A meno di due anni dalla commercializzazione dell’ottimo Round 4 e a soli sei mesi di distanza dall’annuncio dello sviluppo del suo diretto seguito da parte degli ormai esperti ragazzi di EA Canada, la campanella di Fight Night Champion comincia a risuonare nei negozi di videogiochi occidentali per informare tutti i pugili virtuali che è finalmente giunto il momento di stringere i lacci dei guantoni e di prepararci psicologicamente per questa nuova avventura sportiva.
Per cercare di rimettere in forma la saga di Fight Night prima che finisca rovinosamente la sua carriera per KO tecnico contro le nuove serie picchiaduro che si stanno affacciando sulla scena videoludica in questi anni (da UFC a MMA), con Champion gli sviluppatori della sussidiara nordamericana di Electronic Arts tenteranno il tutto per tutto allenando la loro prossima creatura ad offrire delle meccaniche di gioco più reattive, un approccio decisamente più crudo e realistico alla rappresentazione scenica dei combattimenti, una modalità Legacy più ricca e un’inedita linea narrativa rappresentata dalla modalità Champion e legata alla travagliata storia personale di Andre Bishop, una giovane stella del pugilato.
Proviamo allora a scoprire, attraverso questa recensione, quali e quante promesse fatteci in questi mesi dal programmatori di uno dei team più quotati dell’arcipelago EA Sports sono state mantenute.
NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI SCAZZOTTA
Costretti all’angolo come sparring partner alle prime armi, fiaccati da una serie di episodi la cui data d’uscita è diventata minacciosamente sempre più vicina col passare del tempo (tre anni da Round 3 a Round 4, un anno e mezzo da Round 4 a Champion) e obbligati a deprimere la loro naturale propensione all’innovazione con un lavoro tremendamente ripetitivo, questa volta i ragazzi di EA Canada hanno intelligentemente deciso di rimodulare gran parte dell’esperienza di gioco dei capitoli precedenti di questa storica interpretazione videoludica del pugilato per offrire agli amanti del genere un prodotto in grado di superare indenne la prova del tempo.
Prima ancora che nell’inedita impostazione dei combattimenti o nel ricco ventaglio di modalità di gioco proposteci (di cui ci occuperemo per esteso tra non molto), il lungo ed estenuante processo creativo a cui gli sviluppatori si sono sottoposti in questi mesi trova espressione nella vocazione “matura” del progetto nel suo insieme: Champion, infatti, è il primo episodio della serie di Fight Night ad essere rivolto esclusivamente ad un pubblico di soli adulti, ed il perchè è presto spiegato. I ragazzi di EA Canada hanno infatti deciso di evolvere la saga e di portare a compimento il lavoro iniziato anni or sono da chi li ha preceduti sul ring virtuale di Fight Night con una sferzata di miglioramenti incentrati, nella maggior parte dei casi, sugli aspetti “adulti” di questo sport
Dallo sforzo sovrumano cui si sottopongono gli atleti per fregiarsi del titolo di Campione Mondiale di categoria alla rabbia agonistica che i pugili scatenano sul ring per avere la meglio sull’avversario di turno (sperando così di attutire psicologicamente il fastidio del dolore dei colpi che ne trasfigurano il volto fino a mutarlo in una vera e propria maschera di sangue contorta), tutto in Fight Night Champion assume una tragicità ed un realismo mai concepiti nè tantomeno raggiunti da un analogo titolo sportivo. L’immediata conseguenza di questa nuova impostazione “filosofica” sta nella crudezza degli incontri e nella loro forte aderenza con la realtà, ma anche nel tenore e nell’importanza che le varie modalità singleplayer e multiplayer rivestiranno nell’economia complessiva del titolo.
GLI OCCHI DELLA TIGRE
Il cuore dell’esperienza a giocatore singolo di Fight Night Champion pulsa al ritmo delle modalità Training, Legacy e, appunto, Champion. Il primo caso, come è facilmente intuibile anche da chi non è avvezzo a questo genere di prodotti, raggruppa e schematizza una serie di esercizi da compiere per determinare il nostro grado di “confidenza” con il sistema di movimento e combattimento nel suo complesso, esprimendolo poi con un punteggio finale che tiene traccia dei colpi subiti e di quelli andati a segno per proiettarne i valori in una doppia classifica locale e globale (la prima per segnalare i progressi individuali, la seconda per analizzarli con quelli degli altri utenti in Rete).
Ben diverso (e ci mancherebbe altro!) è invece il discorso relativo alla modalità Legacy, la quale, esattamente come con la precedente iterazione della saga, ci permette di creare un nostro atleta per intraprendere con esso una vera e propria Carriera: nonostante i molteplici punti di contatto con Round 4 (dal sistema di gestione dei messaggi degli sponsor alla ciclicità delle sedute di allenamento e dei tornei), la Legacy Mode di Champion rompe con il passato per introdurre elementi incredibilmente interessanti, i più importanti dei quali sono certamente l’editor (mostruosamente più complesso e ricco di opzioni), il training “settoriale” (con una decina di allenamenti specifici che, tramite dei mini-giochi, ci consentono di potenziare il nostro alter-ego virtuale con estrema precisione) e la gestione dei punti esperienza (le sedute in palestra, stavolta, donano molti più punti che possono essere spesi per rafforzare il nostro pugile dandogli un carattere tutto proprio).
