Volevo provare Rumble Roses, ma non avevo modo a causa della morte della mia Ps2.
Il gioco, in realtà, non sono certo che sia possibile ‘incastrarlo’ nel genere (se come detto in passato pure di genere si possa parlare). E’, in pratica, un sexy wrestling con elementi parasessuali ma nulla di visibile.
Quando ho saputo che David (lettore senza blog) si stava occupando della recensione del gioco gli ho chiesto due righe due. E dopo il suo parere, seguono screenshot (perché dai – si sa – é quello che vi interessa davvero).
Prima o poi questo giorno doveva arrivare. Il trono di Dead or Alive Extreme Beach Volley quale gioco di riferimento per segaioli vacilla pericolosamente, ed il nome del pericolo è Rumble Roses, sexy wrestling nuovo di zecca targato Konami. La formula dei due titoli è pressappoco la stessa: buona veste grafica – avvenenti donnine poligonali seminude – gameplay semplice ed intuitivo ma poco profondo – narrazione dello story mode altamente trash – poche opzioni e modalità di gioco – buon potenziale di base sfruttato in minima parte. Come DOAX presentava fasi di beach volley divertenti e con un buon livello di sfida (parlando degli ultimi giorni di torneo, naturalmente), Rumble Roses riesce a ritagliarsi uno spicchio di gloria nell’inflazionato mondo dei picchiaduro 3D grazie a meccaniche discretamente appaganti, composte da semplici sistemi di combo e prese nonché da un sistema di contrattacco accessibile anche agli invertebrati ma, in definitiva, efficace. La curva di interesse per questo titolo è nervosa: dopo un breve tentennamento iniziale si impenna improvvisamente (qualcuno direbbe: si verticalizza in comprensione del gameplay), per poi precipitare altrettanto improvvisamente dopo qualche oretta di gioco, quando i limiti del sistema di gioco sono completamente affiorati, insieme alla monotonia. In definitiva posso dire per qualche partita mi sono davvero divertito con Rumble Roses, che reputo l’ennesima occasione sprecata: aggiungendo altre modalità di gioco, rendendo più interessante lo story mode, aumentando la varietà delle ambientazioni e dando quella dose di spessore in più al sistema di combattimento, si parlerebbe di tutt’altro titolo, e magari l’attenzione non sarebbe focalizzata solo sulle grazie dei baldracconi che si picchiano a sangue sul ring.
Inizio a pensare che questi giochi adulti siano un vero e proprio monumento alle occasioni sprecate.
ed ecco un po’ di screens: