Una delle primissime affermazioni che ci sono venute in mente guardando FIFA 13 è stata questa: “squadra che vince non si cambia“. Alla fine, però, riflettendoci, tale detto non rende l’idea di quanto stanno preparando per noi nei lussuosi studi di Vancouver. Perché se è vero che il calcio targato EA Sports nella prossima stagione parlerà la stessa lingua, è altresì corretto dire che lo farà servendosi di nuove sfumature.
Onde evitare equivoci, anche a costo di apparire banali, è bene sottolineare che la versione di FIFA 13 che ci ha brevemente illustrato David Rutter, producer del gioco, è ovviamente ancora in fase di sviluppo. Ciò che abbiamo visto e provato, quindi, non rappresenta che una sbirciata superficiale su un lavoro ancora in divenire. Tuttavia le linee guida ci sono, e sono anche piuttosto nette.
Rutter si è anzitutto servito di una citazione di José Mourinho, in cui l’attuale tecnico del Real esalta l’imprevedibilità quale componente principe di questo sport. Per il portoghese è l’imprevedibilità che rende il calcio così entusiasmante. Certo, in un periodo come il nostro alludere al carattere imprevedibile di quella che per molti rappresenta una sincera passione forse potrebbe suonare sarcastico. Tuttavia, perché no? Il calcio giocato, da quello che praticavamo nel cortile scolastico con palloni di carta e scotch a quello che si vede nei più blasonati manti erbosi del mondo, è e rimarrà meraviglioso perché, in fondo, tutto è sempre possibile in questo sport.
Questa premessa ci aiuta ad inquadrare alcuni dei sostanziali cambiamenti di cui Rutter ci ha messo al corrente. In tal senso è bene seguire lui, perché in fondo il discorso si sviluppa successivamente a tale spunto. In un titolo che tende a riprodurre qualcosa in cui “tutto può accadere”, ci sono elementi che fino a FIFA 12 hanno sempre stonato. Per esempio: come mai anche il più modesto dei giocatori è in grado di effettuare uno stop degno del miglior Ronaldinho?
Ebbene, una delle peculiarità di FIFA 13 sarà proprio il primo tocco. Non più un dato acquisito, qualcosa di automatico, indipendente da certi parametri nonché dalla nostra abilità. Cominciate a mettere in conto che da Settembre/Ottobre vi toccherà ripartire dai rudimenti, perché in fondo lo stop è una delle lezioni base del calcio. E non ci avremmo creduto a pieno se non l’avessimo sperimentato noi stessi. Il pallone non si lascerà più addomesticare come la più docile delle bestioline; rappresenterà invece un essere piuttosto irrequieto, con cui dovremo prendere confidenza.
Un nostro collega ha saggiamente domandato quanto ciò potrebbe incidere in termini di apprendistato. Perplessità a nostro parere fondata, visto che, di primo acchito, padroneggiare una simile introduzione potrebbe presentarsi meno agevole del previsto. Tuttavia, come quasi sempre accade, pad alla mano la musica cambia. E’ vero, pare siano finiti i tempi in cui effettui un lancio o un passaggio e basta intercettarlo. Eppure i comandi rispondono in maniera tutto sommato immediata, anche se, è corretto sottolinearlo, abbiamo potuto giocare una partita e assistere a qualcun’altra.
Inevitabilmente tutto ciò non può che ripercuotersi anche sui contatti (frutto del Player Impact Engine). Questo è il secondo aspetto su cui gli sviluppatori canadesi stanno lavorando da Dicembre con maggior zelo. Impossibile descrivere l’intera casistica, ma ci ricolleghiamo a quanto sopra espresso mediante un piccolo esempio. Mettete di aver stoppato male il pallone ed esservelo allungato. Bene, a quel punto il diretto avversario tenterà di sottrarvelo, e sarà lì che si innescherà uno scontro che a nostro parere rappresenta un po’ una novità. Diciamo che l’antipatico problema dei rimpalli non è totalmente rientrato, ma qualche miglioramento lo si nota già.
Anche perché dalla prossima iterazione sarà possibile non solo strattonare (e meglio) nell’uno contro uno, ma si potrà anche tirare la maglia all’avversario. Potrebbe capitare di non capire come mai di certi falli fischiati in un primo momento, ma ci vorrà poco per rendersi conto di aver ecceduto nel trascinare platealmente un giocatore. Lungi dall’appesantire il tutto, però, una delle ambizioni chiave di EA Sports è quella di rendere il gioco più fluido e dinamico.
Ecco allora la misura adottata per rendere almeno in parte possibile tutto ciò. In FIFA 13 la fase offensiva è stata curata a partire dall’IA. Anche in questo caso, cerchiamo di essere pratici. Sto avanzando palla al piede e mi trovo quasi a tre quarti di campo. A questo punto qualcuno deve muoversi per cercare il cosiddetto spazio. Ora, fino all’anno scorso bisognava essere abbastanza abili nel chiamarsi lo scatto ma… ci sono almeno due ma. Il primo. Spesso e volentieri il nostro compagno si muoveva in una direzione che non avevamo affatto contemplato. Secondo. Come fare col tizio che si trova dalla parte opposta del campo?
Difficile dire se il problema sia stato risolto, tuttavia adesso sembra davvero di assistere ad un’azione corale. Alcuni potranno storcere il naso dinanzi a certi automatismi, se così possiamo definirli, ma credeteci, allo stato attuale sembrano proprio necessari. In più sembrano funzionare. Da piccolo, quando per il sottoscritto il calcio non era un semplice passatempo, non so quante urla riuscii a raccogliere dai miei allenatori perché, da attaccante, ogni tanto dimenticavo di aggredire lo spazio. Ecco, non di rado mi sono sentito negli stessi panni di quei miei allenatori giocando ad un qualsiasi FIFA dal 2009 in avanti. Insomma, adesso il grado di intelligenza da parte del computer è decisamente incrementato in fase offensiva.
Ma non pensiate che la fase difensiva sia stata dimenticata, anzi. C’è chi sostiene che la Nazionale italiana abbia vinto due Mondiali grazie ad un’ottima difesa, quindi – vero o meno – è chiaro che non si possa glissare su questa specifica componente. Sia chiaro, nessuna introduzione della portata della Difesa Tattica, introdotta l’anno scorso. Il tutto riguarda i contatti sopracitati, nonché alcune nuove possibilità messeci a disposizione, come la possibilità di commettere ostruzione. E credeteci, a prima vista non pare poco.
Detto ciò, andiamo ad illustrare l’ultima situazione-tipo che ci è stata sottoposta, ossia i calci di punizione. Due parole: schemi ed ammonizioni. Fra qualche mese, infatti, la semplice punizione a due sarà solo una vecchia novità. Ora disporremo di veri e propri schemi, rendendo più movimentati anche i calci da fermo. In più, se stiamo difendendo, dobbiamo stare attenti agli uomini in barriera meno disciplinati, perché rischieranno il cartellino giallo in caso di inadempienza.
Già sappiamo che avreste molte domande che certamente meriterebbero risposta, ma al momento quanto vi riportiamo è tutto ciò che ci è dato sapere. Ad integrazione possiamo dire che Ibrahimovic è ancora una sorta di divinità minore, e che i tiri da fuori sono ancora più convincenti. Il resto è quanto a nostra volta sperimenteremo quando avremo il gioco tra le mani. O magari in occasione di un’altra anteprima, chi può dirlo…