Dopo aver minacciato di trascinare in tribunale Blizzard per il DRM utliizzato in Diablo III, l’associazione dei consumatori tedesca chiamata VZVB è passata ai fatti e ha denunciato Valve a causa del rifiuto dell’azienda di permettere agli utenti Steam di rivendere i giochi acquistati. L’azione legale è partita dopo che il colosso di Gabe Newell ha ignorato ripetute lamentele da parte dell’associazione.
Carola Elbrecht, portavoce di VZVB, si dice forte del fatto che alcuni mesi fa la Corte di giustizia dell’Unione Europea si era espressa a favore del mercato dei videogiochi usati, stabilendo che i consumatori devono poter rivendere qualsiasi software abbiano acquistato, indipendentemente dai vari disclaimer e restrizioni di sviluppatori e distributori.
Doug Lombardi di Valve ha replicato sulle pagine di Gamasutra:
«Siamo a conoscenza del comunicato stampa che parla dell’azione legale iniziata da VZBV, ma non abbiamo mai visto nessuna lamentela da parte loro. Detto questo, capiamo che in qualche modo il malcontento sta nell’impossibilità di trasferire gli account di Steam, nonostante questa questione sia già stata decretata in favore di Valve dalla corte suprema tedesca in una disputa precedente tra Valve e VZBV. Per il momento continueremo ad estendere i servizi di Steam ai giocatori tedeschi e di tutto il mondo»
Considerate anche le recenti polemiche sulle fantomatiche misure anti-usato che Sony e Microsoft sembrano star vagliando per la prossima generazione di console, il dibattito di fa sempre più acceso. Di certo ci pare difficile che si riesca a fare qualcosa in questo senso, se parliamo di negozi online che vendono solo materiale digitale. E che, volendo dirla tutta, lo vendono spesso allo stesso prezzo delle versioni retail pacchettizzate, andando oltre ogni logica di buon senso. O meglio: lo fanno perché possono.
Che qualche associazione consumatori riesce a far cambiare qualcosina? Sognare è lecito…
via | PC Advisor