Negli ultimi anni, il derby infinito disputato regolarmente tra la serie di Pro Evolution e quella di FIFA ha visto prevalere la simulazione calcistica di EA per un milione di ragioni diverse: la pletora infinita di migliorie apportate di edizione in edizione da parte degli sviluppatori della sussidiaria canadese di Electronic Arts ha ridato dignità videoludica alla serie di FIFA e ha contribuito ad evidenziare l’atteggiamento estremamente conservatore che ha accompagnato, dall’altra parte del pianeta, il lavoro svolto dal 2008 ad oggi dai ragazzi di Shingo “Seabass” Takatsuka.
Per la distanza venutasi a creare tra l’esperienza di gioco delle due soluzioni “digital-pallonare” più famose del globo, ma anche per la serena consapevolezza di dover necessariamente attendere la prossima generazione di console per assistere al successivo stadio evolutivo di questo seguitissimo genere, la contrapposizione tra le due tifoserie ha però perso buona parte della sua “ferocia” originaria ed ha assunto dei toni decisamente più morbidi: basta fare un giro sui forum e sui siti di tutto il mondo (o nel corridoio di un liceo qualsiasi durante la pausa di metà mattina) per accorgersi che alla violenza dei dibattiti tra l’una e l’altra fazione stanno lentamente sostituendosi dei più pacati giri di opinioni e consigli, basati sulle prove offerte dalle recenti demo di FIFA 13 e PES 2013, su quale delle due soluzioni optare.
Ai tanti appassionati che non hanno ancora deciso il loro destino calcistico (virtuale, s’intende) e a chi vuole soddisfare la propria inesauribile sete di informazioni, quindi, offriamo i nostri pareri sulle due soluzioni di Electronic Arts e Konami cominciando col proporvi l’analisi di FIFA 13 e proseguendo, nei prossimi giorni, con quella di PES 2013.
IL SIGNORE DEI PALLONI
Dominata dal faccione sornione di Lionel Messi e dalle spericolate acrobazie del genietto di Rosario in maglia azulgrana, l’interfaccia di gioco di FIFA 13 è stata completamente ridisegnata, rispetto a quella del precedente capitolo, per rendere più agevole la selezione delle modalità classiche e di quelle introdotte di fresco. La “semplicistica linearità stilizzata” dei nuovi menù realizzati dagli artisti digitali di EA Canada, infatti, pur sembrando un semplice complemento estetico all’esperienza di gioco diviene invece determinante se consideriamo che serve, riuscendoci a meraviglia, a fare da anticamera a un numero estremamente elevato di campionati, di tornei, di competizioni diverse e di opzioni in singolo o in rete (un aspetto, quest’ultimo, di cui ci occuperemo in seguito nell’apposito paragrafo di questa recensione)
Partendo dall’ottima base offerta dall’episodio dello scorso anno, gli sviluppatori nordamericani hanno così dato ascolto alle richieste avanzategli in questi mesi dagli appassionati e, di conseguenza, hanno agito su più livelli per modificare le modalità già presenti attraverso un profondo restyling e una robusta iniezione di contenuti: l’esempio principale di questa piccola grande “rivoluzione morbida” è rappresentato dai cambiamenti legati alla Carriera. La prima e, forse, la più evidente di queste modifiche è costituita dalla fusione tra la “nuova” Carriera e la “vecchia” modalità Calciatore Virtuale, una scelta degli EA Canada dettata dalla necessità di rendere più agevole la selezione del “ruolo” di ogni utente all’interno del club (se come allenatore sul campo, come tecnico puro o, appunto, come giocatore singolo). Anche dal punto di vista gestionale e manageriale, la Carriera riesce ad offrire più di uno spunto di riflessione sugli elementi d’innovazione apportati dal team di sviluppo: interpretando il ruolo dell’allenatore, ad esempio, in base ai risultati conseguiti durante la stagione si potrà essere contattati per ricoprire l’incarico di commissario tecnico per una selezione nazionale.
