Avete mai guardato Modern Warfare 2, ma soprattutto World of Warcraft, come due giochi “di cultura della morte”? La risposta sarà probabilmente no, ma c’è qualcuno che non la pensa così: metti che l’autore di una strage come Anders Behring Breivik indichi nel suo manifesto tra le varie cose anche questi titoli e il gioco è fatto, soprattutto quando si parla di vecchie conoscenze di queste pagine come Klaus Davi, noto per il suo attacco congiunto con Carlo Giovanardi e Carlo Casini contro The Sims.
A essere tirata nel mezzo da Davi è stavolta l’Onorevole Paola Binetti dell’UDC, che per fortuna mantiene un basso profilo parlando di differenza tra realtà e finzione, auspicando allo stesso tempo un maggior livello di controllo sui prodotti videoludici destinati ai minori. Tutto questo mentre l’intervistatore continua a incalzarla, cercando di strappare qualche dichiarazione eclatante e continuando a parlare con assurdità di giochi violenti, ignorando completamente il sistema PEGI: basterebbe semplicemente far rispettare a dovere quest’ultimo senza necessità di andare a scomodare la “cultura della morte” per risolvere il problema della vendita di titoli vietati ai minori.
Che anche il buon Klaus ambisca a un posto al TG1 per fare un certo tipo di servizi?