Con il primo, entusiasmante capitolo di questa splendida saga dedicata alle Arti Marziali Miste, i ragazzi di Yuke’s Osaka sono riusciti a rendere giustizia ad una disciplina sportiva più volte criticata dai media tradizionali per l’approccio troppo muscolare e “maschio” con cui i combattenti si affrontano senza esclusione di colpi sul ring ottagonale.
Grazie però al coraggio di questa piccola casa di sviluppo nipponica (e naturalmente a quello di THQ che ne ha benedetto la realizzazione a suon di dollari), quest’oggi siamo particolarmente felici nel presentarvi UFC Undisputed 2010, che riprende videoludicamente il discorso lasciato in sospeso dal suo predecessore per ampliarlo con una serie a dir poco infinita di migliorie sia stilistiche che propriamente interattive.
Proviamo allora a scoprire insieme, attraverso questa recensione, fino a che punto sono riusciti a spingersi gli Yuke’s ad un anno di distanza dal loro ultimo capolavoro.
LOTTARE PER NON MORIRE, VINCERE PER DIVENTARE IMMORTALI
Sin dal giorno della sua commercializzazione, avvenuta esattamente l’anno scorso, con grande sorpresa generale UFC Undisputed 2009 si è dimostrato da subito un prodotto granitico e qualitativamente in grado di competere a viso aperto con picchiaduro ben più quotati come Street Fighter IV o Fight Night Round 4, ed il motivo è presto detto: l’opera digitale degli Yuke’s Osaka riusciva a fondere miracolosamente il divertimento di una simulazione sportiva agli indiscussi pregi di una disciplina, come quella delle Arti Marziali Miste, che ben si adatta per una riproposizione in chiave interattiva.
Capito questo, e raccolto il meritatissimo successo di pubblico e di critica, il passo successivo dei ragazzi della sussidiaria nipponica di THQ è stato quello di passare al setaccio la loro creatura, scovandone le criticità per risolverle con l’intento di costruire le basi per un seguito capace di reggere il confronto con il suo illustre antesignano: consci di ciò, il primo passo che gli Yuke’s hanno compiuto è stato quello di ridisegnare da zero le modalità di gioco di UFC 2010, partendo dalla Carriera fino ad arrivare all’introduzione di eventi inediti.
Con nostra profonda sorpresa, bastano pochissimi minuti per accorgerci di come la Carriera in singolo sia riuscita a raggiungere finalmente l’età adulta: oltre allo splendido Editor interno di atleti, anch’esso nuovo di pacca e reso ancora più profondo sotto ogni punto di vista, anche la crescita del proprio personaggio e la progressione degli incontri che deve disputare (o degli allenamenti a cui deve sottoporsi quotidianamente) hanno subito un sostanziale miglioramento. Accanto agli ormai improrogabili appuntamenti con lo sparring partner per affinare i propri stili di combattimento così come la velocità, la forza o la destrezza nel difendersi dai colpi avversari (schivandoli o parandoli), fanno infatti il loro trionfale ingresso i Camp, ossia delle vere e proprie “scuole specialistiche” attraverso le quali apprendere di volta in volta nuove mosse.
Dopo aver masticato tutti i tutorial del caso e dopo aver sperimentato sulla propria stessa pelle il metodo perfetto per alternare gli incontri alle fasi di riposo (e le fasi di riposo alle fasi di allenamento), si ha così la possibilità di entrare nell’orbita UFC e di accedere ad incontri ancora più entusiasmanti (e difficili), raggiungendo finalmente l’elitè dei combattenti più famosi del globo con tutte le meravigliose considerazioni del caso che si possono fare (e qui entra in gioco lo sfruttamento massivo della licenza, con interviste a tema, prime pagine di giornali, sponsor vari e via discorrendo).
A rendere ancora più intrigante l’offerta videoludica propostaci dagli Yuke’s, oltre all’immancabile “Esibizione” a match singolo (contro la raffinata intelligenza artificiale o contro un amico in carne ed ossa), troviamo l’utilissima modalità “Titolo”, simile nella “progressione narrativa” alla Carriera ma focalizzata esclusivamente sull’aspetto “muscolare” e scremata del tutto della componente gestionale (niente creazione del personaggio, allenamenti assenti e crescita automatica degli attributi del proprio atleta).