Se la modalità Legacy continua a rimanere saldamente ancorata alla tradizione della saga e non riesce a rappresentare al meglio lo spirito rinnovatore dei ragazzi di EA Canada, la modalità Champion va nella direzione opposta e, quasi fosse una sorta di “gioco nel gioco”, sperimenta un’esperienza narrativa “simil-cinematografica” mai concepita in nessun altro titolo della serie di Fight Night. Esattamente come nella storica saga di Rocky che ha consacrato il talento (leggasi “i muscoli”) di Sylvester Stallone, la modalità Champion accentua la vocazione “crudemente spettacolare” del progetto e taglia coraggiosamente i ponti con il titanico editor per lasciarci indossare i sudici guantoni di Andre Bishop, un giovane pugile che, con l’aiuto del suo coach Gus Carisi, dovrà sudare non poco per mettere a frutto il suo immenso talento e, possibilmente, stare alla larga da un promoter che cercherà in tutti i modi di invischiarlo in un losco giro di scommesse milionarie su incontri pilotati con avversari compiacenti.
Pur nella sua estrema brevità (dalle 4 alle 6 ore per portarla a termine), la modalità Champion riesce ad influenzare positivamente la Carriera e ci permette di approcciarci con gradualità alle nuove meccaniche di gioco escogitate dai ragazzi di EA Canada per rimescolare le carte in tavola ed offrire un futuro alla saga di Fight Night.
CENTO COLPI DI SPAZZOLA PRIMA DI CADERE AL TAPPETO
L’immenso coraggio dimostrato con la modalità Champion dalla sussidiaria canadese di Electronic Arts trova conferma nella scelta, altrettanto coraggiosa, di rivedere da zero il sistema di movimento e combattimento escogitato con il capitolo di Fight Night dato alla luce nel 2004 e perfezionato con gli episodi successivi: come spiegatoci dagli stessi ragazzi di EA Canada nel corso di questi mesi attraverso delle esaurienti video-dimostrazioni, la mole di novità nel gameplay di Champion è tale da seguire il doppio binario dei sistemi definiti “Full Spectrum Punch Control” e “Regional Anaerobic Fatigue”.
Assecondando l’approccio decisamente più crudo e realistico alla rappresentazione scenica dei combattimenti e al percorso stesso che dovrà intraprendere il nostro atleta per raggiungere la vetta della propria categoria di riferimento, i controlli Full Spectrum mettono in atto una vera e propria rivoluzione copernicana e rivedono completamente i movimenti dello stick analogico destro richiesti al giocatore per poter sferrare uno o più colpi: se in passato bisognava “disegnare” dei semicerchi e delle figure ancora più complesse con l’analogico, stavolta ad ogni direzione della levetta destra corrisponderà un determinato gancio, diretto o montante dalla potenza dosabile attraverso uno dei tasti dorsali del pad (di default, il destro). Questa scelta, pur sembrando semplicistica ad una prima occhiata, rende invece gli scontri dannatamente più tecnici, consentendoci di studiare un nostro peculiare stile di combattimento e di metterlo fulmineamente in pratica in funzione del successivo scambio di colpi con il nostro diretto avversario: l’unica considerazione “negativa” che siamo costretti a fare sul Full Spectrum è quella relativa all’impossibilità di annullare “al volo” le combinazioni portate in rapida sequenza per scartare gli allunghi nemici o adottare una posizione difensiva, anche se, in questo modo, siamo obbligatì a ponderare con scrupolo ogni singola mossa.
Chi, nonostante la bontà dei nuovi controlli Full Spectrum, continuerà a preferire il passato sistema di combattimento o comunque vorrà effettuare dolcemente la transizione per non perdere in un sol colpo le ore di esperienza accumulate con i precedenti episodi della serie, volendo ha la possibilità di disattivare in qualsiasi momento il “Full Spectrum Punch Control” (modificando al contempo sia la velocità standard dei pugili che l’accuratezza dell’intelligenza artificiale) agendo da una serie di opzioni facilmente rintracciabili nel menù di gioco.
Parallelo al Full Spectrum troviamo poi il Regional Anaerobic Fatigue, ossia un complesso sistema di affaticamento settoriale studiato per rendere ancor più realistici e tecnici gli scontri sul ring: diversamente dagli altri picchiaduro, infatti, Fight Night Champion gestisce la fatica e la tonicità di quattro specifiche aree del corpo dell’atleta (due per le braccia, una per il tronco e l’altra per le gambe) per spingerci a variare di frequente lo stile di combattimento, il braccio con cui affondiamo i colpi e, più in generale, il nostro stesso atteggiamento. Le ripercussioni di questo sistema si riverberano pesantemente in ogni singolo round, arricchendo così gli scontri di situazioni fino ad ora sconosciute (chi, per pigrizia o per opportunismo, nei precedenti capitoli della saga era solito colpire l’avversario sempre con la stessa mossa, all’interno dell’universo pugilistico di Champion stancherà velocemente il braccio e non sarà più in grado di difendersi con efficacia nè tantomeno di effettuare colpi potenti).
