Il bundle Xbox One – Kinect ha iniziato a far discutere sin dal suo annuncio, per motivi facilmente comprensibili: si rende obbligatorio l’acquisto di una periferica che qualcuno potrebbe anche non voler utilizzare, aumentando il prezzo del prodotto finale di ben cento euro. Detta così, la scelta di Microsoft pare decisamente azzardata; ma va pure sottolineato che a Redmond hanno piani molto importanti per Kinect e la vendita a parte forse ne avrebbe impedito la realizzazione.
A difendere con forza la scelta del bundle è stato Albert Pennello a GameSpot:
“Non è sbagliato mettere da parte una cosa se non la si conosce bene. Una volta che i giocatori utilizzeranno il nuovo Kinect, sarà chiaro perché Microsoft abbia deciso di includerlo in ogni confezione di Xbox One. Ho una Xbox One a casa e interagire con Kinect è una delle esperienze migliori che la console possa offrire agli utenti”.
Rassicurati gli sviluppatori, convinti i giocatori?
La compagnia, ovviamente, ne ha avute anche per Sony (PlayStation Eye – come senz’altro sapete – sarà venduto separatamente a 60 dollari):
“Non posso parlare delle scelte di Sony. Non so che piani abbiano con la loro camera, ma penso che, quando offri un bundle, offri maggiore innovazione e una migliore esperienza. E vedendo di che livello di tecnologia stiamo parlando, penso sia un grosso vantaggio. Quando lanciammo il primo Kinect, essendo uscito circa 5 anni dopo la console, tutti pensarono che fosse un semplice accessorio. Ciò non gli fece raggiungere il vero potenziale di cui era dotato, poiché le software house temevano il numero ristretto di persone che lo avevano acquistato. Naturalmente ora la situazione è diversa, ora tutti lo possederanno”.
Quest’ultimo discorso non fa una piega): è normale che le software house siano maggiormente incitate a sviluppare, visto che la periferica è obbligatoria. Forse è solo questione di tempo: magari con un gioco ben riuscito, anche i consumatori finali riusciranno ad accettare un’accoppiata che tanto male non è.