Prima di studiare nel dettaglio l’immenso impianto tecnico di UFC Undisputed 2010, concludiamo il discorso sulle modalità di gioco introducendovi le spettacolari opzioni relative all’Ultimate Fights, al Torneo e all’Event Mode: mentre nel primo caso potremo rivivere le emozioni degli incontri che hanno fatto la storia dell’MMA (dalla guerra che si sono fatti in UFC 50 due leggende come Tito Ortiz e Vito Belfort allo scontro al fulmicotone avvenuto in UFC ’72 tra Tyson Griffin e Clay Guida), le ultime due modalità di gioco lasciano completa libertà di scelta all’utente nello strutturare incontri singoli o incrociati ad eliminazione diretta. A tal proposito, inoltre, vi informiamo che gli acquirenti della versione PS3 avranno garantiti tre lottatori aggiuntivi e ben cinque sfide storiche Ultimate Fights inedite ed introvabili altrove.
CARNE, SUDORE E SANGUE ALL’INTERNO DELL’OCTAGON
Rispetto al capitolo precedente di questo splendido simulatore sportivo targato THQ e dedicato alle Arti Marziali Miste, il numero di innovazioni introdotte nell’impianto di gioco è spaventosamente alto e modifica strutturalmente tutto ciò che verte attorno alla figura dei lottatori, cominciando proprio dalle prese: rispetto al passato, infatti, i clinch (sia in piedi che a terra) hanno subito una revisione così profonda da risultare spiazzante per tutti coloro che in questi ultimi 12 mesi hanno speso centinaia di ore nell’affinare la propria tecnica di combattimento con la precedente iterazione della saga.
Se non bastasse un numero di prese più che triplicato rispetto al passato con l’introduzione di stili inediti come il Karate, il Sambo e la Lotta Greco-Romana, infatti, gli Yuke’s ci sorprendono ancora una volta andando a rimodulare il sistema deputato alle transizioni: viene così risolto definitivamente uno dei problemi più fastidiosi di UFC 2009, ossia quello di non poter passare fluidamente da un plummer ad un clinch difensivo e da una posizione di sottomissione all’altra.
In maniera non dissimile da quanto escogitato da EA Canada con gli ultimi due episodi pugilistici di Fight Night, in UFC 2010 la stragrande maggioranza delle mosse (o per lo meno quelle più efficaci) è gestita dai trigger laterali e dalle levette analogiche del joypad, prima ancora che dai tasti tradizionali, che rivestono comunque un’importanza basilare nell’impostazione dei pugni e dei calci (specie quando si lotta in piedi). Nonostante la mole spropositata di azioni a nostra disposizione, basta infatti un semplicissimo colpetto alla levetta analogica sinistra (o la classica “mezzaluna”) per effettuare un ventaglio di mosse inusitatamente ampio, dallo scatto laterale alla presa fulminea, dalla difesa di un clinch al tappeto allo spostamento dell’avversario sulla gabbia (che finalmente acquista un ruolo nelle meccaniche di gioco maggiormente realistico).
Anche un’altra, grande incongruenza di UFC 2009, quella dello stordimento, è stata rivista per renderla meno “letale” e più tecnica: nonostante si possa ancora indurre l’avversario ad un momentaneo stadio di confusione colpendolo ripetutamente al volto (o in una diversa area anatomica divenuta critica per la serie martellante di colpi ricevuti), indugiando troppo a lungo nella percussione d’attacco si rischia di entrare in asfissia, con l’ovvia conseguenza di ritrovarsi di punto in bianco alla mercé dei pugni e dei calci nemici. L’introduzione di questa piccola ma significamente caratteristica, da sola, garantisce al titolo una longevità ed un realismo immensamente superiore di quello che avremmo mai potuto sognare, senza contare naturalmente le altre innovazioni alla giocabilità e a componenti come la Carriera o, soprattutto, come il multiplayer, di cui ci occuperemo nel capitolo successivo.
