The Outsider è ancora in sviluppo presso i Frontier Development

The Outsider è ancora in sviluppo presso i Frontier Development


Chi ricorda The Outsider, progetto in sviluppo presso i Frontier Development su console di (un tempo) nuova generazione, vince una caramella. Ovviamente scherziamo, ma con o senza dolciumi ci auguriamo in cuor nostro che questo titolo non sia passato inosservato. Sì perché, grazie al cielo, è ancora in sviluppo!

Alle spalle di questo titolo c’è un certo David Braben, di cui citiamo una creazione su tutte: Elite. Stiamo parlando probabilmente di uno dei primi (se non il primo) esperimenti in 3D, basato su un rendering a suo tempo rivoluzionario come fu il wire-frame (ossia una particolare tecnica in cui ci si serviva di alcune linee per andare a formare una figura, dalla quale, però, venivano rimosse le linee nascoste). Chiaramente Elite per la storia dei videogiochi è stato questo e molto altro.

Nel 2005 si venne a sapere di questo nuovissimo ed innovativo progetto, presentato a più riprese come qualcosa di altamente innovativo. In The Outsider saremo noi a decidere il corso degli eventi, e non come in un qualsiasi altro gioco “non-lineare”, bensì nel senso che la trama prenderà davvero consistenza esclusivamente in base al nostro operato.

Non una serie limitata di risposte alle quali ricorrere in un dialogo, non due/tre azioni prestabilite tra cui poter scegliere, non più vie che alla fine conducono alla stessa conclusione. Niente di tutto ciò: The Outsider, ci diede a capire Braben, segnerà un punto di svolta.

Nei panni quindi di un agente della CIA, tale Jameson, saremo scaraventati in pasto ad una realtà cruda che lo vuole il nemico pubblico numero uno per eccellenza. Non si comprende bene come si sia arrivati al quel punto, fatto sta che lo scenario entro il quale ci troveremo ad operare è addirittura Washington D.C..

Servirebbe per lo meno un editoriale per parlare esaurientemente di un titolo come The Outsider e delle sue implicazioni in ambito di game design. Un progetto che, almeno nelle premesse, tende davvero a rompere certi schemi oramai sin troppo consolidati. E mentre questi pseudo-equilibri si trascinano stancamente, Braben prova a mostrarci un’altra via, come il Bianconiglio fa con Alice. Speriamo solo che il punto d’approdo sia davvero il Paese delle Meraviglie.

via | Scrawlfx

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