Come era lecito attendersi, l’onda d’urto provocata nel mercato da Killzone 2 non accenna ad affievolirsi neanche dopo l’avvenuta e sospirata commercializzazione. A riportare le cronache videoludiche al capezzale di Guerrilla Games ci pensa Hermen Hulst, che in un’intervista concessa alla BBC focalizza le attenzioni del pubblico sullo sforzo tecnico fatto dalla compagnia per cui lavora come programmatore:
“Abbiamo realizzato la maggior parte degli obiettivi che ci eravamo prefissati, spingendo molto sulla console. Sono sorpreso di quanto spazio i nostri produttori tecnologici siano riusciti a spremere dall’hardware. Stavamo revisionando alcuni livelli ed abbiamo pensato che 40 o forse 50 elementi di luci dinamiche potevano essere possibili in un particolare livello allo stesso momento.”
Facendo però sfoggio di un’obbiettività che non fa che rendergli onore, Hulst ammette che non tutto in Killzone 2 raggiunge l’eccellenza e che ancora molto è il lavoro da fare per spingere lo sparatutto Guerrilla e l’hardware della console Sony “là dove nessun Helgast è mai giunto prima”.
via | BBC