Con ancora negli occhi le immagini della faraonica cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012 e le lacrime di gioia versate dagli italiani riusciti a centrare una medaglia nelle giornate inaugurali dell’evento, non possiamo non occuparci del videogioco ufficiale sviluppato da SEGA: già disponibile dalla fine dello scorso mese, il titolo sta guadagnando solo ora le copertine dei siti del settore per l’inevitabile ritorno di immagine garantito, seppur “indirettamente”, dai riflettori mediatici accesi da tutte le emittenti televisive del pianeta sulla capitale inglese.
Ciclico come un evento astronomico, l’entusiasmo olimpico che assorbe e conquista miliardi di persone in un turbinio di eventi sportivi diametralmente opposti gli uni agli altri trova ogni quattro anni una sua rappresentazione digitale nel videogioco ufficiale che, un’edizione dopo l’altra, cerca di evolversi e di rimanere al passo degli altri titoli sportivi “maggiori”: gli enormi cambiamenti avvenuti nell’industria videoludica dai tempi di Pechino 2008 e la grande concorrenza sorta nell’ultimo periodo hanno così indotto le alte sfere di SEGA ad abbandonare il rapporto di collaborazione con i ragazzi di Eurocom (la cui sede, curiosamente, è proprio in Inghilterra) e a ridare freschezza al titolo affidando il progetto di London 2012 ad un proprio team di sviluppo interno distaccato in Australia.
Per scoprire se la coraggiosa mossa compiuta dai boss della casa di sviluppo e produzione di Tokyo possa dirsi o meno azzeccata, quindi, non dovete fare altro che seguirci dopo la pausa per leggere la nostra recensione di London 2012.
UN GIOCO “DISCIPLINATO”
Il videogioco ufficiale dei Giochi Olimpici di Londra 2012, come qualsiasi altro titolo sportivo multidisciplinare, presenta punti di forza e di debolezza “tipici”: alla grande varietà di discipline ricreate digitalmente si contrappone infatti una precaria “caratterizzazione” della Carriera. Consci di questo, i ragazzi di SEGA Australia hanno perciò deciso di sfruttare al meglio la pesante licenza delle Olimpiadi integrando ad essa un ricco modulo di personalizzazione e una profonda modalità multiplayer sia per gli scontri in locale per un massimo di 4 amici in contemporanea sulla stessa console che per le gare in rete con lobby da 8 o più atleti virtuali. Ma di questo ci occuperemo in maniera più approfondita nei prossimi paragrafi di questa recensione: per il momento, concentriamoci sugli elementi della struttura di gioco e sulla bontà del ventaglio di discipline olimpiche ricreate dagli sviluppatori.
Sia nella modalità principale dei Giochi Olimpici (con 40 gare spalmate in 10 giorni tra qualificazioni, eliminatorie e finali) che nel menù di scelta libera delle discipline, gli eventi della trasposizione videoludica di Londra 2012 non vengono proposti in ordine sparso come nelle iterazioni passate della serie ma si suddividono in otto generi “maggiori” legati alla tipologia e alla natura delle competizioni ad esse correlate. Assieme alle gare su Pista (100 metri, 110 m a ostacoli, 200 m e 400 m) troviamo così gli eventi da Campo (lancio del disco e del giavellotto, getto del peso, salto in alto, salto in lungo e salto triplo), gli sport acquatici di Nuoto (con tutte le varianti note delle gare da 50 e 100 metri), i Tuffi (sincronizzati, su piattaforma o su trampolino), il Tiro libero (pistola automatica e piattello), il Tiro con l’Arco, la Ginnastica (volteggio e trampolino elastico) e gli altri sport non catalogabili nei generi principali (tennis da tavolo, keirin di ciclismo, kayak, canottaggio, bech volley e sollevamento pesi).
