman -, i giochi per console portatili e domestiche, per computer, tablet e smartphone possono causare tutti dipendenza, e tutti come l’eroina.
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Niente di sconvolgente per chi conoscere Sigman, visto che già in passato pare aver condotto studi del genere: per esempio, su come l’uso di Facebook possa causare il cancro oppure come film simili a Batman, e Batman compreso, possano trasformare il giocatore in un animale.
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Che ci sia una sorta di pregiudizio di fondo in tutti questi studi? Per la professionalità di Sigman, speriamo di no: la tentazione di pensarlo, però, è tanta.
L’articolo apparso su The Sun si basa sulla quantità di dopamina scatenata durante le partite: quantità che sarebbe pari a quella delle droghe. Il tutto, poi, è condito con un’esemplificazione davvero consistente, che richiama diversi casi di suicidio fra gli utenti di Call of Duty e una serie di morti legate al mondo dei videogiochi: esemplificazione tra il macabro e l’assurdo, anche in questo caso, visto che al dottore si potrebbe obiettare che su milioni e milioni di persone i casi sono davvero pochi. Ma, va beh, quando si vuole dimostrare a tutti i costi una teoria, a quanto pare non c’è prova che tenga…
Via | CVG