L’ennesima prova dell’importante sforzo programmatico dei ragazzi di EA Canada è data dalle animazioni dei pugili che, nonostante l’apparente semplificazione apportata alle meccaniche di gioco con lo stick analogico destro, saranno più del doppio di quelle apprezzate in Round 4, con tutte le conseguenze del caso che potete facilmente immaginare (combattimenti più variegati, fedeltà alle controparti reali quasi assoluta e personalizzazione estrema dello stile del proprio alter ego).
MULTIPLAYER
Esaltata dall’infinito dedalo di opzioni concesse dal singleplayer, l’esperienza di gioco di Fight Night Champion trova compimento nella ricca componente multiplayer ed asseconda le esigenze degli appassionati attraverso le Online Gyms. In maniera non troppo dissimile dai Club di Test Drive Unlimited 2, dall’Autolog di Need for Speed Hot Pursuit o dalla Comunità online di Pro Evolution Soccer 2011, le “Online Gyms” di Fight Night Champion altro non sono che delle palestre virtuali a cui ogni utente può iscriversi per partecipare a sfide e tornei personalizzati, il tutto finalizzato all’accrescimento dell’esperienza e del prestigio dell proprio pugile creato da zero.
Per fidelizzare i giocatori ed allungare a dismisura la longevità del titolo a prescindere dalla Carriera in singolo, dalla cinematografica modalità Champion e dalle corpose Online GYms, gli sviluppatori della sussidiaria nordamericana di Electronic Arts hanno saggiamente deciso di riprendere gli scontri competitivi “classici” delle passate iterazioni della saga, rimodulandoli in funzione dei controlli Full Spectrum per trasformarli in andrenaliniche battaglie che premiano la bravura e l’attenzione prima ancora che la fortuna o, peggio ancora, la furbizia (nell’accezione negativa del termine, s’intende).
GRAFICA E SONORO
Da qualsiasi punto di vista lo si voglia osservare, il comparto tecnico di Fight Night Champion rappresenta la più alta vetta grafica ed artistica mai raggiunta nella saga di Electronic Arts e nell’intero genere dei picchiaduro: la ricchezza di dettagli dei modelli poligonali degli atleti, la pioggia scrosciante di effetti particellari, il miracoloso dinamismo delle telecamere, la bontà delle scene di intermezzo della modalità Champion e il realismo nella raffigurazione dei tagli e degli ematomi sul volto dei pugili rasentano la perfezione e contribuiscono ad accrescere il senso di immersione garantito dalle nuove meccaniche di gioco. L’unica critica che possiamo muovere in tal senso agli sviluppatori è quella relativa ai lunghi tempi di caricamento tra un match e l’altro, a cui bisogna aggiungere l’insolita lentezza dei menù di gioco alla fine di un incontro (un problema, quest’ultimo, particolarmente fastidioso per tutti coloro intenzionati ad offrire una rivincita immediata al proprio avversario in carne ed ossa).
Meno entusiastici della componente grafica di Fight Night Champion sono invece i giudizi relativi al comparto audio dell’opera: se i campionamenti adottati per rappresentare gli incontri sia nella spettacolare fase di presentazione dei pugili che in quella del combattimento vero e proprio sono qualitativamente sufficienti, i briosi brani scelti dai ragazzi di EA Canada per allietare i nostri momenti all’interno dei vari menù di gioco non sembrano legare con la vocazione “adulta” del progetto nel suo insieme, specie considerando la violenza dei match e l’assoluta mancanza di pezzi rock.
COMMENTO FINALE
Con Fight Night Champion, gli sviluppatori di EA Canada rimangono aderenti alla rappresentazione estetica della boxe offerta dai precedenti iterazioni della saga, cercando però di rimescolarne dall’interno il gameplay e l’impostazione stessa dei combattimenti per offrirci un qualcosa di innovativo e familiare al tempo stesso.
La personalizzazione estrema dell’esperienza di gioco, la duttilità del sistema di combattimento, il rinnovato comparto grafico e l’infinita longevità garantita dalle eterogenee modalità proposteci sono piccoli diamanti che gli esperti ragazzi della sussidiaria canadese di Electronic Arts lanciano nello stagno videoludico per incresparne le onde e scuotere dal torpore la saga di Fight Night e i tanti appassionati che, guardando erroneamente a questo Champion come ad una sorta di “appuntamento annuale” caratterialmente sterile, avranno di chè divertirsi per i mesi e gli anni a venire.
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