Tra discipline indoor, acquatiche e al coperto, London 2012 offre più di 20 eventi unici per un totale di 46 diverse competizioni suddivise per varianti di genere (maschile e femminile) e “di numero” (in singolo e in squadra): sia per le gare “classiche” che per quelle che fanno la loro prima apparizione in un videogioco dedicato alle Olimpiadi estive, ogni evento proposto dai curatori di SEGA Australia è caratterizzato da una sua particolare tipologia di gameplay orientata più al divertimento spicciolo che non alla verosimiglianza simulativa con le relative controparti sportive.
L’EVOLUZIONE DEL BUTTON MASHING
Con London 2012, gli sviluppatori della sussidiaria australiana di SEGA abbandonano il semplicistico e fastidioso gameplay tritabottoni delle soluzioni passate per passare a delle meccaniche più “ricche” sia dal punto di vista grafico che ludico: l’esempio più calzante è rappresentato dalle gare su pista, il punto focale di ogni Olimpiade estiva per l’altissimo seguito di pubblico e per le emozioni suscitate negli spettatori dagli atleti lanciati come razzi verso l’immortalità garantita dalla possibilità di superare il record del mondo sotto gli occhi di miliardi di appassionati. Negli eventi su pista e, più in generale, nelle competizioni in cui conta essere veloci, in London 2012 l’input al proprio alter-ego non viene dato dalla rapidità del button mashing ma, finalmente, dal ritmo con cui viene gestita la corsa attraverso la visualizzazione a schermo di una barra di energia: il sistema, in sostanza, penalizza il giocatore che non riesce a gestire la forza del proprio velocista e premia con una piccola accelerazione l’atleta capace di mantenere un passo svelto e “fluido” senza compiere troppi strappi.
Il ritmo, il tempo e la velocità con cui bisogna premere ripetutamente sul tasto indicato dal tutorial cambia per ogni competizione: il sistema adottato dai ragazzi di SEGA Australia per gli eventi all’aperto trova conferma nel lavoro svolto dagli stessi per rappresentare in maniera originale le gare indoor e tutte le altre discipline in cui la rapidità nella pressione dei tasti va a braccetto con l’esecuzione sincronizzata di determinate mosse “di precisione”. È questo il caso delle sfide di nuoto e degli eventi su pista come il lancio del giavellotto o del disco: per entrambi, infatti, tra i fattori determinanti per la vittoria (o comunque per un piazzamento sul podio) non troviamo solo la gestione della barra di energia ma anche la scelta nell’angolazione impressa al proprio lancio/salto attraverso la levetta analogica sinistra (anch’essa mutevole per ogni gara). L’equilibrio tra gli elementi del gameplay di London 2012 legati alla velocità e alla precisione vede propendere verso quest’ultima tutte le altre competizioni indoor, all’aperto e acquatiche: anche qui, però, le distinzioni tra una disciplina e l’altra sono parecchie. Se nel tiro con l’arco o nel tiro libero tutto viene gestito dalle due levette analogiche e dai grilletti laterali, nei tuffi sincronizzati e nella ginnastica l’esecuzione delle piroette e dei salti viene veicolata da eventi quick time basati sulla pressione dei tasti visualizzati a schermo.
La natura polimorfica della struttura di gioco eretta dai SEGA Australia per dare forma agli eventi di London 2012 lascia all’utente una libertà di scelta unica nel genere dei titoli multidisciplinari e trova compimento negli eventi “meno olimpici” come, ad esempio, il beach volley, il tennis da tavolo o il kayak, tre discipline meritevoli, da sole, di essere proposte come titoli a se stanti di progetti venduti singolarmente. Nonostante l’ottimo lavoro compiuto dagli sviluppatori, però, non tutto va come dovrebbe: la scarsa longevità della Carriera, le pesanti incongruenze nell’intelligenza artificiale degli atleti comandanti dalla CPU e nei valori espressi dalle loro performance, infatti, penalizzano in maniera piuttosto evidente l’esperienza di gioco in singolo e confermano la vocazione smaccatamente “sociale” di un titolo fin troppo generoso con gli utenti disposti a fare proprio lo spirito olimpico sfidando i propri amici in locale o in rete attraverso le modalità proposte dal multiplayer.
