Brutto debutto per Ni No Kuni in Sol Levante. Il titolo nato dalla collaborazione tra Level-5 e Studio Ghibli ha toccato appena le 65 mila copie vendute durante la sua prima settimana, cifra tutt’altro che positiva se si pensa che rappresenta appena il 40% del totale spedito ai vari rivenditori (dati provenienti da Media Create, via Andriasang). I motivi di questo (mezzo?) passo falso si potrebbero ricercare in svariate componenti.
Forse Ni No Kuni era un titolo che già, nel sentire comune del Giappone giocante, era percepito come un titolo per DS. D’altra parte è stata quella la prima console ad ospitare tale titolo. Si tratterebbe, quindi, di un’avversione, se così possiamo definirla, alla grafica performante. Ma tale tesi sarebbe in parte smentita dalle vendite di Modern Warfare 3, che oltre ad essere il titolo più venduto in territorio nipponico, nell’ultima settimana ha totalizzato solo su PlayStation 3 quasi il triplo delle vendite del gioco di ruolo targato Level-5.
Né si può dire che remake, conversioni et similia non siano nelle corde del pubblico giapponese, perché di esempi contrari ce ne sarebbero a bizzeffe. Allora cosa è andato storto? Lo stesso One Piece Gigant Battle 2 ha totalizzato 120 mila copie vendute, che comunque rappresentano il 45% del totale in stock. Numeri che fanno riflettere insomma, e che per il momento sono indice di un trend molto più occidentalizzante del previsto.