In un mondo abitato da mostri di ogni tipo e da uomini, un solo istinto accomuna le due specie: quello rivolto alla propria sopravvivenza. Difficile dire a priori chi dei due possa avere la meglio. L’unica certezza è che non tutti sono tagliati per questa convivenza. Ecco perché l’unico modo per venire a capo di un problema che segna l’esistenza di ogni abitante di questo particolare mondo, è quello di decidere se assecondare o meno una determinata vocazione.
Stiamo parlando di quella energia dettata da una forza incontrastabile alla quale è inutile opporsi. Un flusso irrefrenabile di sensazioni che dirigono là dove altri non oserebbero. Alcuni lo chiamano spirito avventuriero, altri semplicemente incoscienza. Ma essere cacciatori è qualcosa di ben più complesso delle facili etichette.
Monster Hunter Tri ci catapulta in una realtà che noi – sin troppo comodi uomini d’oggi – conosciamo a stento, e comunque in via indiretta nella stragrande maggioranza dei casi. La realtà è quella di coloro i quali per sopravvivere devono letteralmente provvedere da sé di che vestirsi o di che nutrirsi. Vediamo quindi, lungo la nostra analisi, quanto questa nuova collaborazione tra Capcom e Nintendo sia risultata proficua e, soprattutto, in che misura.
BENVENUTI IN UN MONDO SELVAGGIO
Com’è agevolmente intuibile dall’introduzione a questa nostra disamina, in Monster Hunter Tri non troveremo aggeggi tecnologici o anche solo strumenti vagamente moderni. Il contesto con cui dobbiamo confrontarci ci offre tutt’al più la possibilità di servirci di attrezzi rudimentali, al cui confronto già l’aratro potrebbe sembrare un’invenzione ancora ben lungi dall’essere maturata.
Eppure si tratta pur sempre di un contesto fantastico, che quindi non tiene conto della naturale evoluzione della nostra civiltà – né tanto meno aspira a farlo. In uno scenario così avulso da ogni logica pretenziosamente storica circa la descrizione di popoli e civiltà che furono, non devono stupire elementi apparentemente discordanti.
D’altro canto la gente che popola il mondo di Monster Hunter Tri risente senza dubbio di una matrice molto più “barbara” anziché fumosamente aristocratica. Trattasi per di più di società tribali, divise in villaggi, come fu prima ancora del Medioevo. Un luogo in cui vivere significa correre dei rischi.
E poiché non tutti sono disposti a mettere sé stessi al servizio dell’avventura, prima ancora che della comunità tutta, esiste qualcuno che di questo stile di vita ne hanno fatto un mestiere, o meglio: una vera e propria missione.
E qui entriamo in gioco noi videogiocatori, i quali saremo tenuti a vestire i panni di un cacciatore, categoria molto rispettata nel mondo di Monster Hunter. Questo perché chi ne fa parte apporta un fondamentale contributo al sostentamento di ogni piccolo centro in cui risiedono numerosi aggregati di persone. Non solo, in più proteggono queste piccole roccaforti dalle pericolose incursioni dei mostri più feroci.
Nel nostro caso la minaccia principale prende il nome di Lagiacrus, una specie di drago acquatico temuto quale terrore per eccellenza. Eppure mai come in Monster Hunter Tri la meta non si rivelerà all’altezza del viaggio. Il Lagiacrus funge da pretesto, un obiettivo cui tendere senza che questo limiti in alcun modo il nostro percorso. Forse è proprio a tal proposito che il titolo Capcom risulti praticamente privo una reale impalcatura narrativa.
La storia siamo noi ed il nostro continuo migliorarci. Vivere un viaggio per il semplice gusto di farlo, senza troppi fronzoli. Nessun freno imposto da una trama pressoché assente, solo tanta ma tanta carne al fuoco con cui dare vita alla nostra storia, che è poi quella grazie alla quale capiamo fino a che punti siamo disposti a spingerci pur di essere, domani, un pelo più forti di quanto non siamo oggi.
