Pure: la recensione

Pure: la recensione

Sono passati esattamente 8 anni da quando i ragazzi di Climax Racing hanno cominciato ad approfondire, coi loro giochi, il mondo delle “corse sporche”. E non mi riferisco alle sparatorie hollywoodiane di GTA IV, nè tantomeno alle sportellate a 300 km/h di Burnout Paradise, ma al fango che si insinua nelle scanalature di una moto, di un’auto da rally… o di un ATV.

Passati ai Disney Interactive e trasformandosi così in Black Rock Studios, saranno stati in grado di dare a questo Pure la spinta necessaria per ritagliarsi uno spazio melmoso nell’Olimpo degli arcade da sterrato?

Proviamo a capirlo insieme.

LE ACQUILE VOLANO MEGLIO CON LE ALI INFANGATE?

Sotto il termine “arcade”, si nasconde un sottobosco di significati e di caratteristiche impossibili da ricondurre ad un genere preciso e circostanziato: programmare un gioco avendo sempre come fine la giocabilità e l’immediatezza significa anche rinunciare ad elementi essenziali come il realismo o la profondità della trama. Questa premessa è necessaria per inquadrare non solo il segmento di mercato a cui Pure si rivolge, ma serve anche per comprendere infinitamente meglio ciò che il prodotto ha da offrire.

Gli ATV (acronimo di All Terrain Vehicle) sono nati nei primi anni sessanta per rispondere alla più alta delle esigenze umane: la Scoperta. Creare un mezzo che permette, nel modo più agevole possibile, di raggiungere luoghi o di attraversare strade impercorribili fino a quel momento, è una metafora che esprime perfettamente la natura umana, quel sentimento puro che ci anima e ci spinge a superare costantemente i nostri limiti: chiamare “Pure” un videogioco sugli ATV è quindi un ringraziamento alla vita e all’ingegno umano. Parentesi “poetica” a parte, comunque, rimangono in sospeso domande molto concrete: perchè accollarsi il rischio di creare un gioco arcade che permette l’uso di un solo veicolo?

In un periodo videoludicamente spietato come quello che stiamo vivendo adesso, produrre e rilasciare un gioco di corse arcade incentrato sull’uso di un solo mezzo può essere una scelta suicida: Motorstorm fa della diversità dei mezzi il suo cavallo di battaglia, Baja gioca il Jolly sul duello tra Dune Buggy, ATV e Trophy Truck, e persino Burnout Paradise è dovuto correre ai ripari rilasciando contenuti gratuiti riguardanti l’uso di moto!
Sotto questa luce, il “progetto Pure” non nasce sotto i migliori auspici, tutto gira (anzi, girerebbe) contro la scelta di dover usare sempre e solo gli ATV durante il gioco. Ma come ben sappiamo, c’è sempre l’eccezione alla regola, per fortuna…

Inutile girarci attorno: l’esperienza pluriennale maturata dagli studi Black Rock nel campo dei videogiochi di corse ed in particolare in quelli dedicati agli ATV, si nota tutta in questo arcade incredibilmente riuscito. Il pericolo iniziale di avere tra le mani l’ennesimo arcade dalla giocabilità mutilata dalla necessità di una immediatezza obbligatoria, svanisce durante i primi minuti di gioco per fare posto ad un paradiso fangoso in cui dei quadricicli rombanti svolazzano tra una collina e l’altra per disegnare arabeschi melmosi sulle candide nuvole.

Pure

GUARDA COME DONDOLO, GUARDA COME DONDOLO, CON IL… QUAD!

Maturare una convinzione come quella espressa poco fa è facile, e basta davvero poco: tutto il gioco offre spunti memorabili, e sono davvero poche le note dolenti di una giocabilità inedita e inaspettata in un gioco di corse che ci obbliga ad usare mezzi che odiano il cielo che si riflette sulle pozzanghere al punto tale da voler quasi implorare al guidatore di turno “Ti prego, usciamo di strada e andiamo a fare una scampagnata nella melma!!!”, un pò come se stessimo cavalcando in sella ad un maiale dopato.
Inserendo il disco nella console per la prima volta, si viene subito imbracati come paracadutisti e messi in groppa ad uno di questi draghi nani, ed un breve tutorial ci spiega in corsa (letteralmente) come fare in modo di far cicciare fuori le ali al draghetto per eseguire evoluzioni al limite di ogni umana possibilità.

