Ok, mi ero già accorto da qualche anno della lenta ed inesorabile tendenza degli sviluppatori – soprattutto nel caso delle console – a rendere i giochi sempre più facili e a prova di ebete. Una tendenza probabilmente dovuta alle nuove leggi non scritte createsi con la diffusione di massa dei videogames a metà anni novanta.
Un sistema sempre più goloso di vendite facili e avaro di qualità, che fra titoli che si finiscono in tre ore ed altri meno impegnativi di un pic-nic, per fortuna non è del tutto predominante e lascia ancora spazio a prodotti di ottima fattura.
E allora si può far finta di niente, ci si può addirittura non accorgere della cosa: si gioca, tutto sommato ci si diverte lo stesso… e sia quel che sia.
Se però giocando a livello “normal” il terzo capitolo di una delle saghe più famose nella storia dei videogame e avendo già trovato allarmante la facilità con la quale si superano i primi quattro boss di fine livello si riesce a massacrare il quinto di questi simpaticoni in diciotto secondi (cronometrati), è folle non ammettere che qualcosa proprio non va.
Per la cronaca: provate a vedere quanto tempo si impiega per uccidere una delle tante baldracche che popolano le strade di GTA San Andreas. Che meritino tutte di essere promosse a “boss di fine livello”?