LA CACCIA E’ VITA, NON SEMPLICEMENTE PASSIONE…
Ebbene sì, cari lettori, la frase d’apertura calza a pennello a Monster Hunter Tri. Ben lungi dai latrati di animalisti convinti da un lato, e di beceri macellai dall’altro, ciò che ha da offrire questo gioco esula qualsivoglia considerazione di carattere morale. Cacciare non è un semplice passatempo. E’ l’unico modo per rimpinzare lo stomaco o coprire il proprio corpo dalle intemperie di qualsivoglia natura. Ma, cosa probabilmente più attinente a quanto ci compete, è l’unico modo per testare noi stessi.
Sì perché, diciamocelo francamente, Monster Hunter Tri ci mette costantemente alla prova. Non vogliamo dissuadere nessuno dall’acquisto, ma è bene essere sinceri con chi ci legge. Da questa parte non troverete uno di quei titoli accondiscendenti, che viene a patti col giocatore anche a costo di sacrificare sé stesso. Niente affatto!
Bensì troverete un gioco che, sin dalle prime battute, vi prende per mano e cerca di farvi comprendere nel migliore dei modi possibile cosa vi aspetti. E se ciò che vi attende dietro quella certa soglia non è di vostro gradimento – o semplicemente, non ne siete all’altezza – il problema sarà solo vostro. Di sicuro non potrete farne una colpa al gioco stesso. Un titolo ostico insomma, ma che in questa sua caratteristica trova motivo d’orgoglio.
Oltre la soglia cui abbiamo appena accennato c’è tanto ma tanto sudore, ore di lavoro e fatica come pochi titoli generalmente richiedono. Non dovrete lavorare su di una trama, ma su voi stessi, mettendo su una storia che riguarda i vostri progressi, il punto da cui siete partiti e quello a cui siete arrivati. E nel farlo lo spirito deve essere quello di chi non è in cerca di qualcosa in particolare, se non di combattere il peggior nemico che la natura ci ha posto dinanzi: sé stessi.
Risulta davvero incalcolabile la mole di tempo necessaria per condurre dignitosamente la nostra avventura. Non esistono livelli, quanto semmai gradi, che comunque niente hanno a che spartire con il solito sistema di crescita dei classici giochi di ruolo. Il miglioramento è tangibile, tuttavia non quantificabile. E’ reale e molto più concreto di quello ricavabile da un semplice numeretto. Insomma, siamo noi stessi a renderci conto se abbiamo compiuto qualche passo in avanti o meno. E qualora faticassimo a maturare questa capacità di individuare quale sia la nostra condizione, beh, meglio imparare al più presto.
Vero è che l’efficienza della nostra armatura e delle nostre armi venga indicata da svariati criteri come “Difesa” e “Attacco”, nonché da svariate abilità (anche dette Decorazioni) che ci permettono di gestire meglio il nostro equipaggiamento e quindi la nostra strategia. Ma per quanto riguarda noi c’è poco da fare: nessuno ci dirà che siamo al livello 20 e che quindi è consigliabile lasciar perdere avversari di livello 40 fino a quando non li avremo quantomeno raggiunti.
Anche per acquisire questa capacità di comprendere i propri limiti necessitano ore e ore di missioni, esplorazioni e prove di tutti i tipi. E ci ritroverà spesso ad aver speso intere giornate solo per rendersi conto di dover ancora lavorare sodo prima di poter prendere in considerazione quel preciso incarico. Sotto quindi con missioni più semplici, o comunque alla nostra portata.
Non importa che ci si trovi nelle zone limitrofe al villaggio di Moga, oppure in quelle della grandissima Loc Lac. Il nostro compito sarà sempre lo stesso, ossia confrontarci con bestie la cui portata può variare. E non ci vorrà molto prima di comprendere che l’approccio agli scontri con questi mostri sia la componente fondamentale al fine di portare a termine la missione nonché la pelle.
