Giunti alla terza edizione – tolta la miriade di espansioni – The Sims è ancora pronto a mettersi in gioco ed accettare la sfida lanciatagli da un mercato in continuo mutamento. D’altra parte stiamo parlando di un titolo che è si è sempre collocato al di fuori di certi consolidati schemi, ostentando la sua unicità. Ecco perché in questo caso, più che in tanti altri, possiamo assistere ad una vera battaglia di percezioni: da chi ha sempre fatto fatica a farselo piacere, a chi ne è rimasto stregato, passando da coloro i quali ne hanno a tratti apprezzato alcune piccole idee.
Certo è che il progetto di Will Wright si presentò sin da principio come davvero ambizioso. Tentare di creare un contesto quanto più simile possibile alla vita reale, con cui cercare di simulare (con molta ironia e le dovute proporzioni) il vivere quotidiano in cui noi tutti siamo immersi. L’impresa era improba allora come lo è adesso, ma questo non ha impedito di sfornare questa ulteriore incarnazione che adesso è alla mercé di tutti. Chissà se The Sims 3 costituisca un passo in avanti nell’ambito di questo particolarissimo progetto, o se abbia invece confermato i suoi giustificabilissimi limiti.
VIVI E LASCIA VIVERE
Lo schema è semplice. Ci si crea un proprio alterego virtuale – con famiglia al seguito, se del caso – e lo si getta nella mischia esponendolo al più avvincente terno al lotto di sempre: la vita. Sotto questo aspetto, nulla di nuovo sotto il sole, si tratta pur sempre di The Sims. Dove gli sviluppatori hanno potuto mettere mano è sostanzialmente nella fase di creazione del nostro personaggio, incrementando il numero di possibilità in tal senso, così da rendere questa fase ancora più interessante. Grandezza del naso, posizione degli occhi e altezza delle labbra sono solo alcune di queste simpatiche componenti. Ma dove pare ci sia stato un maggiore impegno è nel passaggio in cui assegnare al nostro sim i suoi tratti caratteriali. Non più cose del tipo introverso od estroverso, ma tante altre possibilità che vanno incontro all’esigenza di rendere questo nostro avatar quanto più “umano” sia concesso fare.
Dopodiché sarà il caso di trovare una sistemazione a questo povero sventurato, collocandolo in una residenza conforme alle nostre aspettative, che all’inizio, per forza di cose, non potranno che essere davvero basse. Qui emerge il primo scoglio, ossia quello di trovargli un’occupazione e cercare di bilanciare il suo instabile umore. Tale fondamentale componente è essenzialmente regolata da criteri semplici, quasi banali, che si basano su quesiti del tipo: “ha mangiato abbastanza?”, “va di corpo regolarmente?”, “emana cattivo odore per abitudine o solo perché oggi ha avuto troppo da fare?” e via dicendo.
Altra felice introduzione è la presenza della città con relativi luoghi di svago già da subito, senza quindi il ricorso alle solite espansioni – che comunque immaginiamo non tarderanno ad essere rilasciate. Possiamo quindi scorrazzare per questa città in cerca di un posto fisso con cui guadagnare qualche soldo, o semplicemente farlo per recarci al parco e rilassarci. Quest’ultimo caso non è da sottovalutare in virtù del fatto che risulta utilissimo per allargare il nostro raggio di amicizie. Altri luoghi di interesse sono la Libreria, ristoranti, supermercati o spiagge. Ce n’è per tutti insomma.
Pressoché l’intera struttura di The Sims 3 (così come per i suoi predecessori) poggia sull’antico concetto di causa/effetto. Nessuna azione resta impunita, sia nel bene che nel male. Per esempio, aspirare ad una posizione lavorativa di rilievo comporta dei sacrifici che implicano un maggior impegno sul posto di lavoro. Quali potrebbero essere le conseguenze? Beh, è semplice. Diminuzione della propria energia con conseguente calo del divertimento e del tempo da dedicare ad esso. In un simile caso a risentirne potrebbe essere pure la socialità, che se messa a repentaglio alla lunga potrebbe costituire un problema non da poco – salvo controllare un sim che corrisponde più ad un lupo solitario che ad un animale da festa.
Insomma, si tratta di una innumerevole quantità di criteri e valori che decretano il “successo” o meno della vita del nostro personaggio virtuale in senso lato. Sapersi destreggiare bilanciando i vari aspetti di questa vita fittizia costituisce sostanzialmente lo scopo del gioco. D’altronde non esiste un solo modo di condurre tale gioco, ma tanti quanti sono i giocatori che vi si approcciano. Il resto starà a voi scoprirlo.
LUDO ERGO SUM
Ci serviamo impropriamente ed in tono altamente ironico della celebre affermazione cartesiana per dare spazio all’aspetto manageriale del gioco. Gestire il nostro sim, infatti, è stato reso ancora più agevole sotto certi aspetti in questa nuova edizione. Nulla di sconvolgente rispetto a prima, ma è bene segnalare una telecamera più flessibile ed un sistema di controllo reso lievemente più scorrevole rispetto al passato. Sostanzialmente il giocatore sta al proprio sim come il burattinaio al proprio burattino. A noi spetta pensare, a lui agire. Possiamo pure scegliere il grado di dipendenza al quale sottoporlo, dall’inefficienza totale alla libertà d’azione in base alle proprie esigenze.
