In occasione della mai troppa avara Nordic Game Conference tenutasi il mese scorso in Svezia, il boss dei Grasshopper Manufacture ha avuto modo di fornire alcune indicazioni su come aiutare il mercato giapponese a riprendersi da questo suo periodo di leggera flessione.
Beh, ci sono un sacco di giocatori hardcore, e c’è pure un sacco di gente che gioca su piattaforme come il DS, ma non c’è niente in mezzo. Ritengo che sarà davvero importante creare giochi per quella utenza che sta nel mezzo, e questo contribuirà a riportare il mercato in carreggiata.
Indubbiamente interessante questo spunto fornitoci da Suda 51, che si basa su di un’astrazione di fondo qual è quella venutasi a consolidare negli ultimi anni, ossia l’esistenza di due categorie di videogiocatori: hardcore e casual. Questo etichettare l’utenza ha sicuramente inciso sulle scelte di mercato approntate da numerosissime case di sviluppo.
Ora la stessa utenza – in maniera quasi del tutto naturale, e spinta pure da una situazione economica tutt’altro che rosea – tende a rigettare queste inutili etichette, insieme con i suoi ancora più inutili sottogruppi. In questo senso le parole di Suda 51 assumono maggior rilievo, dove allargare il raggio d’azione degli sviluppatori costituisce il primo passo verso una migliore percezione di noi videogiocatori.
via | Joystiq