I problemi finanziari di THQ sono ormai noti da parecchi mesi, ma dopo il discreto successo di giochi come Darksiders 2 i meno informati potevano pensare che il peggio fosse passato, e nemmeno la chiusura “strategica” degli uffici australiani aveva preoccupato più di tanto. A quanto pare le cose non stanno così, poiché alcuni analisti finanziari dipingono il quadro in maniera molto diversa.
THQ avrebbe infatti perso altri 21 milioni di dollari nell’ultimo quarto fiscale, e starebbe cercando acquirenti per evitare la bancarotta. Il noto analista Michael Pachter ha spiegato meglio la situazione dalle pagine di Games Industry
«Ci aspettiamo che ai creditori venga chiesta una dilazione dei pagamenti e uno sconto, ma se questi non fossero d’accordo, l’ipotesi di bancarotta è plausibile. Se la posizione finanziaria dovesse continuare a deteriorarsi, ci aspettiamo che THQ aumenti i finanziamenti attraverso una ‘equity sale’, che potrebbe portare a uno sfoltimento degli attuali azionisti. […] Sebbene THQ sia riuscita ad abbassare i costi tramite licenziamenti e ritocchi nelle date di uscita per aumentare temporaneamente i profitti, è difficile che ci siano dei veri ritorni economici favorevoli»
Continua dopo la pausa.
Pachter commenta poi il rinvio di ben tre giochi: South Park: The Stick of Truth, Company of Heroes 2 e Metro: Last Light.
«Meno uscite nel breve termine porteranno probabilmente a un declino dei guadagni e a budget di sviluppo ridotti per i giochi futuri, cosa che inciderà negativamente sulla quantità e sulla qualità dei giochi. […] I manager di THQ hanno l’abitudine di fare promesse che non possono mantenere e pubblicare giochi al di sotto delle aspettative, e l’azienda si è comportata così per gli ultimi cinque anni. Gli ulteriori ritardi dei giochi, l’aver assunto un consulente finanziario e l’ostinarsi a non rispondere alle domande sono cose che aumentano il nostro scetticismo sul fatto che un piano di recupero possa essere eseguito prima che l’azienda finisca i soldi.»
Come finirà questa crisi di THQ? Non ci rimane che aspettare e incrociare le dita, non tanto per i giochi in uscita quanto per i posti di lavoro di migliaia di persone.