Non c’è niente da fare: vedere apparire il nome dei Ghostbusters costituisce sempre un tuffo al cuore per i numerosissimi fan delle due pellicole cinematografiche, interpretate (tra gli altri) da Dan Aykroyd e Bill Murray. A distanza di anni infatti, l’amore per gli acchiappafantasmi è rimasto praticamente immutato, ma anzi è cresciuto sempre di più al punto da far considerare anche un clamoroso terzo film in quel di Hollywood.
Ma nel corso del tempo i Ghostbusters sono approdati anche in altri luoghi oltre che al cinema, godendo un discreto successo anche nel mondo dei videogiochi, che ben si presta per ovvi motivi alla creazione di titoli dedicati alla caccia degli ectoplasmi. Quando Ghostbusters: Sanctum of Slime fu annunciato, la reazione è ovviamente stata quella di enorme piacere da parte di tutti i fan: come non gradire del resto un gioco d’azione cooperativo da quattro giocatori, distribuito tramite i canali digitali e nemmeno troppo caro?
Fin qui, le premesse per un titolo da non perdere sembrerebbero esserci tutte: adesso che il gioco sviluppato dai canadesi Behaviour Interactive è arrivato sul mercato però, è arrivato anche il momento di tirare le somme, grazie alla versione PlayStation 3 in nostro possesso. Tutto ciò al grido di venimmo, vedemmo e li… beh, sapete perfettamente come continua no?
Who You Gonna Call?
La cosa più bella nello scaricare e installare Sanctum of Slime è costituita dalla possibilità di esaltarsi immediatamente grazie alla famosissima colonna sonora dei film, indimenticabile per chiunque sia cresciuto a pane e Ghostbusters. Ma ovviamente noi non siamo qui per ascoltare una canzone, e quindi procediamo col gioco vero e proprio: New York è nuovamente in preda al panico, dopo che il demone che risponde al nome di Dumazu il Distruttore è stato resuscitato a 4.000 anni di distanza dalla sua “morte”. Ne segue tutta una fervente attività ectoplasmica che mette a soqquadro la città: in una situazione del genere, chi chiameremo? Ovviamente i Ghostbusters, alle prese con le loro nuove reclute, che in realtà sono i veri e propri protagonisti di Sanctum of Slime.
Ci troviamo così a dover percorrere 12 differenti livelli in compagnia dei novizi del mestiere, in modalità singola con l’aiuto della CPU o in modalità multigiocatore, sia locale che via Internet. Il gioco in sé si dimostra sin da subito molto lineare, anzi probabilmente troppo per la maggioranza dei videogiocatori: i fantasmi ci arrivano addosso sotto forme diverse ma con tre colori differenti ben stabiliti, i quali corrispondono anche alla tipologia di raggio da utilizzare per sconfiggerli. Il problema principale di Sanctum of Slime è proprio la sua ripetitività, dettata da delle meccaniche di gioco che non vanno oltre meccanismo che vede l’ingresso in una nuova area dove trovarsi rinchiusi a cacciare fantasmi, ripetuta una, dieci, cento volte fino alla fine del gioco.
Rompono un po’ la monotonia i boss, che però non costituiscono un ostacolo particolarmente difficile: qui arriva purtroppo lo spunto per evidenziare un altro difetto di questo gioco, visto che alla ripetitività delle azioni si associa anche una scarsa intelligenza artificiale dei nemici, i quali per affrontare i Ghostbusters impiegano dei movimenti ben precisi che presto anche il giocatore meno esperto riesce a individuare e anticipare. Appurato che l’IA dei nemici non sia il massimo che si possa desiderare, si spera che almeno quella dei compagni impersonati dalla CPU possa fare il proprio dovere: sbagliato, perché se nelle fasi meno concitate questa si comporta piuttosto bene, nei momenti clou inizia a dare letteralmente di matto compiendo azioni insensate che rischiano di tradursi spesso nella sconfitta dell’intero gruppo di reclute.
Tecnicamente a pezzi
Per ovviare al problema può venire quindi la naturale voglia di sfruttare la componente multiplayer di Sanctum of Slime, come dicevamo divisa tra quella locale e quella via rete: discorso valido solo per le versioni PS3 e X360 del gioco in realtà, visto che su PC non c’è ombra del gioco via rete, il che può probabilmente bastare a far considerare seriamente l’acquisto di questo titolo a chi dovesse avere intenzione di giocarlo su quest’ultima piattaforma.
Comunque sia, nonostante si possa ovviare al problema dell’IA con la presenza di amici umani, i difetti da cui anche il multiplayer è afflitto finiscono irrimediabilmente per rovinare l’esperienza di gioco: oltre alla già citata ripetitività, ci si ritrova infatti di fronte alla scelta molto discutibile di non rimpiazzare eventuali giocatori disconnessi con altri, ma con la sola CPU. Siete nel bel mezzo di una partita e vi ritrovate senza compagni? Come si suol dire, attaccatevi al tram. Se invece qualcuno dovesse abbandonare durante una partita locale la situazione diventa ancora peggiore, visto che non è possibile rimpiazzarlo in alcun modo.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, l’aspetto migliore di Sanctum of Slime è costituito dalle scene d’intermezzo con le quali la trama viene sviluppata, realizzate con un convincente stile fumettoso, tra l’altro disegnato anche molto bene. Per il resto, il comparto tecnico procede in linea con la povera esperienza di gioco raccontata fin qua: l’ambientazione è sì ispirata dalle scene dei due film, ma anch’essa ripetitiva e scarna negli elementi, così come tra fantasmi e acchiappafantasmi il dettaglio lascia molto a desiderare. Si salvano solo un po’ i boss, ma si tratta comunque di nulla in grado di lasciare a bocca aperta. Il sonoro – Ghostbusters-theme principale a parte – è pure lui da dimenticare, sia per colpa della colonna sonora ridotta all’osso, sia per gli sterili effetti.
Commento finale
Pur ritenendomi un grandissimo fan dei Ghostbusters, non mi sentirei di consigliare Sanctum of Slime anche a chi come me ha rivisto centinaia di volte i due film facendone una sorta di culto personale. I troppi difetti del gioco rendono l’intera esperienza scialba e noiosa come poche altre, al punto che nemmeno il prezzo ridotto di 7,99€ riesce nell’impresa di invogliare all’acquisto. Basti del resto guardare le polemiche sui forum di Atari e Steam per rendersi conto della situazione. Come si suol dire: uomo avvisato, mezzo salvato, anche se in questo caso con sommo dispiacere di fronte a quella che è a tutti gli effetti un’occasione persa (oltre che una prestigiosa licenza incredibilmente sprecata).
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