La serie videoludica dedicata negli ultimi anni ai leggendari Transformers è stato legata a un doppio filone: il primo relativo ai film diretti da Michael Bay, grazie ai quali il marchio ha riscosso un nuovo successo a distanza di due decenni dal suo arrivo in circolazione, mentre il secondo ispirato proprio da giocattoli e serie animata visti negli anni ‘80.
La cura effettuata alla nuova serie di videogiochi da High Moon Studios ha avuto degli effetti miracolosi: se i primi titoli tratti dai film visti al cinema sono infatti apparsi quasi come un insulto ai fan dei Transformers, con La Battaglia per Cybertron arrivato nel 2010 la musica è letteralmente cambiata: frotte di appassionati non hanno esitato a idolatrare il Game Director, Matt Tieger, anch’egli del resto un fan dichiarato e sfegatato dei robottoni targati Hasbro. La collaborazione con la stessa casa madre, del resto, è stata fondamentale per la riuscita del progetto e rinnovata anche per Transformers: La Caduta di Cybertron, gioco di cui ci apprestiamo a parlare in questa nostra recensione grazie alla versione Xbox 360 che abbiamo avuto tra le mani.
Per sapere se il lavoro dei ragazzi con base a San Diego merita una nuova promozione non dovete fare altro che andare dopo il solito break.
Transformers: La caduta di Cybertron ha inizio là dove il suo predecessore era finito: la lotta tra Autobot e Decepticon ha ormai devastato il loro pianeta d’origine, diventato un luogo dove la stessa sopravvivenza della razza dei Transformers viene minacciata. Gli Autobot decidono così di costruire una grande Arca, grazie alla quale trovare rifugio in un altro pianeta lasciando i Decepticon al loro destino: cosa naturalmente non gradita a questi ultimi, che assetati di potere e controllo proveranno fino all’ultimo istante ad assoggettare gli Autobot al loro volere o a decretare la loro fine. Un racconto che parte proprio dalle sue fasi finali, attraverso la prima missione che fa anche da tutorial sui comandi, per poi fare un passo indietro ai giorni precedenti, mostrandoci la costruzione dell’Arca: una trama che ci viene raccontata in modo coinvolgente, senza esclusione di scene epiche che danno il giusto peso agli ultimi giorni sul pianeta Cybertron prima della dolorosa partenza, costellata comunque di eventi che non mancheranno di lasciare il giocatore a bocca aperta.
La campagna principale è del resto stata oggetto della maggior parte delle attenzioni riposte da High Moon Studios nello sviluppo del gioco: fatto tesoro del primo capitolo, apprezzato ma criticato nella sua ripetitività a tratti eccessiva nel gameplay, gli sviluppatori hanno messo a punto una serie di missioni nelle quali impersonare Transformers diversi dotati di abilità naturalmente diverse, mettendoli poi all’interno di livelli appositamente studiati per loro (e con successo). È così che iniziando nei panni di Optimus Prime faremo ben presto la conoscenza del colossale Metroplex, mentre impersonando Grimlock avremo la possibilità di sferrare solo potenti attacchi ravvicinati, e così via. A un lavoro di differenziazione dei personaggi coinvolti nelle missioni, come dicevamo High Moon Studios ha affiancato anche un design dei livelli contepito appositamente per esaltare le loro caratteristiche, rendendo in questa occasione le meccaniche di gioco più scorrevoli e divertenti rispetto al passato.
Il dover garantire che la trama avanzi e il tipo di gameplay studiato dagli sviluppatori, si traducono però in un’assenza di libertà di scelta, che potrà forse far storcere il naso a qualcuno: fortunatamente sotto questo punto di vista ci viene in aiuto la serie di terminali sparsi qua e là, grazie ai quali aggiungere potenziamenti alle armi in dotazione ai Transformers. Non modificherà il corso degli eventi, ma almeno permette al giocatore di avere delle scelte.
Cucù, la coop non c’è più
Il lavoro extra svolto dagli sviluppatori sulla modalità campagna per renderla quella che gioiosamente è, viene pagato a caro prezzo: la componente online cooperativa è stata di fatto completamente sacrificata, lasciando quindi a bocca asciutta chi credeva di trovarne invece una nuova versione, magari riveduta e corretta, rispetto a quella del primo capitolo. Esiste comunque una componente online piuttosto massiccia, tramite la quale chi lo vuole può passare diverse ore extra di gioco: si va dai tipi di gioco classici dei classici come deathmatch e cattura la bandiera, a modalità comunque note, come una del tutto simile all’Orda di Gears of War, dove fronteggiare ondate di nemici. Nell’ambito del multiplayer, la possibilità di personalizzazione è offerta in primis dalla scelta quattro diverse classi: Scienziato, Infiltratore, Distruttore e Titano, anch’esse abbastanza in linea con le tipologie classiche del multigiocatore dividendosi a loro modo tra damage dealer, tank e classe di supporto.
Ma non finisce qui, perché a disposizione del giocatore c’è tutta una serie di parametri estetici grazie ai quali rendere completamente unico il proprio alter- ego virtuale, sfoggiandone naturalmente il look in partite via rete all’ultimo sangue. Se la scelta iniziale dal punto di vista dell’equipaggiamento è un po’ limitata, le cose migliorano sensibilmente con l’avanzare delle ore di gioco accumulate. Da annotare anche come proprio nel multiplayer si finisca per fare un uso più intenso delle trasformazioni rispetto alla modalità singola, a causa della necessità di avere maggiore protezione (la forma veicolare è meno vulnerabile) e velocità.
Per la gioia dei fan
Dal punto di vista tecnico, l’ispirazione e la passione per i Transformers messe in gioco dagli sviluppatori per La Battaglia per Cybertron tornano elegantemente dentro La Caduta di Cybertron, lasciandoci così piacevolmente colpiti dal lavoro svolto anche in questo ambito. Uno stile un po’ più tendente verso il dark, giustificato come detto in precedenza dal clima da “fine del mondo” che ha colpito la patria dei Transformers, rende le scene chiave assolutamente epiche e un vero tripudio per i fan di vecchia data dei robot alieni. Fortunatamente, anche l’audio mantiene alto il giudizio, offrendo una colonna sonora completamente all’altezza della situazione e un doppiaggio di alto livello. A questo proposito, specifichiamo che il gioco è tradotto sia nei menu che nei sottotitoli, lasciando però il parlato in lingua originale.
Commento finale
Dopo anni di sofferenza legati a tie-in al limite della mediocrità, anche i Transformers e i loro amanti possono finalmente dormire sonni tranquilli grazie ad High Moon Studios. Il team californiano dimostra infatti di essere prima di tutto appassionato dei robot Hasbro, facendo trasudare questa passione da bambinoni cresciuti in un’attenzione nei dettagli pressoché maniacale. La modalità campagna è tra le più appassionanti che si possano trovare in un gioco d’azione di questi tempi, il che ci porta a suggerire una prova su strada con La Caduta di Cybertron anche a chi non dovesse essere un fan storico dei Transformers. La possibilità di rimanere delusi sarà comunque bassa, visto che il prodotto finale è sicuramente di buonissima fattura: inutile dire che invece per chi è cresciuto con Optimus Prime e compagnia l’acquisto è praticamente obbligato.
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