Bruce Schneier sostiene alquanto fermamente che World of Warcraft porta all’installazione di un sistema che controlla i dati sul computer degli utenti controllando se sta venendo compiuta qualche violazione del Terms of Service di WOW. Secondo Schneier questo sistema controlla diverse tipologie di dati, dai processi attivi sul pc al nome delle finestre aperte sullo schermo. Ed è plausibile che queste contengano dati sensibili. Fatto questo, controlla i dati rilevati con una lista di parole “sospette”* e se rileva qualcosa di strano che possa far sospettare la presenza di cheat o bot identifica l’utente come cheater.
La Blizzard ha risposto, negando e ridimensionando le accuse. Rimane la questione etica (ma anche quella legale non è da nulla), e inoltre la cosa crea un fastidioso precedente. Come dice giustamente Bruce, questo programma è praticamente innocuo. Il prossimo potrebbe esserlo molto meno.
* Ha lo stesso modus operandi di Echelon. Apprezzate l’ironia.
[grazie, Davide!]