Dal sempre più lontano 1998 (anno d’uscita di Dance Dance Revolution) ai giorni nostri, l’universo dei titoli musicali non ha subito particolari rivoluzioni videoludiche: la “Guitar Hero-mania” esplosa a cavallo tra le ultime due generazioni di console da gioco, da questo particolarissimo punto di vista ha contribuito solo in minima parte ad una vera e propria “evoluzione” ludica, oltrechè grafica o stilistica.
Nonostante gli sforzi compiuti più o meno indipendentemente l’una dall’altra da Harmonix, Red Octane e Neversoft nell’ampliare il numero delle periferiche da associare ai vari Guitar Hero e Rock Band commercializzati in questi anni, la formula scelta nel simulare i brani tramite la pressione ritmica dei tasti è rimasta praticamente immutata, sia per andare incontro al volere dell’utenza specializzatasi all’uso di questi pseudo-strumenti musicali, sia ovviamente per pura e semplice “inedia artistica” degli addetti ai lavori, inutile negarlo.
Proprio per questo, quindi, non possiamo che accogliere calorosamente l’arrivo dei ragazzi di FreeStyle Games e del loro DJ Hero, un prodotto nato per avvicinare gli amanti del Turntablism (l’arte di suonare con il giradischi) alla costellazione di titoli musicali di Activision e, si spera, per regalare ai cultori del sempre più inflazionato genere dei rythm game una sana boccata d’aria fresca (sempre se quella respirabile in una discoteca possa essere definita “aria fresca”!).
QUANTI PIATTI HA LA BILANCIA DELLA DEA DELL’HIP HOP?
Prima di addentrarci nella descrizione della giocabilità spicciola di DJ Hero, occorre fare un passo indietro e capire la natura stessa della periferica propostaci in bundle. Considerata però la collocazione “anomala” del titolo FreeStyle Games nello sconfinato panorama dei prodotti musicali sfornati da Activision in questi anni con la serie di Guitar Hero e, soprattutto, il prezzo di vendita al pubblico di DJ Hero, diamo per assodato il fatto che conosciate i fondamenti del Turntablism e la terminologia specifica per maneggiare debitamente gli “attrezzi del mestiere”.
A differenza della periferica “classica” a forma di chitarra, la cui foggia e mappatura dei tasti simula se non altro i movimenti che una persona dovrebbe compiere per dare corpo ad un brano, il “DJ Hero Turntable Controller” che fa bella mostra di sè nella confezione appena aperta non è la rappresentazione fedele di una console da DJ.
Basta una semplice occhiata per accorgersi delle differenze tra un deck per DJ professionisti e il “surrogato digitale” realizzato da Activision: la console ha infatti un solo piatto ruotabile a 360 gradi in direzione sia oraria che antioraria, tre bottoni (verde, rosso e blu), una manopola per gli effetti sonori, un crossfader per passare tra i due canali audio e i tasti direzionali per muoversi tra i menù, oltre naturalmente alla pulsantiera caratteristica di PS3, Wii e X360.
Nonostante la mancanza del secondo piatto, utilizzato dai DJ per mixare i brani, il Turntable Controller di DJ Hero garantisce ore ed ore di puro divertimento: stando ai ragazzi di FreeStyle Games, infatti, la periferica è stata progettata per offrire al giocatore un titolo divertente ed appagante, prima ancora che simulativo. Per capire se questa scelta programmatica può essere condivisa o meno, non possiamo fare altro se non inserire il disco di gioco nella console e addentrarci nei meandri della giocabilità.
MIXA CHE TI PASSA
Superato (anche se a fatica) l’iniziale scetticismo derivante dall’anomala periferica, buttandoci a capofitto sull’esauriente tutorial capiamo immediatamente quanto possa essere profondo ed appagante l’impianto di gioco della nuova creatura musicale targata Activision Blizzard.
Attraverso di esso, infatti, riusciamo a scoprire che i tre tasti posizionati sulla superficie zigrinata del piatto unico del giradischi, pur somigliando nella foggia e nel colore a quelli delle altre periferiche della serie di Guitar Hero, verranno utilizzati da lì in avanti in un modo completamente diverso rispetto al passato.
In mancanza del secondo piatto della console da DJ “classica”, i remix dei brani che scorrono dall’alto verso il basso vengono gestiti direttamente dai tasti laterali del trittico (quindi quello verde e quello blu), mentre il bottone centrale (il rosso) si occupa di ricreare il sample e le varie sessioni in freestyle.
Ma se la batteria e la chitarra di Guitar Hero hanno cinque “tasti”, perchè il Turntable Controller ne ha solo tre? Le apparenze ingannano ragazzi: considerate le due direzioni del piatto e la levetta del crossfader che ci permette di suonare un canale piuttosto che un altro tramite i bottoni laterali del giradischi, DJ Hero offre il quadruplo delle varianti di gioco rispetto a qualunque altro prodotto videoludico musicale mai creato fino a questo momento.
A rendere ancora più eccitante il concept alla base del progetto ci pensa la perfetta scalabilità delle tracce proposteci e dello step di difficoltà impostato: per eseguire uno scratch ai livelli più facili, ad esempio, basta muovere il piatto in una qualunque direzione, mentre ad Esperto ogni pista va scratchata seguendo un movimento ben preciso.