Anche il sistema interno alla Carriera deputato alla gestione del calciomercato è stato al centro di una profonda opera di revisione che ha portato, in questo caso, alla riscrittura di quasi tutti gli algoritmi dedicati ai rapporti tra le società e i giocatori per le trattative sulle cessioni, sui prestiti e sugli acquisti: è in quest’ottica che va vista l’aggiunta delle contropartite tecniche, delle schede informative sui calciatori tenuti sotto osservazione e delle “promesse” da fare agli stessi per spingerli a indossare i nostri colori facendo leva sul loro innato ego (dichiarando, ad esempio, di concedergli un ruolo in prima squadra).
A prescindere dal grande lavoro svolto dagli EA Canada per rendere ancora più solida l’esperienza di gioco in singolo di FIFA 13, c’è un aspetto della Carriera che non riusciamo proprio a digerire ed è quello costuito dall’impossibilità oggettiva di intraprenderla con un amico sulla stessa console: tolto il vasto universo del multiplayer in rete, infatti, chi volesse competere “in locale” coi propri amici non ha altra scelta se non quella di rivolgersi alle classiche amichevoli o alla funzione “Crea Torneo”, davvero molto curata ma comunque non in grado di proporre alcuna forma di calciomercato o la partecipazione alle coppe (nazionali e internazionali) in contemporanea col campionato personalizzato. La presenza di decine di nuovi campionati e di 500 team su licenza rende questa mancanza ancora più bruciante, specie per chi ha la fortuna (o la sfortuna, dipende dalla bravura dei medesimi) di avere dei parenti o degli amici fidati con cui poter disputare partite a ripetizione senza dover necessariamente rivolgersi all’online.
MILLE MODI PER DIRTI “PASSALAAAA!!!”
Dal punto di vista delle meccaniche di gioco spicciole, FIFA 13 rimane nel solco della “tradizione” e si limita a smussare gli angoli vivi del gameplay del precedente capitolo: l’Impact Engine, ad esempio, era e continua ad essere alla base delle regole fisiche che governano il comportamento del pallone e il movimento dei 22 energumeni che vi corrono dietro. Ciò non toglie, però, che rispetto al passato si notino comunque dei piccoli ma evidenti miglioramenti nei contrasti e nei contatti tra gli atleti in campo, con degli accorgimenti adottati dagli EA Canada per rendere meno frequenti i bizzarri fenomeni di “aggrovigliamento” tra giocatori (specie dopo un intervento scomposto) che tante gioie ha donato ai registi di machinima su YouTube. Grazie sempre al “nuovo” Impact Engine, i difensori salgono di un ulteriore gradino nell’ipotetica scala evolutiva dei calciatori virtuali dimostrandosi in grado di tenere la posizione utilizzando la propria stazza per far perdere l’equilibrio agli attaccanti avversari e avere la meglio su di loro con plateali trattenute e interventi muscolari d’ogni tipo.
Senza nulla togliere ai difensori, FIFA 13 si conferma però come un gioco votato all’attacco, o comunque che fa della fase offensiva la sua arma più affilata. È da questo presupposto, infatti, che partono tutte le considerazioni sulle migliorie introdotte dagli sviluppatori canadesi per rendere ancora più convincenti le fasi in cui si è in possesso della palla: il nuovo “1st Touch Control”, ad esempio, apporta benefici immani alla costruzione dell’azione con dei passaggi ancora più veloci, ma anche con un fraseggio più stretto e con tocchi meno “automatici” che, differentemente dal capitolo dello scorso anno, variano in funzione della traiettoria del pallone, della pressione portata su chi difende e delle capacità tecniche di chi, appunto, attacca.
Non meno importante è poi il lavoro svolto dagli EA Canada per consentire al portatore di palla di effettuare dribbling eseguendo movimenti elusivi a 360° e non più semplici azioni preimpostate come in passato: è infatti questa la modifica più visibile del gameplay di FIFA 13 e non solo perchè da essa dipende l’esecuzione dei dribbling ma soprattutto perchè, in misura ben maggiore che in FIFA 12, provoca una netta distinzione dei calciatori più dotati da quelli meno agili e tecnici, con questi ultimi penalizzati nei movimenti e portati a compiere molti più errori nei passaggi, nei tiri, nel controllo palla e nei “giochi di fino”. La doppia linea di demarcazione immaginaria che divideva in passato i campioni affermati dai calciatori “normali” e questi ultimi dalle riserve, in FIFA 13 assume così la forma di un canyon che rende ancora più profonda la differenziazione tra le varie tipologie di atleta.