MULTIPLAYER
Come era logico attendersi da un titolo sportivo multidisciplinare come London 2012, il comparto multigiocatore dell’ultimo lavoro dei SEGA Australia è l’aspetto più curato dell’intera opera e rappresenta al meglio lo spirito olimpico che anima l’evento in tutte le sue sfaccettature.
Ogni competizione può essere infatti affrontata da quattro utenti collegati in contemporanea alla stessa console: per gli eventi di nuoto e su pista, lo schermo viene suddiviso in due o più parti, per le gare all’aperto e per quelle di tiro (libero, al piattello o con l’arco) i giocatori si alternano a turni e per le competizioni “speciali” (ad esempio il tennis da tavolo o il beach volley), tutti gli utenti giocano insieme a schermo interno. Ad arricchire ulteriormente questo specifico aspetto di London 2012 ci pensano poi gli eventi che, per la prima volta in un videogioco ufficiale sulle Olimpiadi estive, possono essere intrapresi in cooperativa offline assieme a un amico.
Lo stesso livello di personalizzazione e di immersione del multigiocatore in locale è garantito dal parallelo modulo multiplayer online in cui ogni utente, con le vittorie del proprio atleta virtuale, può concorrere al successo della propria nazione nel medagliere generale gestito da SEGA parallelamente ai record mondiali e alle classifiche suddivise per generi e categorie di gare.
GRAFICA E SONORO
Pur senza raggiungere il livello di dettaglio delle produzioni sportive maggiori, London 2012 riesce comunque ad offrire un discreto comparto grafico, superiore a quello del suo diretto predecessore e a quello della concorrenza: a prescindere dalle considerazioni di natura tecnica relative all’engine grafico, va dato atto ai programmatori e ai designer della sussidiaria australiana di SEGA di aver saputo “digitalizzare” in maniera egregia l’atmosfera delle Olimpiadi inglesi, dalla regia delle telecamere durante le gare (inclusi i replay delle televisioni collegate in diretta) all’emozionante direzione del cerimoniale di premiazione (con annessi inni nazionali e inquadrature ravvicinate degli atleti sul podio).
Le uniche note stonate di questo specifico aspetto dell’opera sono quelle legate all’assenza degli atleti su licenza e di tutte le rappresentative nazionali “minori”, due mancanze a cui si può comunque ovviare mediante l’apposito editor di atleti e di divise integrato nel titolo. Decisamente meno “contraddittorio” è invece il lavoro compiuto da chi si è occupato dei campionamenti audio a contorno degli eventi e della colonna sonora, sufficienti sia nel primo che nel secondo caso a ricreare l’atmosfera olimpica di cui sopra.
COMMENTO FINALE
Il più grande pregio di London 2012 è anche il suo più evidente difetto: il peso della struttura di gioco, infatti, garantisce un alto tasso di divertimento e di varietà ma non consente alle singole discipline di avere un proprio carattere distintivo all’interno della galassia di eventi proposti dagli sviluppatori di SEGA Australia. Così unici e al tempo stesso così somiglianti, gli sport inseriti nell’ultima edizione del videogioco ufficiale dei Giochi Olimpici guadagnano esponenzialmente in importanza se affrontati in compagnia dei propri amici sia in rete che in locale, e questo anche grazie al ricco modulo di personalizzazione integrato dagli sviluppatori per controbilanciare l’assenza dei nomi reali degli atleti delle singole nazioni (il cui numero, per giunta, è limitato ai soli Stati più importanti).
London 2012 assorbe una parte considerevole dello spirito olimpico di questi giorni per restituircelo sottoforma di un titolo fresco che dimostra di essere un titolo perfetto per passare qualche ora in compagnia dei propri amici in queste infuocate serate di mezza estate: l’inevitabile abbandono delle gare in rete da parte degli utenti entro le prossime settimane e l’oggettiva carenza di elementi in grado di intrattenere gli appassionati all’infuori delle modalità multiplayer, però, ne fanno un titolo adatto solo per chi ha la certezza di potervisi dedicare assieme ai propri amici dentro e, soprattutto, fuori dai confini di internet.
Cosa ci piace | Cosa non ci piace |
|
|