Dopo averla attesa a lungo, la nuova generazione di console è finalmente arrivata. I lanci di PlayStation 4 e Xbox One, avvenuti nelle ultime settimane, si sono rivelati dei veri e propri successi, che hanno coinvolto pienamente le tante persone affamate di novità riguardanti l’intrattenimento elettronico. Gli eventi programmati per dare il benvenuto alla cosiddetta next-gen sono culminati con l’arrivo della console di Sony anche nel Vecchio Continente, avvenuto lo scorso 29 novembre.
Come sappiamo, secondo i dati aggiornati dall’azienda giapponese al 1 dicembre, il milione di unità vendute dopo l’arrivo del 15 novembre sul suolo americano è più che raddoppiato, grazie naturalmente alla suddetta uscita di PlayStation 4 in Europa e Australasia. A distanza di una settimana esatta da quando anche in Italia gli acquirenti della prima ora hanno avuto modo di mettere le mani su PlayStation 4, vogliamo tirare le somme su quello che la console ha da offrire, raccontandovi l’esperienza d’uso maturata in questi 7 giorni.
Piccola e potente
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Partiamo come da tradizione dalla confezione della console, nella cui versione base troviamo come accessori il nuovo controller DualShock 4 e un headset con filo, insieme a un cavo HDMI che può sempre fare comodo. Una volta presa in mano, PlayStation 4 stupisce soprattutto per le sue dimensioni ridotte, che la rendono più piccola anche della versione “SuperSlim” di PlayStation 3 e sensibilmente meno ingombrante sia rispetto alla prima edizione della precedente console di Sony, sia rispetto a quella di Xbox 360. Il design della console è decisamente piacevole da guardare, e segna l’abbandono definitivo da parte dell’azienda giapponese delle forme curveggianti che avevano contraddistinto la prima versione di PlayStation 3, per quello che se vogliamo è un ritorno allo stile di PlayStation 2. Una luce orizzontale taglia in due il dispositivo, illuminandosi di blu durante l’accensione e cambiando colore verso il bianco durante le fasi successive all’avvio. La conformazione di PlayStation 4 le permette di essere posta anche in posizione verticale, senza l’impellente necessità di acquistare lo stand ufficiale realizzato da Sony, anche se nel collocarla sul piano d’appoggio si avverte la mancanza di gommini che le permettano un impatto un po’ più leggero: occorre quindi fare attenzione. Niente di particolare da segnalare per quanto riguarda le varie uscite, se non la presenza di una porta apposita per PlayStation Camera. Dal punto di vista dei componenti interni, credo sia ormai inutile commentare più di tanto le caratteristiche dell’hardware interno, ormai note e stranote grazie alla moltitudine di articoli pubblicati da chiunque nei mesi scorsi: ricordiamo solo la presenza di CPU 8-core sviluppata insieme ad AMD, 8 GB di GDDR5 e 500 GB di spazio interno.
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Passiamo dunque al nuovo gioiello di casa Sony, il DualShock 4 che di fatto segna la prima reale evoluzione della periferica di controllo a partire da quella per la prima PlayStation. L’aspetto più eclatante è sicuramente la presenza del nuovo tasto Options, che di fatto va a soppiantare il vecchio Start: nome diverso ma funzioni abbastanza simili, con una differente collocazione posta più in alto e più verso i tasti frontali del pad. Il tutto per lasciare spazio al touchpad, alla sinistra del quale troviamo il nuovo tasto Share. La forma stessa del controller risulta diversa all’impugnatura, rendendo necessario un piccolo periodo d’adattamento affinché i tasti R2 e L2 non diano fastidio alle dita. Anche per il bottone Options ci vuole un pizzico di pratica, visto che non lo si trova più dove prima c’era quello Start. Sul dorso del DualShock 4, infine, c’è la light bar, da usare in associazione con PlayStation Camera: essa può inoltre cambiare colore a seconda della situazione di gioco. Novità assoluta sono anche gli speaker inseriti all’interno del controller, per esempio nel caso di Resogun destinati a comunicare con il giocatore. L’auricolare in dotazione fa ovviamente il suo dovere, ma poco più, spingendo probabilmente i giocatori più esigenti a programmare un acquisto aggiuntivo di un dispositivo di qualità migliore o wireless, per un secondo momento.
Familiarità
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Avviata la console, ci si ritrova davanti alla nuova dashboard realizzata da Sony, che dal punto di vista estetico richiama in alcuni aspetti quella di PlayStation 3 pur risultando rinnovata in molte funzionalità. La differenza è costituita soprattutto dalla possibilità di accedere a giochi e contenuti recenti dalla barra principale, senza dover navigare oltre all’interno dei menu. Il centro notifiche raccoglie invece tutte le novità riguardanti il sistema, mentre quelle legate ai propri amici sono consultabili dall’applicazione Live from PlayStation. Il PlayStation Store ha visto naturalmente un ulteriore restyling, ma a parte alcuni elementi grafici resta piuttosto simile a prima nelle sue funzionalità. L’aggiornamento della prima ora del firmware permette a PlayStation 4 di andare in uno stato di basso consumo in caso d’inutilizzo, dal quale riprendere rapidamente la riproduzione dei propri giochi o fare in modo che la console resti connessa a Internet per scaricare aggiornamenti ai titoli installati e al sistema.