Sia che si tratti di sfiancare i nostri temibili avversari per poi catturarli, sia che si tratti di ucciderli o altro ancora, è del tutto sconveniente gettarsi nella mischia senza avere anche solo una vaga idea di cosa bisogna fare. Disporre di un’arma e di un buon equipaggiamento rientra solo nella fase di preparazione al combattimento – la cui valenza non va senz’altro messa in discussione – ma credere che il più si riduca a questo è una pia illusione.
I mostri che di volta in volta ci troviamo ad affrontare vanno studiati, a partire dalle loro mosse. Sì perché, a dispetto della loro natura, tutti dispongono di svariate misure attraverso le quali si difendono – e la loro più efficace difesa è nove volte su dieci l’attacco.
In un secondo momento bisogna individuare quali siano i loro punti deboli, dopodiché si può pensare di condurre la nostra battaglia con una seria aspirazione al successo. Ma giungere a questo punto saltando i passaggi base appena elencati è non solo poco raccomandabile, ma il più delle volte impensabile.
Senza contare, come brevemente accennato poco sopra, che il buttarsi nella mischia debba necessariamente essere frutto di un attento ed accurato lavorio preparatorio volto all’accrescimento delle nostre capacità. E ciò si dipana mediante più momenti, tutti ugualmente importanti.
Per esempio, si può essere abili quanto si vuole pad alla mano, ma senza una buona armatura (divisa in cinque parti, dalla testa ai piedi) ed una buona arma non si va da nessuna parte. E cosa serve per potenziare questi indispensabili strumenti? Esatto, i più disparati materiali!
Materiali la cui raccolta spesso richiede tempo, tanto tempo, quasi da poter considerare questa fase come un gioco a sé stante. Saper quindi conciliare l’esplorazione all’espletamento di queste nostre indispensabili ricerche costituisce indubbiamente una delle sfide più provanti di Monster Hunter Tri.
Relativamente all’esperienza in singolo, poi, ci troviamo a dover ottemperare ad alcune piccole richieste che gli abitanti del villaggio intendono farci. Anche questo è un modo per rendere ancora più varia un’esperienza che si basa sostanzialmente su quell’unico ma meraviglioso perno che è la caccia.
A chiosa di questa parte della nostra disamina, consigliamo caldamente l’acquisto del bundle con il Classic Controller Pro nero. Chi vi scrive ha personalmente trovato improponibile l’accoppiata telecomando/nunchuck, nonostante si sarebbe potuto trattare di prenderci un po’ la mano col tempo. In ogni caso l’apprendistato necessario è senza dubbio trascurabile se si considera la comodità nell’impugnare un pad. Quest’ultima è a nostro avviso la soluzione preferibile.
SOLI E’ BELLO, MA INSIEME LO E’ ANCORA DI PIU’!
Uno degli aspetti maggiormente riusciti in questa nuova iterazione della serie è proprio il multiplayer. Non si tratta di un semplice espediente “per allungare il brodo” come accade in buona parte delle produzioni di questi ultimi anni. Anzi, per quanto ci riguarda continuiamo a gradire di più la compagnia di uno o più amici che la solitudine di una caccia condotta senza l’ausilio di alcun collega.
Grazie all’implementazione del Wii Speak, inoltre, è possibile mettere su delle vere e proprie spedizioni punitive ai danni del malcapitato di turno. In virtù di tutto ciò Monster Hunter Tri diviene quasi un altro gioco se portato avanti con altri giocatori.
Difficile affermare in assoluto quale delle due esperienze (in singolo o in multi) risulti più appagante, a tal fine rileva infatti l’indole di ognuno di noi. Quel che è certo è che questo titolo è stato concepito per creare costantemente una divisione, spaccando il contesto in due. Da un lato ci siamo noi cacciatori, dall’altro c’è tutto il resto – non solo i mostri!
