Le nuvole temporalesche addensatesi in questi giorni sulla spiaggia virtuale degli hacker e dei “giocatori di frodo” di PlayStation 3 cominciano a scaricare a terra il primo diluvio di ban dal servizio online di PSN: la notizia, che non giunge di certo inattesa, testimonia però il mutato umore delle alte sfere di Sony che, “digerito” a suon di firmware il fenomeno dei dispositivi USB per il jailbreak, tentano ora di fermare in ogni modo l’assalto all’arma bianca dei tanti “bucanieri” che per giocare copie illegali di backup stanno sfruttando con disarmante facilità l’enorme voragine aperta a metà dicembre dal team fail0verflow! nel muro di sicurezza eretto dalla multinazionale nipponica a difesa della sua console ammiraglia.
I primi pirati coinvolti nel ban di massa si sono visti recapitare nella casella email legata al proprio profilo PSN lo stesso avviso pubblicato mercoledì da Sony sulle pagine del PlayStation Blog ufficiale: la tagliola, con la conseguente revoca permanente dei diritti per l’accesso ai server di PlayStation Network, è scattata così solo per chi, letto il messaggio, ha continuato imperterrito a utilizzare dispositivi esterni e software non autorizzato.
La situazione è però ancora in divenire e i più autorevoli esponenti della scena underground si dicono certi di poter ribaltare le sorti di una guerra che, a loro dire, è stata iniziata da Sony nel momento esatto in cui ha tagliato di netto il supporto su PS3 a sistemi operativi open source.