Nonostante DJ Hero prenda nettamente le distanze dai precedenti capitoli della saga musicale di Activision, naturalmente non mancano i punti di contatto stilistici tra l’anima rock e quella hip hop della serie: il sistema di accumulo del Bonus (quello che, in passato, serviva a sbloccare lo Star Power) è certamente uno di questi, e nel capitolo successivo vi spiegheremo il perchè.
MULTIPLAYER
La componente multigiocatore di DJ Hero può essere candidamente definita come “l’esperienza definitiva” nell’universo multisfaccettato della saga, nessun capitolo escluso: oltre all’ormai imprescindibile modalità cooperativa, utile soprattutto per proseguire nella campagna di difficoltà sempre crescente (essere affiancati da un altro utente è il metodo migliore per diventare un DJ virtuale provetto), l’ultima fatica videoludica di FreeStyle Games permette ai possessori di una chitarra di Guitar Hero di affiancare i loro amici muniti di giradischi.
Per capire però quanto possa essere profonda la giocabilità di DJ Hero non bisogna fare altro che competere (in locale o in Rete) con un altro utente munito di Turntable Controller, ed il motivo è presto spiegato: per avere la meglio sull’avversario di turno, fare affidamento sul proprio bagaglio di esperienza e sul “senso del ritmo” acquisito col tempo non garantisce assolutamente la vittoria se, nel frattempo, non si eseguono le tracce senza commettere sbavature.
Il vecchio moltiplicatore del punteggio che abbiamo imparato a conoscere coi capitoli precedenti, lo Star Power, nel nuovo lavoro FreeStyle cambia nome per rimarcarne la differenza sostanziale sull’economia di gioco: attivare o meno l’Euphoria attraverso la perfetta transizione dei canali (tasti verde e blu) con la levetta del crossfader è un esercizio tremendamente divertente ed appagante che, in sostanza, divide i campioni del giradischi dai DJ occasionali.
GRAFICA E SONORO
Nonostante in un titolo del genere la grafica abbia un ruolo davvero marginale, il comparto tecnico di DJ Hero riesce ad interpretare discretamente l’atmosfera hip hop che permea da cima a fondo il titolo targato FreeStyle Games. Le uniche note dolenti avvertibili in tal senso sono l’interfaccia di gioco, funzionale ma nettamente migliorabile, e soprattutto l’impossibilità di poter customizzare fisicamente il proprio alter-ego virtuale, se non con vestiti sbloccabili nel prosieguo della carriera.
Per quanto riguarda invece il Turntable Controller, conviene fare un discorso a parte: la nuova periferica sviluppata da Activision espressamente per questo gioco è, attualmente, uno dei migliori dispositivi musicali mai creati per un videogioco, nonostante la mancanza di rifiniture sulla scocca interamente realizzata in plastica (dura e morbida), le imprecisioni avvertibili utilizzando assiduamente il crossfader e, tanto per gradire, il posizionamento illogico del pulsante per attivare l’Euphoria.
Dal punto di vista squisitamente sonoro, la natura stessa di DJ Hero lo discosta nettamente da tutte le precedenti iterazioni della serie: la scaletta conta un totale di 100 brani singoli mixati nei 94 DJ set che compongono la carriera, a cui dobbiamo per forza di cose aggiungere una miriade di sample utilizzabili più o meno liberamente nelle sessioni di freestyle (e le 10 canzoni eseguibili in cooperativa assieme ad utenti con la chitarra).
Davvero imponente è inoltre la lista degli artisti che hanno collaborato attivamente con Activision per la realizzazione dei remix di brani propri e di quelli di gruppi storici: Grandmaster Flash, DJ Shadow, DJ Jazzy Jeff, DJ Z-Trip, Scratch Perverts, DJ Yoda, Cut Chemist, J. Period, Eminem, Jay-Z, 50 Cents, 2Pac, DJ AM, Beastie Boys, Daft Punk, Michael Jackson, Queen, Davide Bowie, Gorillaz… vi basta o dobbiamo continuare? La mole spropositata di licenze, la necessità di possedere obbligatoriamente una periferica dedicata ed il “lavoro di fino” da svolgere per realizzare ogni singolo DJ mix proposto come contenuto aggiuntivo, fanno però di DJ Hero un prodotto particolarmente esigente dal punto di vista economico: tenete conto di questo prima di prenderne in considerazione l’acquisto.
COMMENTO FINALE
DJ Hero rappresenta un qualcosa di assolutamente inedito nel panorama videoludico: oltre che ad essere un titolo innovativo come non se ne vedono da anni nel panorama dei videogiochi musicali, il primo capitolo della saga di Guitar Hero dedicato alla cultura Hip Hop stravolge tutti i pronostici e le superficiali considerazioni piombategli addosso ingiustamente in questi mesi.
Nonostante la presenza di “criticità strutturali” teoricamente insormontabili (come il prezzo del bundle e dei mix proposti come contenuti aggiuntivi, visto l’alto numero di licenze necessarie) ed alcuni problemi “di gioventù” (come la blanda componente tecnica e l’esigua impalcatura di gioco online), non possiamo che considerare DJ Hero come un acquisto obbligato per tutti gli amanti dei rythm game, a prescindere dalle proprie preferenze musicali.
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