Approfittando spudoratamente dell’avvenuta apertura del Motomondiale 2010 l’11 aprile scorso con la vittoria entusiasmante del nostro Valentino Rossi, vi proponiamo quest’oggi la recensione di MotoGP 09/10, il secondo videogioco della serie sviluppato su licenza da Capcom avvalendosi della collaborazione di Monumental Games, un team inglese composto da ex membri di Climax ed impegnato fino a questo momento solo su giochi di ruolo online (i cosiddetti MMORPG).
Non potendo più contare sull’esperienza dei ragazzi italiani di Milestone (impegnati nel frattempo nella realizzazione di SBK X), la multinazionale nipponica si trova perciò costretta a reinventare letteralmente la “visione su due ruote” propostaci la volta scorsa per convertire alla propria causa videoludica il più alto numero possibile di appassionati della MotoGP e delle sue categorie “inferiori”.
Cerchiamo allora di capire se vale davvero la pena acquistare subito MotoGP 09/10 o se, di contro, conviene aspettare l’alternativa di Milestone dedicata all’universo Superbike.
TIRA ARIA DI CAMBIAMENTO
Giochiamo subito a carte scoperte: nonostante la maestria indiscutibile di Milestone, l’ultima iterazione della saga da loro sviluppata, MotoGP 08, non è riuscita ad elevarsi dalla massa per una serie piuttosto lampante di mancanze e di incongruenze nel sistema di guida che, così facendo, a chi ha potuto provarlo è sembrato da subito tremendamente sbilanciato e disomogeneo.
Il passaggio di mano con Monumental Games e la commercializzazione insolita a cavallo tra la stagione 2009 e 2010 del Motomondiale vero e proprio sono eventi che vanno letti in questa scomoda prospettiva: solo così, infatti, riusciremo a contestualizzare con obiettività (e serenità intellettuale) le differenze tra questo ed il passato capitolo della serie.
Quasi volesse spingere Capcom sulla strada della rivoluzione stilistica della propria creatura su due ruote, inoltre, la Federazione Internazionale di Motociclismo ha deciso di apportare delle profonde modifiche regolamentari a partire proprio da questo sessantaduesimo Grand Prix (con l’introduzione della classe Moto2 al posto della 250, ad esempio): di occasioni del genere per stravolgere senza conseguenze “morali” (e commerciali) un prodotto d’intrattenimento destinato a grandi masse di acquirenti, per Capcom se ne presenteranno davvero poche nel corso dei prossimi anni.
Il punto nodale della questione è però quello di capire se, con la complicità della loro sussidiaria inglese, saranno davvero riusciti a cogliere al volo questa opportunità più unica che rara, facendola propria per riformare qualitativamente MotoGp 09/10.
LA SINTESI (IM)PERFETTA TRA SIMULAZIONE E ARCADE
Se vi siete già consumati le ginocchiere sull’asfalto del capitolo precedente, subito dopo aver inserito il disco di MotoGP 09/10 nel tray della vostra console vi basteranno davvero pochissimi minuti per capire che la differenza principale tra l’edizione 2008 e quella odierna del simulatore targato Capcom la fa la distinzione netta tra le modalità Arcade e Carriera.
Diversamente dal lavoro svolto in passato da Milestone, focalizzatosi quasi esclusivamente sulla componente realistico-simulativa, il team di sviluppo di Monumental Games ha preferito sganciare l’anima velocistica ed immediata, adatta ai neofiti del genere e dei giochi di guida nel loro insieme, da quella tecnicistica ed impegnativa di chi, magari, ama porsi traguardi sempre più alti e difficili da raggiungere in sella al proprio bolide.
La modalità Arcade, come era lecito attendersi, non esce dal seminato e si limita a replicare in salsa motociclistica quei temi tanto cari agli amanti dei tutorial e delle modalità competitive monogara degli anni ’80: a metà strada tra Out Run e il mai dimenticato Slalom, in ‘”arcade mode” MotoGP 09/10 non fa altro che proporci gare e sfide a tempo in cui i migliori guadagnano secondi aggiuntivi a discapito di chi è costretto a rincorrere.
Decisamente più ispirata è invece la modalità Carriera, tramite la quale saremo chiamati a plasmare la nostra scuderia e iniziare a lavorare immediatamente su di essa per farla salire dal fondo della classe 125 alla vetta più alta della Moto GP: come uno splendido manageriale, per passare da un estremo all’altro della galassia del Motomondiale non bisognerà semplicemente vincere le gare ed accumulare punti (e premi in denaro), ma ci si dovrà adoperare con il massimo dell’impegno per gestire tutti gli aspetti economici, imprenditoriali e squisitamente umani di una scuderia moderna. Tanto per fare un esempio, se stipuliamo contratti agli ingegneri e agli addetti stampa senza avere un minimo di oculatezza finanziaria, corriamo concretamente il rischio di non avere più alcun modo per appianare i debiti accumulati (nei casi estremi, non basterà nemmeno vincere tutte le gare!).