Per giocare online, come avrete letto nei mesi che ci hanno separato dall’uscita della console, bisogna essere membri di PlayStation Plus: che piaccia o meno, quella di Sony è una scelta che di fatto allinea il servizio via Internet a quello della concorrenza di Xbox. L’offerta attuale prevede la possibilità di comprare un abbonamento mensile a 6,99 euro, trimestrale a 14,99 euro o annuale a 49,99 euro, ammortizzabili attraverso la Instant Game Collection che mette a disposizione due titoli del valore di 14,99 euro: Resogun e Contrast. Non saranno cosiddetti giochi da tripla A, ma sarebbe falso affermare che non offrano comunque qualche ora aggiuntiva di divertimento. Considerando che non saranno gli ultimi titoli a prezzo agevolato per chi ha un account PlayStation Plus, la spesa per quest’ultimo può essere facilmente recuperata, ma va comunque tenuta in conto.
Condividere tutto e subito
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In un mondo sempre più all’insegna della pubblicazione dei contenuti sulle piattaforme social, PlayStation 4 si integra in modo egregio con Facebook e Twitter. La presenza del tasto Share sul pad la dice lunga sulle intenzioni di Sony per questo argomento: scattare uno screenshot di gioco è davvero questione di un attimo, così come lo è condividerlo online con un semplice passo aggiuntivo. La registrazione automatica degli ultimi 15 minuti di gioco permette inoltre di avere a disposizione delle sessioni di gioco da condividere attraverso le suddette piattaforme, il tutto in pochi attimi per tornare rapidamente all’attività precedente. Il famigerato supporto a Twitch s’inserisce anch’esso in questo contesto, offrendo la possibilità di trasmettere parti della propria esperienza tramite la piattaforma o di visualizzare i video altrui.
Il passaggio tra gioco e dashboard, e viceversa, è pressoché repentino, dando così modo di eseguire eventuali operazioni per poi tornare velocemente a giocare. Passando ad altro, purtroppo non abbiamo avuto a disposizione la PlayStation Camera per testare le sue funzionalità dentro e fuori dal gioco, misurando invece la precisione del touchpad grazie alla presenza di Angry Birds Star Wars, disponibile dal day-one della console attraverso il marketplace virtuale di Sony. La precisione della superficie, di tipo capacitivo, ci ha permesso di giocare al titolo di Rovio come se fosse un vero e proprio schermo di uno smartphone, potendo ovviamente godere della possibilità di sparare Luke Skywalker e altri suoi simili con la fionda su uno schermo decisamente più grande rispetto a quello al quale siamo abituati. All’occorrenza, lo stesso touchpad può essere premuto, diventando così un bottone aggiuntivo.
Commento finale
PlayStation 4 è una signora console, che si presenta con degli ottimi presupposti, i quali tuttavia potranno essere valutati a dovere solo nei prossimi mesi, se non anni. Un ciclo di vita di una console può infatti riservare ogni tipo di sorpresa, ma è innegabile il lavoro di Sony per rendere il proprio dispositivo protagonista della nuova generazione videoludica. L’arrivo di nuovi titoli nel 2014, alcuni dei quali particolarmente attesi, insieme all’approdo di ulteriori servizi come il gioco via streaming di Gaikai, potranno aggiungere al già alto valore di PlayStation 4 ulteriore spessore. Per il momento, l’aspetto in cui la console soffre maggiormente riguarda il ridotto numero di titoli disponibili al lancio, frutto di alcuni rinvii della penultima ora, ma soprattutto l’assenza (a parte poche eccezioni) di giochi che possano già da ora rappresentare l’emblema della next-gen. Ma per questo ci sarà sicuramente tempo.
Call of Duty: Ghosts
[img src=”https://media.gamesblog.it/f/ffd/COD_Ghosts_PS4_2D_Packshot_Pegi-620×350.jpg” alt=”” height=”360″ title=”untitled” class=”alignleft size-blogomedium wp-image-210989″]Tra i giochi disponibili al lancio di PlayStation 4, spicca inevitabilmente la presenza del blockbuster Call of Duty: Ghosts. Dopo essere arrivato su PC, PlayStation 3 e Xbox 360, lo shooter in prima persona di Activision non poteva per ovvie ragioni mancare l’appuntamento con la nuova generazione, presentandosi puntuale al lancio della console Sony e di Xbox One. Visto che l’esperienza di gioco è praticamente identica alla versione PC del gioco, vi rimandiamo per maggiori dettagli alla nostra recensione riguardante quest’ultima, soffermandoci solo rapidamente in questa sede sulle differenze tecniche evidenziate provando il titolo su PlayStation 4.
In realtà, proprio con la versione PC di Call of Duty: Ghosts quella PlayStation 4 condivide la pulizia delle immagini, che rendono la qualità generale della grafica nettamente superiore rispetto a PlayStation 3 e Xbox 360: il tutto fondamentalmente grazie all’uso della risoluzione di 1080p. Avrete letto sicuramente in giro dei problemi di frame rate che hanno colpito il gioco nella sua versione base su PlayStation 4, per la quale fortunatamente gli sviluppatori hanno messo a disposizione una patch correttiva, che rende i 60 fps più stabili anche se è ancora possibile riscontrare alcuni rallentamenti nelle occasioni in cui si trovano un certo numero di effetti sullo schermo.
In definitiva, Call of Duty: Ghosts è un gioco dalle evidenti caratteristiche di transizione, piuttosto che di uno degli emblemi della nuova generazione di cui parlavamo poco sopra. A pesare sulla valutazione, soprattutto in ottica della nuova generazione, è soprattutto l’ancoraggio della serie Call of Duty a determinati schermi, che necessariamente dovranno essere sorpassati in occasione della prossima uscita. Chiudiamo con il solito consiglio riguardante la possibilità di aggiornamento dalla vecchia generazione: in questo caso, se siete già in possesso di una copia di Call of Duty: Ghosts potete tranquillamente andare avanti con la stessa.