Tutto l’impianto di gioco si basa su una memorabile intuizione: fondendo alla perfezione la parte coreografica delle evoluzioni con la parte “velocistica” di ogni gara tra veicoli, il risultato finale eccelle sotto tutti i punti di vista. Sulla giocabilità è stato fatto un vero e proprio “miracolo”, riuscendo infatti ad alternare, senza soluzione di continuità, la componente simulativa e quella coreografica delle acrobazie ai momenti di puro divertimento arcade che questo gioco regala a profusione.
I ragazzi di Black Rock sono riusciti a donare questa “fluidità” al gioco attraverso un metodo molto semplice, e che ha analogie molto profonde con un’altra serie storica come quella di SSX: a gara iniziata, la barra del Turbo si riempie gradatamente e solo nel caso in cui si riesce ad effettuare evoluzioni sempre più complicate sbloccando altri tasti del joypad con cui attuare acrobazie, mentre se si usa troppo il Turbo accumulato fino a quel momento si perde la possibilità di fare acrobazie complesse che riempiono più velocemente la barra in questione.

In questo modo, impostare le gare facendo un pò di “pre-tattica” si rivela fondamentale per riuscire ad arrivare primi nelle varie competizioni, regalando un fortissimo senso strategico ed una profondità assoluta senza toccare l’immediatezza e la giocabilità. A tal proposito, è bene ricordare che Pure offre una modalità Carriera in cui bisogna consumare il proprio ATV per arrivare primi in tutti e dieci gli Eventi del Tour Mondiale (divisi per classe giocatore), con tre diverse tipologie di gare: Sprint (su circuiti brevi e tecnici), Freestyle (in cui le acrobazie assumono un’importanza superiore al semplice “arrivare primi” al traguardo), oltre ovviamente alla Modalità Gara, in cui bisogna battere gli avversari superandoli in velocità ed astuzia. Non mancano le modalità Gara Singola e Corsa Libera, che si limitano a scimmiottare le corse del Tour Mondiale senza aggiungere nulla.

Un’aggiunta incredibile e “pesante” è invece l’Officina, che ci permette di costruire con le nostre mani il quad dei desideri con ben 24 variabili a nostra disposizione, come il manubrio, la carrozzeria, i montanti e via discorrendo, che vengono ingrossati di numero ad ogni gara vinta nel Tour Mondiale e ad ogni passaggio di categoria (si parte da un ATV di serie D, e a salire si arriva al drago perfetto). Per non rendere complicata la vita agli amanti dell’immediatezza, i lungimiranti giovanotti di Black Rock hanno escogitato un sistema per creare automaticamente il quad partendo da due categorie di veicolo diverse: l’ATV da freestyle e quello da gara. Perchè sembrerà strano , ma gli ATV di Pure hanno ben 5 variabili che li differenziano e che li rendono adatti per intraprendere una gara a suon di evoluzioni o una gara incentrata sulla forza bruta del motore: Velocità Massima, Accelerazione, Guidabilità, Turbo e Mosse Speciali. La relativa brevità della modalità Tour Mondiale è caratteristica in tutti i giochi di corse arcade, dire che è un “difetto” di Pure significa elogiare ingiustamente tutti gli altri arcade racing afflitti dallo stesso identico problema, con l’unica differenza che almeno Pure riesce a farci divertire. E molto.

Pure

GRAFICA, SONORO E MULTIPLAYER

Il lato tecnico del prodotto Black Rock è eccezionale e riesce ad accontentare tutti i puristi della tecnica (scusate la battuta infelice). Inattaccabile sotto molti punti di vista: gli ambienti ricreati sfiorano il fotorealismo, l’uso sapiente dei filtri dona un effetto “insolazione” che si adatta a meraviglia con le piste desertiche, e la fluidità di gioco è stabile anche quando lo schermo viene “aggredito” da 15 ATV in contemporanea. Un piccolo appunto va fatto però: i tracciati sono splendidi, ma la cura maniacale riposta in tutto ciò che è possibile avere sotto gli occhi durante le corse non viene riposta anche nei fuori pista, ripresi in un bianco e nero scenografico per mascherare quanto possibile questo piccolo “dettaglio”. Sotto l’aspetto meramente visivo, Pure può essere considerato tranquillamente come “il Burnout Paradise” dei quad, raramente si riesce ad assistere ad un connubio così perfetto di grafica e di giocabilità eccelsa. Le piste in cui gareggeremo a suon di evoluzioni tra burroni e crepacci senza fine, ricreano in modo sublime le caratteristiche uniche di posti veramente esistenti sul globo, come il cratere Tonga in Nuova Zelanda, proponendoceli in una salsa arcade perfetta per un gioco così adrenalinico ed immediato.