Giostrarsi tra la cospicua quantità di opzioni costituisce il fulcro dell’intero sistema di The Sims, la cui imperfezione è messa fuori discussione – e per ovvi motivi – ma che difficilmente risulta avara di novità. Una griglia in basso a destra ci dice tutto ciò che c’è da sapere sul nostro burattino, dandoci la possibilità di decidere le nostre mosse in base alla sua condizione. I cosiddetti Premi Vitalizi costituiscono un incentivo al gioco. Sotto forma di piccoli obiettivi, questi risultano rilevanti ai fini del raggiungimento di alcuni piccoli traguardi piuttosto utili per la sana prosecuzione del gioco.
Il livello di interazione con l’ambiente e con gli altri sims sembra essere stato ampliato, così da rendere più interessanti le nostre sessioni di gioco. Cliccare su di un determinato oggetto o persona fa aprire una piccolo menù mediante il quale decidere cosa fare in relazione ad essi. Se contemplare un quadro potrebbe non rappresentare un così grosso problema, scegliere le azioni giuste con un altro sim risulta basilare affinché i rapporti interpersonali risultino soddisfacenti. Fermo restando che nessuno ci impedisca di mandare allegramente a quel paese chiunque ci capiti a tiro.
Un altro degli aspetti da sempre considerato come altrettanto coinvolgente è la sezione dedicata all’acquisto di mobili e cianfrusaglie, nonché quello relativo alla costruzione. Nel primo caso si tratta semplicemente di scorrere tra le varie sotto-categorie così da comprare ciò di cui il nostro ambiente necessita per mettere a proprio agio il nostro sim. Sia che si tratti di un televisore da 50 pollici a parete, sia che abbiamo bisogno solamente di una sedia su cui sedersi, questa è la sezione adatta. La sistemazione di tutte queste amenità è stata leggermente rivista, sicché possiamo collocarle a nostro piacimento ponendole anche in posizione obliqua – cosa non possibile in passato. Ma poiché non tutti sono avvezzi all’acquisto di una casa bella e pronta, ecco che, come accennato, The Sims 3 ci dà nuovamente l’opportunità di costruirsene una da zero. Tramite questa sezione è pure possibile apportare delle modifiche sostanziali ad un’abitazione già esistente, ma la prima possibilità risulta davvero più affascinante. Prendere confidenza con le varie opzioni non è cosa semplicissima, nonostante lo schema oseremmo dire elementare. Una volta raggiunto un certo grado di dimestichezza, però, improvvisarsi architetti risulta una delle cose più appaganti di questo gioco.
GRAFICA E SONORO
The Sims, per sua natura, non è un titolo che abbia mai avuto particolari pretese a livello di requisiti. Questo anche perché il comparto grafico è sempre stato considerato come funzionale alle premesse del gioco, e non viceversa. Ecco perché possiamo affermare con una discreta tranquillità che, seppure qualche miglioramento sia avvenuto rispetto alla precedente iterazione, la resa grafica si attesta sempre sui soliti canoni imposti dalla serie. Più stile che “potenza”, quello classico di una serie che ha esportato il suo marchio anche in relazione a questo suo specifico impatto visivo.
Molto gradevoli i motivetti che fungono da sfondo tra una giocata e l’altra. Esilaranti come al solito sono anche le voci dei vari sims, che biascicano discorsi in una lingua pressoché sconosciuta, ma la cui intonazione rende manifesto il proprio stato emotivo. Tolte queste peculiarità tipiche di The Sims non c’è molto altro da segnalare.
COMMENTO FINALE
The Sims 3 è un degno successore della storica serie, sotto ogni singolo aspetto. Porta con sé i pregi ed i difetti dei suoi due illustri predecessori, coprendo quanto c’è di oggettivamente poco riuscito con una spassosa ironia. E non si cerchi di rintracciare a forza un’accezione spiccatamente negativa in questo: parliamo di un titolo che ambisce a simulare la vita reale. Se non si proponesse questo progetto con quel pizzico di dovuta leggerezza, probabilmente staremmo parlando di un colossale buco nell’acqua.
Fa piacere notare come ancora la sua struttura riesca ad ammaliare, il che denota un certo carisma su cui nessuno può davvero avere nulla da ridire. The Sims è per la sua utenza, non il contrario. Ciò significa che è il gioco ad adattarsi al giocatore, senza che quest’ultimo debba fare l’immane sforzo di irrigidirsi in astruse meccaniche. Ciò non significa che si possa realmente fare “tutto quello che si vuole”, ma è pur sempre offerto un certo grado di libertà, dovuto anche all’ampissima combinazione di vari elementi, che offrono una casistica tutt’altro che ridotta.
In altre parole, The Sims 3 è per gli amanti di questa particolare produzione, unica nel suo genere. A chi non l’ha mai anche solo sfiorato, consigliamo vivamente di farci un giro, quantomeno giusto per comprendere di cosa si tratti; i pregiudizi stanno a zero. Per coloro i quali non hanno mai gradito il progetto di Will Wright (pur testandolo, vogliamo sperare), niente di nuovo sotto il sole: The Sims è ancora lì, seppure con qualche innovativa limatura. In conclusione, questo terzo capitolo non tradisce affatto il suo retaggio storico, esaltando quei capisaldi che hanno reso celebre questa serie. E questo ci pare già un ottimo risultato.
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