Le ultime dichiarazioni di Ubisoft (poi rettificate) legate ad I Am Alive, ma soprattutto alla pirateria sul mercato PC, sembrano aver sollevato un nuovo dibattito all’interno dell’industria videoludica, al quale ha partecipato anche il boss di Valve Gabe Newell. Ecco le sue parole ai microfoni di TCS Online:
“Crediamo ci siano dei pregiudizi sulla pirateria. Essa è quasi sempre un problema di servizio e non di prezzo. Per esempio, se un pirata offre un prodotto ovunque nel mondo, per 24 ore per 7 giorni, comprabile a proprio piacimento dal proprio PC, mentre il distributore legale dice che il prodotto ha blocco regionale, arriverà nella tua nazione tre mesi dopo essere uscito negli USA e può essere comprato solo in un negozio tradizionale, allora il servizio del pirata ha più valore. Molte soluzioni DRM diminuiscono il valore del prodotto, restringendo le possibilità d’uso di un cliente o creando incertezza.
Il nostro obiettivo è creare un servizio che abbia più valore di quello dei pirati, ed abbiamo avuto abbastanza successo fino ad arrivare al punto in cui la pirateria non è un problema per la nostra società. Per esempio, prima di entrare nel mercato russo, ci dissero che era una perdita di tempo perché tutti avrebbero piratato i nostri prodotti. La Russia sta ora per diventare il nostro mercato più grande in Europa.”
Anche se la “teoria della Russia” di Newell è cosa già nota, così come la posizione di Valve in merito alla pirateria, non può che far piacere leggere ancora una volta parole del genere da parte di un personaggio importante come Gabe Newell, che dimostra così di avere a cuore una questione da troppi altri soggetti affrontata con estrema superficialità.
Via | Slashdot