Di conseguenza, qualora non fosse chiaro ad alcuni, multiplayer online in questa occasione non significa misurarsi con altre persone in carne ed ossa. Chiunque sia un cacciatore è un nostro amico, un alleato al quale rivolgersi in caso di bisogno. Niente a che vedere con tipologie di titoli alla World of Warcraft, in cui la costante sfida con altri giocatori funge da base strutturale. In Monster Hunter Tri, meglio metterselo bene in testa, i nostri avversari saranno sempre e soltanto dei mostri, e la vera sfida, prima di ogni altra cosa, sarà sempre con noi stessi, in quel lungo cammino che ci porta a perfezionarci pur consapevoli di non poter essere mai perfetti.
MOSTRI PER TUTTI I GUSTI
Tempo addietro Iwata rilevò come Monster Hunter Tri fosse l’apice raggiunto dalla console Nintendo in ambito grafico, ponendola come termine di paragone in vista dello sviluppo del nuovo Zelda per Wii. Per quanto ci riguarda non possiamo far altro che dirci d’accordo.
Salvo non essere stati letteralmente circuiti dalle caramelle per gli occhi offerte dalle console HD, è inevitabile rendersi conto dell’ottima resa visiva di questo titolo. Una resa, ovviamente considerato l’hardware sui gira il gioco, davvero performante, pur non facendo ricorso ad alcun escamotage (se di questo si può parlare) stilistico per rendere più appetibile il tutto – come, per esempio, il cel-shading.
Eppure non si pensi che il titolo Capcom non disponga di un suo specifico stile. Anzi, è proprio l’esatto opposto. Dove Monster Hunter Tri fa la differenza circa l’aspetto grafico è proprio nella sua componente artistica. E come possiamo esimerci dal menzionare la bellezza di buona parte dei mostri presenti nel bestiario del gioco?!
Il lavoro svolto dagli sviluppatori in tal senso è davvero pregevole, con mostri dai quali trasuda una fantasia ed un estro di rara fattura. E poiché trattasi di elementi chiave nel corso della nostra avventura, non possiamo certo parlare di questa come di una componente accessoria.
Tutti immersi in un contesto per l’appunto selvaggio, ma al tempo stesso credibile, con scenari mozzafiato che variano dal deserto alla foresta, passando per pianure intervallate dalla presenza di piccole catene montuose. Nulla da eccepire, in tal senso si tratta semplicemente di un puro spettacolo!
Il comparto sonoro si mostra anch’esso all’altezza della situazione, con motivi musicali che fanno da sfondo in maniera piuttosto appropriata. Un plauso va pure a molti effetti davvero azzeccati, sia durante gli scontri che al di fuori di fasi concitate come questa.
COMMENTO FINALE
Parlare di Monster Hunter Tri è un po’ come descrivere un proprio viaggio. Non sai mai se tutti siano realmente interessati a ciò che tu hai da dire, né se quanto riporti riesca a rendere l’idea di quello che hai vissuto.
D’altra parte questo è un titolo che mal si presta a certe descrizioni, visto che per riuscire a carpirne davvero l’essenza l’unico modo è consegnarsi ad esso con sincera dedizione. Molti potrebbero rimanere scoraggiati da una partenza graduale ma comunque brusca, nel senso che un tutorial così consistente difficilmente lo si è mai visto altrove.
Ma in fondo continuiamo a chiederci quando si potrà davvero smettere di apprendere qualcosa di nuovo riguardo un titolo che propone così tante situazioni e varianti da risultare di una longevità disarmante.
Alla luce di quanto appena espresso ci teniamo a sottolineare come questa nostra recensione vada vista più come un’ampia introduzione al gioco che come una vera e propria analisi. Questo perché analizzare in ogni sua piccola o grande sfaccettatura Monster Hunter Tri risulta un’impresa sin troppo ambiziosa, prima ancora che ardua.
Sappiamo già di non aver menzionato una miriade di elementi, ma in fondo questa terza incarnazione è fenomenale proprio per questo. Esistono giochi di ruolo, giochi d’azione e giochi d’avventura. Poi esiste Monster Hunter Tri. E riuscire a mantenere una propria specifica identità, in mezzo al marasma odierno, è già di per sé un traguardo da autentici fuoriclasse!
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