MULTIPLAYER
Se la componente multigiocatore del precedente episodio della serie si limitava ad offrire in Rete le stesse modalità di gioco proposte in singolo dagli Yuke’s, questa volta i ragazzi della sussidiaria giapponese di THQ hanno deciso di rischiare con soluzioni alternative ed inedite nell’intero panorama dei picchiaduro: ci riferiamo naturalmente alla possibilità, data all’utente, di organizzare dei “Training Camp” con cui condividere in allenamento i propri segreti con altri utenti online. Va da sé, quindi, che chi vorrà sviluppare il proprio personalissimo stile di combattimento troverà nei training camp delle occasioni di crescita immensamente superiori rispetto a quelle offerte in singolo dai Campus della Carriera (anche se con questi ultimi si è in grado di personalizzare con maggiore libertà il percorso d’apprendimento di mosse, tecniche e stili).
Approfittiamo dell’occasione per ricordarvi, purtroppo, che UFC 2010 è il primo titolo pubblicato da THQ ad utilizzare un codice per giocare online: tale mossa, adottata dalla società californiana per combattere il fenomeno dell’usato, obbliga quindi coloro i quandi vorranno acquistare in futuro il gioco di seconda mano a doversi munire obbligatoriamente di un codice alfanumerico (venduto dalla stessa THQ al prezzo di 5€ o 400 Punti Microsoft) per poter accedere alle sessioni multiplayer.
GRAFICA E SONORO
Dal punto di vista squisitamente grafico, UFC Undisputed 2010 non prende nettamente le distanze dal suo diretto predecessore, pur superandolo in maniera cristallina in ogni ambito tecnico: dalle texture che mappano il corpo sudaticcio degli atleti ai modelli poligonali dei tanti spettatori, dagli effetti particellari al gigantesco lavoro svolto sulle animazioni dei combattenti, tecnicamente non c’è una virgola fuori posto che ci spinga a chiedere la testa di questo o quel programmatore. Il miglioramento più evidente, per la gioia dei nostri polpastrelli prima ancora che degli occhi, è senza ombra di dubbio quello dell’intelligenza artificiale deputata a gestire da un lato gli atleti nemici, e dall’altro i tanti aspetti manageriali legati alla Carriera (dalla crescita del proprio personaggio alle performance “passive” degli avversari quando non li si incontra direttamente).
Con la stessa cura riposta nella realizzazione del comparto tecnico di UFC 2010, gli Yuke’s hanno donato alla loro ultima opera digitale un impianto sonoro di prim’ordine, fortemente caratterizzato dalla licenza ufficiale dell’Ultimate Fighting Championship: troveremo infatti le voci campionate di tutti gli atleti (comprese le frasi di circostanza), la telecronaca del sempre più folle Bruce Buffer, oltre ovviamente ad una colonna sonora composta in prevalenza da brani hard rock che ben si adattano all’impostazione complessiva di un titolo che fa della crudezza dei combattimenti la sua principale “arma di seduzione”.
COMMENTO FINALE
Ancora una volta, i ragazzi di Yuke’s Osaka ci sorprendono con un prodotto incredibilmente complesso, completo sotto ogni punto di vista e persino più rivoluzionario di quello che, solo dodici mesi fa, è entrato di prepotenza a far parte della ludoteca degli amanti dei picchiaduro e delle simulazioni sportive su licenza.
Con UFC Undisputed 2010 la sussidiaria nipponica di THQ conferma appieno le proprie indiscutibili capacità, portando la sua serie dedicata alle Arti Marziali Miste a guadagnare un posto fisso nel cuore degli appassionati e nell’Olimpo delle saghe videoludiche più importanti di questa generazione: l’impianto di gioco granitico, le infinite possibilità della Carriera, i miglioramenti apportati al multiplayer, la mostruosa longevità ed il comparto tecnico di prim’ordine sono solo alcuni dei motivi che ci spingono, senza alcun tentennamento, a consigliarvene l’acquisto.
Cosa ci piace | Cosa non ci piace |
|
|