Quando una generazione videoludica raggiunge la “maggiore età” e s’avvia alla sua fase conclusiva, sempre più persone attendono con impazienza che dall’orizzonte appaia, in tutta la sua sfavillante bellezza, la luce di una nuova era tecnologica: traendo ispirazione da chi, in passato, ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi introducendo il 3D (o i controller a sensori di movimento, tanto per citarne due), i programmatori Bruce Robert Dell e Greg Douglas affermano di aver lavorato ad una tecnica di sviluppo in grado di far compiere all’industria l’ennesimo balzo in avanti.
Pur rimanendo scettici di fronte al materiale multimiediale propostoci, l’idea alla base della loro creatura digitale, denominata Unlimited Detail, è quantomai degna d’essere presa in considerazione: secondo i due suddetti “maghi del codice”, infatti, attraverso Unlimited Detail si possono realizzare scene tridimensionali complesse senza lavorare singolarmente ad ogni modello poligonale, ma delegando ad un algoritmo il compito di processare ambienti di gioco fatti esclusivamente da “particelle” incastrate tra di loro per prendere la forma desiderata.
Come potrete ammirare dopo la pausa nel video esplicativo, grazie a questo particolare metodo di sviluppo si può creare un numero infinito di “oggetti” che, se venissero realizzati tramite poligoni tridimensionali precalcolati o attraverso la tecnica del ray tracing, appesantirebbero il processore al punto tale da rendere ingiocabile il prodotto finale. È questo, allora, il futuro dei videogiochi? Solo il tempo (e il parere che avranno al riguardo le “tre sorelle” Sony, Microsoft e Nintendo) saprà dirci quale strada tecnologica prenderà negli anni a venire il nostro hobby preferito.