Mentre negli Stati Uniti è ormai entrata nel vivo la nuova stagione NBA, noi di Gamesblog abbiamo avuto finalmente modo di farci qualche partita a NBA 2K13, simulazione di basket targata 2K Games.
Ancora una volta senza una concorrenza che si possa definire tale, grazie alla cancellazione di NBA Live 2013 da parte di EA Sports, la serie si presenta anche quest’anno come unico punto di riferimento all’interno del suo genere, lasciando spazio a tutti i pro e i contro che possono derivare da una situazione simile. Il team Visual Concepts ha però rassicurato tutti i suoi fan, promettendo un aggiornamento degno di nota rispetto a NBA 2K12, arrivando a scritturare per l’opera il rapper Jay-Z, con il quale fare in NBA 2K13 il definitivo salto anche dal punto di vista stilistico.
Dopo aver passato un po’ di tempo a giocare con LeBron James, Kobe Bryant e colleghi vari sulla versione Xbox 360 in nostro possesso, ecco il nostro responso su questo gioco: per leggerlo non dovete fare altro che allacciare le scarpe e compiere il solito salto.
Chi ha avuto modo di giocare a NBA 2K12 sa in che meravigliose condizioni sia arrivata la serie cestistica a questa annata: non a caso, la precedente edizione del gioco di cui ci occupiamo oggi è stata vista da molti non solo come la migliore all’interno del proprio genere (cosa semplice, vista l’assenza di rivali di livello), ma addirittura come miglior titolo sportivo in circolazione in assoluto, in barba ai vari MLB, Madden, NHL e chi più ne ha più ne metta, includendo naturalmente anche le serie FIFA e Pro Evolution Soccer a noi più familiari. Con tanta perfezione a fare da base, NBA 2K13 è arrivato dunque tra i migliori auspici, riprendendo quanto di buono visto nel suo predecessore, per aggiungere alcune novità. La modifica più evidente è quella relativa al sistema di controllo, da molti ritenuto a ragione un po’ difficile da padroneggiare in NBA 2K12.
Nel dettaglio, la leva analogica destra ha cambiato la propria utilità: se prima la si usava infatti per tirare, creando così una ridondanza col tasto X, adesso a essa è stata affidata l’esecuzione dei vari movimenti speciali a disposizione dei giocatori, per la maggior parte dei quali dunque non sono più richieste combinazioni particolari. Nonostante un certo impatto iniziale col nuovo sistema, già dopo aver disputato qualche partita ci si può riscoprire molto più a proprio agio rispetto al passato, promuovendo quindi la scelta di Visual Concepts di puntare su questo cambiamento. Fortunatamente, a fan nuovi e vecchi della serie viene incontro il collaudato training camp, al quale affidarsi per comprendere e provare gli svariati movimenti disponibili sia in fase d’attacco che di difesa: alla poca versatilità riscontrata nel sistema di menu d’allenamento precedente si sostituisce una maggiore velocità, rendendo quindi l’esecuzione complessiva della pratica più agevole.
Al di là dei controlli, le modifiche apportate dagli sviluppatori al gioco hanno dato allo stesso una dimensione ancora più simulativa, accentuata da quella che è una velocità di gioco ridotta (ma comunque modificabile a proprio piacere dalle opzioni di gioco) che si fa notare soprattutto nelle fasi in post. Interessante anche l’introduzione di alcuni tratti personali chiamati Signature Skills, grazie ai quali viene determinato lo stile di ogni giocatore, esaltandone le caratteristiche nelle meccaniche della partita e rendendole allo stesso tempo più evidenti a chi lo controlla.