Un ulteriore elemento di varietà viene dalle modifiche apportate all’intelligenza artificiale e ai calci da fermo, nel primo caso attraverso un ampliamento delle capacità di analisi dei calciatori (sia della propria che dell’altrui squadra) e nel secondo con l’introduzione degli schemi, delle finte e dei disturbatori in barriera. Le mille sfumature delle meccaniche di gioco di FIFA 13 assicurano al titolo un realismo fisico e tattico mai raggiunto da nessun altro titolo del genere: ciò che invece manca, e che purtroppo si fa sentire con sempre maggiore insistenza nel corso della Carriera in singolo o delle omologhe modalità in rete, è il fattore “emozionale” legato alla rappresentazione del prepartita e di tutti gli altri eventi “scenici” che caratterizzano da sempre la visione di un incontro di calcio: la composta e modesta reazione dei giocatori agli eventi “speciali” (come per un rigore negato o per un cartellino rosso comminato per sbaglio a un proprio compagno), è l’esempio perfetto che ci consente di capire la mole di lavoro che gli EA Canada (o chi per loro) devono ancora sobbarcarsi per rendere davvero “simulativi” e “realistici” i loro prodotti d’intrattenimento digitale, e a poco, da questo punto di vista, può fare l’introduzione della compatibilità con Kinect o Move.
MULTIPLAYER
Nell’universo di gioco di FIFA 13, l’esperienza in singolo e il divertimento concesso dal multiplayer in rete rappresentano due realtà indissolubili che si completano a vicenda: la stragrande maggioranza delle modifiche apportate dagli EA Canada alle modalità del precedente capitolo della saga, difatti, vanno tutte nella direzione di un titolo sviluppato per essere goduto principalmente in una dimensione online. La vocazione in rete del titolo balza immediatamente all’attenzione degli utenti di lungo corso osservando il modo in cui è stata riscritta l’interfaccia di gioco a cominciare dall’accantonamento della Live Season in favore del Match Day, un “macro-modulo” integrato nelle modalità in singolo e pensato per offrire aggiornamenti costanti sulle partite della settimana, sullo stato di forma dei calciatori e su tutti gli altri eventi che legano la Carriera alle Stagioni Online e queste ultime (novità assoluta) al proprio Virtual Pro (l’alter-ego a cui ogni utente è associato e con cui può intraprendere qualsiasi tipo di competizione).
Pur mantenendo l’ossatura della modalità omonima del capitolo dello scorso anno, le “nuove” Stagioni di FIFA 13 avranno poi nuovi titoli per ogni divisione, delle inedite opzioni per il matchmaking, una specifica bacheca per i trofei, la possibilità di salvare la propria rosa e, finalmente, le promozioni e le retrocessioni basate sul piazzamento della propria squadra nella categoria di appartenenza. Le innovazioni delle Stagioni assecondano il Match Day e garantiscono un livello di immersione senza precedenti: gli aggiornamenti relativi alle formazioni più importanti della settimana, agli incontri da non perdere, ai gol più spettacolari e ai calciatori più bravi dell’ultimo turno non ci lasciano per un’istante e aiutano, seppur marginalmente, a bilanciare la scarsa attenzione riposta dagli sviluppatori nella rappresentazione scenica e “spettacolare” prima, durante e dopo ogni partita.
