Rispetto ad altri titoli simili, Two Worlds si distingue per la scelta narrativa di focalizzarsi su un protagonista ben preciso. Mentre altrove rimaniamo sconosciuti ambosessi giunti dal nulla, stavolta il nostro personaggio è al centro della storia e ha un’identità ben precisa. Nonostante questo è possibile effettuare alcune modifiche all’inizio del gioco. Niente di radicale, comunque: il nostro protagonista è brutto. Non che il modello 3d sia malfatto. E’ proprio che è brutto lui. E’ strano, per quanto abbia cercato di imbellirlo un minimo giocherellando con le varie caratteristiche del volto rimane vagamente inquietante. Sembra un miserabile brigante piuttosto che un valoroso avventuriero. Cose che capitano, e comunque vi toccherà guardarlo in faccia soltanto durante i dialoghi.
Il nostro eroe si troverà da subito in un bel po’ di casini: sua sorella, una sventola goth poco vestita (che vedete in copertina), viene rapita dalla misteriosa Dark Brotherhood, una società segreta che ha intenzione di resuscitare con il vostro aiuto una divinità orchesca morta (è noto che è un’attività molto di moda nei mondi fantasy).
Poi ci sono: nani espansionisti, orchi invasori guidati da un messia, una ribellione repressa duramente dai suoi oppositori, e tutto quello che si aspetta da un GDR fantasy.
La trama non è proprio originalissima, ma va detto che rispetto a quanto visto altrove è molto più facile modificare il mondo con le proprie scelte, anche radicalmente.
Combattimento e difficoltà
Il combattimento richiede un po’ di pratica. Fin da subito il gioco ci fa incontrare nemici in gruppo che non si fanno scrupoli ad attaccare contemporaneamente. Concentrarsi su un solo nemico alla volta e riempirlo di botte senza curarsi degli altri non sempre premia, e bisogna adottare un po’ di strategia per avere la meglio, cercando di subire meno colpi possibili. E’ anche possibile lanciare della terra in faccia ai nemici, per disorientarli: non proprio la più corretta delle scelte (che rinforza la mia convinzione che il nostro uomo sia tutto tranne che un eroe senza macchia e senza paura), ma certo l’IA del gioco non si può lamentare (e poi loro la useranno molto più spesso di voi – fidatevi).
La cosa comunque mi riguarda relativamente: in giochi del genere tendo ad avere un approccio sulla distanza, realizzando sempre evocatori, arcieri e maghi. La sorpresa arriva quasi subito, però: i mostri del gioco sono tutt’altro che stupidi. Per prendere in prestito un espressione dei MMORPG, non è possibile aggrarli con un attacco a distanza uno alla volta per evitarli in gruppo. Di conseguenza (in particolare all’inizio, quando le magie sono quello che sono) mi è toccato arrivare diverse volte a fil di spada. I gruppi inoltre sono numerosi e spesso tocca fuggire per evitare morte certa.
Niente paura, comunque: la morte in questo caso non porta al game over, visto che ci si limita a resuscitare alla più vicina fonte della vita.
Si soffre, nonostante il respawn immediato e senza penalità. Pochi minuti dall’inizio del gioco e già vi troverete a incontrare orsi che possono uccidervi con un colpo solo. E non avventurandosi al buio: seguendo strade che vi portano verso quest che avete ricevuto nel primo villaggio che incontrerete! Benissimo: normalmente basterebbe farsi le ossa con mostri deboli. Il problema, è che gli sviluppatori hanno ben pensato di non far ricomparire i mostri dopo che li avete uccisi. Al loro posto, e solo di notte, compaiono dei fantasmi praticamente immuni ai danni fisici!
Insomma, nelle prime ore di gioco a livello intermedio più che andare in giro a completare quest andrete in giro alla ricerca di lupacchiotti per salire di livello. E, ripeto, correrete tantissimo.
Dopo due o tre ore di gioco, comunque, le cose migliorano (a patto di avere sempre l’arma adatta a combattere i vari tipi di mostri) e i combattimenti diventano molto meno mortali.
Dopo diverse ore di gioco, a patto di aver recuperato i giusti incantesimi, diventerete decisamente inarrestabili e magari vi verrà in mente di tornare dai fantasmini e dagli orsi iniziali per fargli vedere chi è che comanda..
Grafica e animazioni
Strano l’art design. Possibile che il responsabile andasse al lavoro a giorni alterni? La qualità di certe armature è davvero notevole, con un look sporco per niente uguale all’high fantasy a cui siamo generalmente abituati nei videogame.
Sui paesaggi mi dilungherò in seguito.
Però capita ogni tanto di incontrare cose che sembrano uscite da un film di fantascienza degli anni 50. Tipo, questo demone, che sembra di plastica.
Ho letto in giro diversi pareri negativi sulle animazioni, ma che ci posso fare? a me piacciono. Conosciamo tutti le controindicazioni del motion capture e effettivamente certe animazioni sembrano davvero irreali. Ma è difficile vedere un gioco dove sia così realistico lo stile di combattimento degli spadaccini. I personaggi del gioco non si limitano a muovere la spada verso il loro avversario; la roteano, sferrano fendenti, affondano. Magari era il caso di permettere maggior controllo al giocatore sugli attacchi (mentre è possibile soltanto effettuare un attacco singolo o una combo), ma ogni arma si comporta in maniera differente e, soprattutto, non colpisce solo il nemico che avete davanti (cosa buona e giusta).
Il mio regno per un cavallo (funzionante!)
Gli sviluppatori si vantavano molto del sistema di controllo del cavallo, ma devo dire che l’ho trovato abbastanza scomodo. Combattere dalla cavalcatura, per quanto possa sembrare fico, è assolutamente improponibile. Migliorare la propria abilità di cavallerizzo aiuta, ma non sprecate punti preziosi all’inizio del gioco.
Non che poi sia assolutamente insostituibile la cavalcatura: nel gioco è presente una serie di teletrasporti abbastanza vicini tra loro, e in più è possibile posizionare delle pietre del teletrasporto da portare nell’inventario per spostarsi da punti non coperti dalla rete di trasporto fisso. Per tacere del fatto che il nostro eroe corre come un disperato.
Multiplayer
Non male le modalità online del gioco: è presente una modalità cooperativa e una pvp. Purtroppo non è possibile utilizzare il proprio personaggio off-line e bisogna invece scegliere tra varie classi preconfigurate, acquistando punti esperienza man mano.
Turismo virtuale
Ok, Two Worlds può avere qualche difetto di rifinitura e diverse cose discutibili. Se c’è però una cosa inappuntabile, sono i paesaggi. Perchè non basta mettere un sacco di alberi e di montagne in un mondo per renderlo credibile, ci vuole arte. Reality Pump è riuscita a creare un universo incredibilmente realistico e vivo, dove anche i mostri sono occupati a fare le loro cose e tutto sembra costantemente in movimento e reale. Ogni tanto ci si ritrova a ammirare uno scorcio di panorama o una zona particolarmente curata e non è possibile non sentirsi coinvolti.
In conclusione
Resto fermamente convinto che Two Worlds necessitasse di qualche altro mese di lavoro (già la patch 1.3 ha risolto alcuni bug abbastanza fastidiosi tra cui l’insopportabile lag nella modalità multiplayer).
Dei difetti ho già parlato. Sopravvivere a questi ultimi, però, porta a godersi un bel GDR di esplorazione dalle moltissime possibilità e dalla durata considerevole (con annessa una certa dose di rigiocabilità).