Come Michael Jordan
Tra le varie modalità a nostra disposizione in NBA 2K13 rimane sempre quella legata alla carriera del proprio giocatore, ribattezzata per l’occasione in myCarieer. In modo molto simile a quanto visto in passato, una volta creato il proprio alter-ego virtuale si va a disputare la partita-showcase precedente al draft NBA, aspettando così di essere scelti da una delle squadre. Una modalità che resta in buona parte simile a quella di NBA 2K12, arricchita con alcuni nuovi elementi simil-ruolistici: è infatti possibile dare al proprio giocatore una vera e propria personalità, facendolo diventare un “bad boy” o un bravo ragazzo, con l’aggiunta di qualche piccolo elemento come la possibilità d’interagire col General Manager per le questioni che ci stanno più a cuore.
Il negozio presente nel gioco permette inoltre di acquistare pezzi d’abbigliamento e altri elementi, attraverso l’introduzione dei Virtual Coin, nuova moneta virtuale introdotta in NBA 2K13: oltre la myCarieer, i VC sono guadagnabili in tutte le altre aree del gioco. Un’ulteriore novità è costituita dalla modalità myTeam, paragonabile in tutto e per tutto alla Ultimate Team della serie FIFA: giocatori, allenatori e schemi sono accessibili attraverso alcuni pacchetti tipo quelli delle figurine, grazie ai quali comporre quindi la squadra per sfidare i propri amici. Non è assente ovviamente la modalità Associazione, arricchita a grande richiesta anche nella sua versione online di nuovi elementi per migliorare l’esperienza di gioco di chi vuole mettere su una lega insieme ai propri amici via Internet. Il supporto a Kinect è presente, ma a parte urlare qualche volta “Timeout!” come un vero coach difficilmente se ne fa ricorso.
Jay-Z 2K13
Passando al lato tecnico di NBA 2K13, non passa inosservato l’apporto di Jay-Z alla causa. È infatti la presenza del rapper come produttore a tradursi in una grafica dei menu diversa diversa da quella di NBA 2K12 e decisamente “tamarrizzata”. Gli stessi menu restano un po’ ostici in fase di navigazione, in quanto è stata mantenuta inalterata la scelta di far usare la leva analogica destra per farli apparire e sparire in un modo non sempre intuitivo: allo stesso modo, alcune voci restano piuttosto irraggiungibili, se non a memoria dopo ore di gioco. Qualche passo indietro nella presentazione generale delle partite, che forse qualcuno troverà più ispirata in NBA 2K12 rispetto a quella attuale.
Accantonati menu e orpelli vari, il gioco in sé è sempre uno spettacolo, e la cura di Visual Concepts per i particolari sul parquet è davvero maniacale: una volta entrati nel palazzetto sembra di vedere la partita così come la vedremmo in TV, mentre il gameplay è il primo a beneficiare delle nuove animazioni messe a punto dagli sviluppatori, privilegiando la ricerca del contatto tra gli atleti sul parquet. Nonostante la presenza di nomi come Coldplay e U2, alla lunga la colonna sonora scelta dallo stesso Jay-Z risulta un po’ monotematicamente legata al genere di cui il cantante fa parte.
Commento finale
NBA 2K13 dimostra di poter migliorare ulteriormente NBA 2K12, cosa che un anno fa avremmo ritenuto impossibile. Il nuovo sistema di controllo e le migliorie apportate da Visual Concepts al gioco ne fanno un vero e proprio must have per tutti gli amanti del basket made in USA, che con qualche piccolo accorgimento avrebbe potuto davvero rasentare la perfezione assoluta. La fase di gioco vero e proprio resta sempre la più ispirata, alla quale si accostano alcune scelte di design poco comprensibili, che comunque non vanno a rovinare la straordinaria esperienza complessiva offerta da questo titolo. Se contiamo poi la presenza di una sfida allettante tra Dream Team 1992 e Team USA 2012, di modi per passare ore e ore in compagnia di tanto basket ce ne sono sicuramente a iosa. In attesa che l’anno prossimo entri in gioco la serie NBA Live, dandoanche a questo genere di sportivo la possibilità di contare su una concorrenza che, salvo eccezioni, non può fare che bene. Nel frattempo comunque, NBA 2K13 è il miglior gioco di basket che ci si poteva augurare.
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