Non sappiamo cos’abbia in mente Sony per la sua PlayStation 4, ma ciò che siamo costretti a sentire ogni giorno sulle sue ultime “genialate” sta diventando davvero insopportabile, e, se considerate che ultimamente si stanno facendo sempre più incessanti i rumor che vorrebbero una PS4 anti-usato, più che apparire fastidiosa, la situazione inizia a risultare davvero preoccupante. L’indiscrezione – come sapete – è venuta da uno degli utenti del forum NeoGaf e ha mandato nel panico anche GameStop: scopriamo perché.L’anno scorso, infatti, il gruppo ha ricavato dall’usato PS3 il 46% dei propri profitti e il recente crollo delle azioni – 7% in meno durante la giornata di ieri – non fa presagire proprio nulla di buono: situazione estrema e a tratti ridicola, secondo Michael Pachter.
L’analistia di Wedbush Securities ha affermato che Sony non avrebbe alcun interesse nel bloccare il mercato dell’usato – ha già avuto modo di giudicare questa politica “anti-consumatore” – e che, nel caso in cui dovesse comportarsi così, sarebbe Microsoft a risultarne non poco agevolata: dominare incontrastata in tutto il mondo – fatta eccezione per le Terre del Sol Levante – diverrebbe un gioco da ragazzi, vista la crisi in atto in quasi tutti i mercati.
L’utente di NeoGAF ha spiegato che tale tecnologia consisterebbe nella capacità da parte della console di individuare i giochi che sono stati già utilizzati su altre piattaforme dello stesso tipo e persino su account differenti; prima dell’avvio, il sistema controllerebbe lo stato del titolo e, sempre secondo questa fonte, ne impedirebbe l’utilizzo, qualora fosse stato già usato in precedenza.
Sony non ha ancora confermato la notizia, ma una politica del genere risulterebbe senz’altro disastrosa: le console della compagnia sono dei gioiellini – è indiscutibile -, ma è tutto il resto che lascia davvero a desiderare (a partire dai prezzi praticati per il “flop” PlayStation Vita). Non solo i price-cut tardano ad arrivare; adesso è pure iniziata una guerra all’usato: servirebbe senz’altro un po’ di autocritica e, soprattutto, un radicale cambio di rotta.
Avrà ragione Pachter? Speriamo di sì.
Via | NeoGAF