Il comparto sonoro non salta all’occhio immediatamente come fanno invece la giocabilità e la grafica. La scelta di offrire un sottofondo musicale morbido che accompagna l’azione più che aggredirla e sostituirsi ad essa, è l’ennesimo pregio di una produzione soprendente. Alternando pezzi rock a tracce elettroniche d’impatto senza soffocare il rombo dei motori, si riesce a creare una atmosfera perfettamente adatta alla concentrazione necessaria per affrontare piste tortuose ed avversari ostici. La mancanza di tracce famose nella colonna sonora non si sente minimamente, ed anzi permette di godere appieno tutta quella serie di campionature atmosferiche e dei veicoli, che sembrano letteralmente schizzare fuori dallo schermo nel caso in cui si utilizzasse un impianto Dolby 5.1 o 7.1 (provare per credere).

La mancanza di una modalità a schermo condiviso e l’impossibilità di poter giocare assieme ad un proprio amico sulla stessa console sono i problemi principali del multiplayer di Pure, facendone in assoluto il “tallone d’Achille” di questo arcade racing fino ad ora ineccepibile. Sia ben chiaro, non è raro assistere a “mutilazioni” tanto plateali in questa generazione videoludica, ma non vorremmo che il multiplayer online divenisse la scusa principale per permettere ai programmatori di risparmiare sul budget tagliando la possibilità ai giocatori di poter sfidare un proprio amico sulla stessa console piuttosto che andare alla ricerca di uno sconosciuto che abita a diecimila chilometri di distanza. Ma a parte questa piccola parentesi infelice, tutto ciò che in termini di giocabilità e di grafica Pure riesce ad offrirci nell’offline, possiamo ritrovarlo nelle gare multigiocatore online, con classifiche mondiali aggiornate al secondo e sfide al cardiopalma per un massimo di 16 giocatori.

Pure

MULTIPIATTAFORMA

Le versioni utilizzate per questa recensione sono quelle PlayStation 3 ed Xbox 360, praticamente identiche sotto quasi tutti i punti di vista. Graficamente il motore di gioco è reso alla perfezione su entrambe le piattaforme, garantendo una fluidità di gioco inattaccabile, mentre l’uso massiccio (ma sapiente) dei filtri riesce a mascherare le differenze grafiche al punto tale da renderle impercettibili. I caricamenti della versione PlayStation 3 sono leggermente più lenti della controparte per Xbox 360, facendone un gap che presumibilmente crescerà con l’aggiornamento della console Microsoft che permetterà di velocizzare ulteriormente i caricamenti tramite l’installazione su hard disk. Dal punto di vista dei controlli, invece, Pure garantisce un feeling pressochè identico su entrambe le piattaforme, e solo i gusti personali di ogniuno di noi riescono a spostarne l’ago della bilancia.

COMMENTO FINALE

Sorprendente. Nessun altro aggettivo riesce a sintetizzare meglio questo Pure, un’esperienza abbagliante come un tramonto estivo, una splendida eccezione nel mare degli arcade “belli ma incompleti”. Mentre tutto il mondo si chiede ancora quale sia la differenza tra ATV e Quad, Black Rock sembra avere le idee talmente chiare da essere in grado di regalarci un piccolo capolavoro di giocabilità e di profondità, rimanendo pur sempre nei limiti di un gioco arcade caratterizzato da una trama inesistente ed una giocabilità ai limiti delle reali possibilità umane. Pure riesce a farsi strada, nel fango dei giochi di corse arcade su sterrato, a forza di piroette aggraziate in sella a mostriciattoli con le gomme chiodate. E ci riesce dannatamente bene, regalandoci un gioco che sarebbe potuto entrare nell’Olimpo dei Capolavori se solo ci avesse garantito una campagna in singolo più lunga e la possibilità di poter sfidare il vicino di casa senza obbligarlo a compare la nostra stessa console collegandola in Rete come se fossimo su due pianeti diversi.

Consigliato a chiunque abbia voglia di divertirsi senza dover spegnere per forza il cervello, ma per tutti quelli che invece non riescono proprio a digerire questo tipo di prodotti dalla giocabilità “surreale”, è difficile che riescano a cambiare idea proprio con Pure.

Pure – galleria immagini

Pure Pure Pure
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