Un discorso a parte merita invece il sistema di guida nel suo complesso: sia che decidiate di intraprendere una sessione Arcade, una Gara a Tempo o qualsiasi altro tipo di Carriera o Campionato, il comportamento del vostro bolide sarà estremamente differente da quello che avete imparato a domare (con immane fatica) nel precedente capitolo, e di conseguenza da quello che potreste sperimentare nella realtà. MotoGP 09/10 è il figlio naturale della diabolica logica di mercato che vede l’appetibilità dei giochi di guida inversamente proporzionale al loro livello simulativo (con rarissime eccezioni alla regola, leggasi Forza Motorsport e Gran Turismo).
Diversamente dai suoi simili (a cominciare dagli ultimi esponenti della serie SBK), quest’ultimo titolo su licenza F.I.M. targato Capcom rompe gli indugi e propone un particolareggiato sistema di gestione della moto che sacrifica la componente realistico-simulativa in nome dell’immediatezza e dell’esperienza adrenalinica: una volta in sella al nostro drago, infatti, l’unica nostra preoccupazione sarà quella di lanciarci a tutta velocità sui rettilinei per poi inchiodare il più possibile prima dell’ingresso in curva, dimenticandoci bellamente dei bruschi effetti fisici che, se avessimo compiuto una simile manovra nella realtà, ci avrebbero letteralmente scagliato a decine di metri di distanza.
MULTIPLAYER
Come ogni buon gioco di guida per console nextgen che si rispetti, anche MotoGP 09/10 propone una serie piuttosto nutrita di modalità multigiocatore sia cooperative che competitive.
Tra le poche cose che i ragazzi di Monumental Games hanno deciso di riprendere dal lavoro svolto da Milestone col capitolo precedente, troviamo infatti la modalità a schermo condiviso (impostabile sia in orizzontale che in verticale) che riesce persino a vivere una seconda giovinezza grazie alle tante sfide Arcade in cui è possibile cimentarsi in locale con un amico.
Il doloroso abbandono delle meccaniche di gioco simulative, se visto sotto l’ottica del multiplayer online, è una scelta che sembra dare i suoi frutti in termini di utenti connessi: abbassando drasticamente l’asticella della difficoltà, il numero di partecipanti alle varie sessioni in Rete è aumentato di conseguenza. Alla più folta comunità di videogiocatori incontrabili online, però, fa da immediato contraltare la curva d’apprendimento tristemente piatta che, per forza di cose, tende a livellare la bravura degli avversari incontrabili con l’unica discriminante dell’esperienza maturata da ognuno di essi su un determinato tracciato.
GRAFICA E SONORO
Il comparto tecnico di MotoGP 09/10 è praticamente indistinguibile da quello mostrato dalla stessa Capcom un anno e mezzo fa con l’episodio passato, con qualche piccola eccezione riguardante la fluidità di aggiornamento delle immagini a schermo, le animazioni dei motociclisti e gli eventi atmosferici maggiormente curati dal punto di vista particellare. Il confronto con i concorrenti diretti (SBK) ed indiretti (tutti gli altri giochi di corse pubblicati da un anno a questa parte) diventa ancora più crudele constatando la scarsa cura, riposta da Monumental Games, nell’ottimizzazione e nell’aggiornamento del motore grafico proprietario, limitando in tal senso l’esperienza finale dell’utente (specie per chi ha già acquistato a suo tempo MotoGP 08). Il fattore che più di ogni altro ci ha portati a giudicare negativamente il lavoro svolto dai programmatori sulla parte “visuale” di MotoGP 09/10? Il semi-inesistente motore fisico, senza ombra di dubbio.
La cura mediocre riposta dagli sviluppatori nella grafica è ravvisabile, nostro malgrado, anche nella componente audio, a cominciare dall’invadente (e a tratti disturbante) colonna sonora ricca di tracce elettro-rock fino ad arrivare alla scarsa fedeltà del rombo dei motori e di molti altri campionamenti essenziali per l’immedesimazione sia in gara che a bordo pista.
COMMENTO FINALE
Il Motomondiale è uno degli eventi sportivi più importanti, famosi e seguiti dell’intero pianeta, così come può dimostrare l’incredibile effetto catalizzante che esercitano sugli appassionati persino le classi minori: la F.I.M. quest”anno ne ha modificato il regolamento, ma nonostante questo lo spirito della competizione ed il suo fascino sono rimasti meravigliosamente inalterati. Partendo allora da questo presupposto, ci chiediamo: perchè Capcom non riesce ancora ad infondere questo “spirito” nelle sue riproposizioni videoludiche dell’evento?
Tra MotoGP 08 e l’odierna edizione 09/10 sembra esserci un abisso ben più profondo di quello che, di solito, puo’ venirsi a creare tra due videogiochi cronologicamente distanti l’uno dall’altro di un anno e passa: se il percorso simulativo ed “esclusivo” compiuto in passato da Milestone si è concluso in un vero e proprio vicolo cieco, il sentiero immediato ed “inclusivo” battuto quest’oggi da Monumental Games non ha di certo contribuito ad elevare qualitativamente la saga ai livelli che un simile videogioco su licenza meriterebbe di raggiungere.
MotoGP 09/10 è in commercializzazione da più di un mese nelle versioni Xbox 360 e PlayStation 3: ai nostri amici lettori intenzionati all’acquisto, consigliamo vivamente di provare la demo e, solo in un secondo momento, di lanciarsi a capofitto nella ricerca di un’edizione scontata, a patto naturalmente di riuscire a sopravvivere psicologicamente ed emotivamente allo stravolgimento arcade della giocabilità.
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