Lontano dalle Stagioni e dalla Carriera ritroviamo poi la modalità Ultimate Team, una sorta di “gioco nel gioco” particolarmente apprezzato dagli appassionati del precedente episodio “pallonaro” di Electronic Arts: l’esperienza offerta dall’Ultimate Team, infatti, continua a porsi in alternativa a quella classica con lo scopo di spezzarne la “monotonia” attraverso la gestione di una squadra formata da carte giocatore collezionabili, scambiabili tra gli utenti e “potenziabili” in base allo stato di forma della rispettiva controparte reale. La differenziazione netta tra questa e le restanti modalità di FIFA 13 è confermata dal lavoro supplementare che gli EA Canada si sono sobbarcati per riformulare da zero l’interfaccia utente con lo scopo (riuscito appieno) di renderlo più semplice e funzionale.
Per quanto riguarda gli aspetti “pratici” legati alla stabilità del netcode, alla velocità di connessione e alla frequenza dei fenomeni di lag a partita iniziata, invece, decidiamo di sospendere ogni giudizio per l’impossibilità di testare i server di EA fin quando, di qui a breve, non verranno presi d’assalto dagli appassionati.
GRAFICA E SONORO
Tecnicamente parlando, FIFA 13 offre il solito, altissimo livello qualitativo cui ci ha abituato la saga da qualche anno a questa parte: pur senza uscire dal seminato del precedente capitolo, i programmatori di EA Canada sono infatti riusciti a perfezionare e, in certi casi, persino a rivoluzionare quasi tutti gli aspetti estetici e funzionali del passato episodio. Gli stadi sono curati in ogni minimo particolare, i volti dei calciatori sono più riconoscibili e le animazioni degli atleti, grazie anche all’apporto benefico dell’Impact Engine sulla varietà degli interventi fisici, raggiungono livelli di realismo sconosciuti a qualsiasi altro titolo sportivo. Tra le innovazioni pure, poi, non possiamo non segnalare la presenza delle maglie storiche per tantissime squadre nazionali e di club e l’ingresso di decine di orari diversi per lo svolgimento delle partite, un’aggiunta non di poco conto se consideriamo che ad ogni ora corrisponde un determinato livello delle ombre e dell’illuminazione in generale. Tolto però l’effetto novità rappresentato dall’illuminazione, risulta evidente come non siano stati fatti degli ulteriori interventi per rendere più spettacolari e scenici gli incontri: le esultanze sono piatte e monocorde, le “scenette” d’ingresso degli atleti in campo sono incolore e continua a persistere “l’effetto robot” nel modo in cui gli atleti interagiscono tra di loro sia nelle fasi di possesso palla che, soprattutto, in occasione dei calci piazzati. Anche per quanto riguarda i menù sembra sia stato fatto davvero molto poco per risolvere il fastidioso problema del ritardo nel caricamento e nella gestione della rosa, delle tattiche e delle sostituzioni.
Di analogo tenore sono i nostri giudizi sull’audio, davvero ottimo nella scelta delle tracce della colonna sonora e dei vari “campionamenti da bordocampo” ma appena sufficiente nel tenore recitativo del duo di commentatori italiani composto da Fabio Caressa e Beppe Bergomi. Pur essendo sensibilmente aumentato il campionario di frasi a loro disposizione nel corso di ogni gara, infatti, lo stacco di pronuncia tra le frasi nuove e quelle “riciclate” dagli episodi scorsi è netto e finisce col deprime il livello di immedesimazione.
COMMENTO FINALE
FIFA 13 non è di certo il capitolo più coraggioso e originale della serie, ma alla luce delle tante, “piccole” migliorie apportate dagli sviluppatori di EA Canada non possiamo che essere soddisfatti di un’opera che, comunque sia, dimostra ancora di essere estremamente fresca, godibile e attuale.
Chi in passato ha deciso di optare per Pro Evolution Soccer, comunque, difficilmente sceglierà di compiere il salto proprio adesso o, almeno, non lo farà per le innovazioni introdotte in questo capitolo: viceversa, chi ha già deciso di abbracciare la causa di Electronic Arts troverà in FIFA 13 dei nuovi stimoli per continuare un “rapporto di collaborazione” rinsaldato dalla presenza di un’ancor più profonda impalcatura multiplayer, di un impianto di gioco pressoché perfetto, di tante nuove licenze e di un numero infinito di parametri personalizzabili.
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