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Quando è arrivato sul mercato circa quattro anni fa, il primo Castlevania: Lords of Shadow è stato una piacevolissima esperienza. A contraddistinguere la fatica di MercurySteam, realizzata col fondamentale apporto di Kojima Productions, fu soprattutto il suo saper introdurre elementi di novità all’interno di una serie con una lunghissima tradizione, rispettando comunque anche quest’ultima in termini di meccaniche di gioco e ambientazione. Arrivato inizialmente solo su console casalinghe, il gioco ha visto un primo sequel, Mirror of Fate, realizzato da MercurySteam in esclusiva per Nintendo 3DS, mentre i giocatori PC continuavano ad aspettare una versione del primo capitolo per la loro piattaforma preferita, arrivata durante il 2013.
Pur facendo parte della stessa trilogia e conservando il confermato team di sviluppo MercurySteam, per Lords of Shadow 2 sono diverse le differenze dal suo diretto predecessore: cambiamenti che in realtà coinvolgono anche gli addetti ai lavori per il progetto, vista l’assenza di Kojima Productions ai lavori, oltre che quella di Hideo Kojima nel ruolo di produttore. Come stiamo per vedere, le novità che MercurySteam ha deciso di riservarci spaziano dalle meccaniche di gioco all’ambientazione: non ci resta a questo punto che tornare in compagnia di Dracula, per scoprire che cosa ci aspetta nell’ombra.
Sono il Conte Dracula
A beneficio di chi non avesse giocato ai due capitoli usciti prima di esso, Lords of Shadow 2 si apre con una breve parte introduttiva, destinata sia a fare da tutorial del sistema di gioco, sia a raccontare brevemente i fatti narrati in precedenza. Senza voler anticipare nulla, la storia è sempre quella della famiglia Belmont e di Dracula, che ritroviamo privato completamente dei suoi poteri e letteralmente a secco di sangue. Il protagonista si risveglia nei giorni moderni, per ritrovarsi rinchiuso all’interno di una cattedrale: la trama lo porterà a intraprendere una nuova lotta per riappropriarsi delle sue abilità speciali, in modo da riuscire a ostacolare l’imminente arrivo di Satana e riuscire a porre così fine anche alla propria esistenza. L’avvento del nemico di sempre è anticipato dall’apparizione di mostri di ogni genere, ma non solo: la scelta di ambientare Lords of Shadow 2 in tempi più recenti ci porta infatti anche ad avere a che fare con nemici di altro genere rispetto a creature varie, oltre che a conoscere entità come la Bioquimek Corporation, un’industria farmaceutica che definire di umbrelliana memoria è sicuramente poco.
Se i fan della serie vorranno sicuramente sapere come andrà a finire, ai meno affezionati la trama potrà probabilmente sembrare a tratti anche un po’ scontata, perdendo da questo punto di vista il confronto con quanto visto quattro anni fa: la flessione è evidente anche nella narrazione, elemento in cui si sentiva precedentemente la mano del maestro Hideo Kojima. Non si tratta purtroppo dell’unico confronto in cui Lords of Shadow 2 esce sconfitto dal suo fratello maggiore, visto che in termini puramente stilistici i luoghi offerti dalla sua ambientazione risultano meno affascinanti rispetto a quelli gotici che abbiamo già avuto modo di apprezzare; per fortuna questi ultimi non sono scomparsi completamente, visto che Dracula andrà avanti e indietro tra il presente e il passato, sfruttando la magia della sua stirpe e dei suoi servi per recuperare i propri poteri.
Non vogliamo però stare qui solo a criticare, perché sarebbe ingiusto per Lords of Shadow 2: tra le novità più interessanti, troviamo infatti le dinamiche maggiormente aperte, implementate da MercurySteam, che ha così voluto dare ai giocatori di Lords of Shadow 2 una maggior libertà d’azione e di esplorazione, per approcciare differentemente gli eventi del gioco e raccogliere i vari elementi speciali che si trovano lungo il percorso di Dracula. Encomiabile allo stesso modo è anche il sistema di combattimento, che ci vede inizialmente dotati solo di una frusta simile all’arma di Dracula conosciuta in precedenza, affiancata poi da una spada in grado di restituire energia vitale al protagonista e un paio di guanti da usare per sfondare corazze e scudi: il lavoro di progettazione degli sviluppatori porta il giocatore a combinare tutte e tre le armi, impegnandolo dunque in conflitti che non si presentano mai con banalità. Interessante anche il sistema di crescita, che ai punti esperienza maturati in battaglia affianca alcune abilità da “allenare” sul campo.
Gioia per gli occhi
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Al contrario di altri titoli usciti in questo periodo, Lords of Shadow 2 ha mancato l’appuntamento con la nuova generazione di console, approdando su PlayStation 3 e Xbox 360, oltre che su PC. Proprio quest’ultima versione è dunque, per ovvi motivi, quella che dal punto di vista tecnico si presenta di maggior interesse, staccando nettamente le altre due in termini di qualità: l’ottimizzazione effettuata da MercurySteam permette infatti al gioco di girare tranquillamente alla risoluzione più alta di 1080p senza particolari perdite di frame, anche nel caso in cui si sia in possesso di un hardware non proprio recentissimo.
Parimenti di qualità è l’aspetto grafico, curato in ogni suo elemento, e dunque in grado di garantire la possibilità di ottenere dal proprio PC la soddisfazione che è lecito aspettarsi per i propri occhi. Da segnalare anche l’introduzione di un’inquadratura controllabile tramite stick destro del controller, introdotta dagli sviluppatori soprattutto per supportare a dovere le dinamiche più aperte offerte al giocatore da Lord of Shadow 2. Un audio di primo piano completa quello che è in conclusione un comparto tecnico di altissimo livello, grazie soprattutto a un’ottima colonna sonora e a un doppiaggio effettuato (in inglese) in modo impeccabile.
Commento finale
Castlevania: Lords of Shadow 2 è un buon gioco, ma purtroppo per lui il confronto col primo capitolo è d’obbligo. A MercurySteam va il merito di aver provato a introdurre alcune novità sulla carta interessanti, che implementate in questo modo danno però l’impressione di un titolo volutamente un po’ più piacione del precedente, con cui provare ad attirare una maggiore fetta di pubblico: la terribile fase “stealth”, in cui ci si ritrova a muoversi dopo essersi trasformati in ratti, è solo l’esempio più evidente.
Gli elementi positivi di questo titolo sono comunque facilmente riscontrabili, anche se è un peccato che questo sequel non possa ricalcare pienamente le orme del primo Lords of Shadow. I fan del nuovo corso di Castlevania avranno comunque di sicuro modo di apprezzare questo nuovo capitolo, che potrà risultare utile anche a chi grazie a esso entrerà nel mondo della famiglia Belmont: in tal caso, non perdete l’occaione di recuperare quello che è stato uno dei giochi più interessanti del suo genere, nel corso degli ultimi anni.
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