Salve a tutti e bentornati al nostro spazio informativo dedicato agli eventi, alle dichiarazioni, ai fatti e alle indiscrezioni più importanti che hanno caratterizzato la settimana videoludica appena trascorsa.
Dalla pantagruelica patch su Xbox One di Sniper Elite 3 all’eccitazione per l’annuncio di Rock Simulator, gli approfondimenti e le considerazioni che troverete nelle Pagelle di Gamesblog di quest’oggi coprono alcune delle notizie più in vista della settimana che va dal 23 al 29 giugno.
- Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.
Patch bestiali
Di ritorno a casa con la loro brava copia di Sniper Elite 3 appena ritirata dal negoziante di fiducia, venerdì scorso gli appassionati di sparatutto su Xbox One hanno rischiato la scomunica diretta per le imprecazioni lanciate al cielo scoprendo che, prima di imbracciare virtualmente il fucile da cecchino di Karl Fairburne, bisognava scaricare un aggiornamento obbligatorio di 16GB per immergersi nelle sfide online del titolo, oltrechè per migliorare l’intelligenza artificiale dei nemici, evitare dei gravi bug durante la campagna singleplayer e permettere la corretta sincronizzazione dei dati e delle statistiche di gioco con i server di Rebellion.
Una patch da 16GB da dover scaricare subito dopo aver scartato la confezione del gioco appena acquistato, però, non può essere definita come un semplice “aggiornamento” ma come un vero e proprio insulto. Che senso ha annunciare il raggiungimento della fase Gold se i tester non hanno ancora completato le loro prove? A cosa serve la classificazione dell’ESRB e del PEGI senza una funzione di controllo e di tutela dei consumatori?
The Witcher 3 e i falsi DLC post-lancio
Intervenuto sulle pagine di Kotaku per difendere l’operato degli sviluppatori di The Witcher 3, il fondatore e amministratore delegato di CD Projekt Marcin Iwinski ha osteggiato la pratica sempre più frequente dei falsi DLC post-lancio, ossia di tutti i contenuti aggiuntivi venduti separatamente dopo essere stati tagliati dal gioco base:
“Quando realizziamo un titolo e chiediamo ai nostri fan di darci del denaro per poterci giocare, sigliamo con loro un accordo a lungo termine. Gli dobbiamo riconoscenza, non importa se comprano il nostro titolo a prezzo pieno o in promozione, ci sentiamo in obbligo con loro e dobbiamo continuare a supportare il gioco. Per questo non mi piace il significato che l’industria sta dando alla parola ‘DLC’: un vero DLC dovrebbe offrire porzioni nuove di avventura che, nel caso di un GDR a mondo aperto, dovrebbero garantire una longevità di 15-20 ore. Se definite ‘DLC’ dei pacchetti contenenti spade, costumi e cose simili, allora posso dire sin da ora che tutto questo sarà offerto gratuitamente agli utenti di The Witcher 3 e che, di certo, non taglieremo nulla dal gioco per poi venderlo successivamente, non è così che si lavora.”
Non sappiamo se Iwinski terrà fede alla parola data, ma a prescindere da questo fa comunque un gran piacere veder combattere una personalità del settore contro l’odiosa e sempre più diffusa pratica dei falsi DLC post-lancio.
Dirty Dancing
Scambiando quattro chiacchiere con i giornalisti di Ars Technica, il presidente della divisione americana di Sony Worldwide Studios, Scott Rohde, ha deciso di lasciare a casa il bon ton per lasciarsi andare a una serie di indiscrezioni sul comportamento assunto da lui e dai suoi colleghi all’annuncio del prezzo del bundle di Xbox One e Kinect durante la conferenza Microsoft dell’E3 2013:
“Non voglio mentire, mi ricordo esattamente cosa accadde in quel momento. Prima della loro conferenza avevamo la sensazione che avrebbero annunciato un prezzo raccomandato al pubblico di 499 dollari, ma non potevamo averne la certezza fino a quel momento. Quando però capimmo che era tutto vero iniziammo a ballare, a festeggiare e a darci il cinque: è stato un momento davvero fantastico. Da quel punto in poi avremmo potuto affrontare qualsiasi intervista pronunciando semplicemente ‘399’: quel numero era appena diventato la risposta a tutte le domande. Per questo non siamo stati affatto sorpresi dall’annuncio dell’abbassamento di prezzo di Xbox One con il bundle senza Kinect, ce lo aspettavamo.”
Una rovinosa caduta di stile per una dirigenza che, pur avendo tutto il diritto di festeggiare il buon andamento delle vendite di PlayStation 4, dovrebbe comunque ricordare il catastrofico lancio di PlayStation 3 e l’ancor più disastrosa chiusura del PlayStation Network a causa dell’attacco hacker avvenuto nella prima metà del 2011. Proprio in America, oltretutto, la popolarità del marchio Xbox continua ad essere superiore rispetto a quella di Sony, e questo nonostante gli attuali dati di vendita (un fattore secondario e parecchio aleatorio, se l’utenza continua a prediligere la concorrenza).
La promessa eterna di Shenmue 3
Il leggendario padre della serie di Shenmue, Yu Suzuki, ha raccolto l’invito dei giornalisti di GameReactor e, incurante della spasmodica attesa nutrita dai fan di Ryo Hazuki, è tornato a giocare con il cuore degli appassionati dichiarando quanto segue:
“Ho sviluppato il primo Shenmue circa quattordici anni fa, è passato molto tempo da allora ma la gente ancora se ne ricorda e continua a farmi domande sul terzo capitolo ed è una cosa molto, molto importante e bella per me. Qualora dovesse presentarsi l’occasione e con le giuste opportunità e circostanze, sono sicuro che sarei pronto a realizzare Shenmue 3.”
Chi si reca spesso in Giappone e studia la cultura nipponica sa perfettamente quanto possa essere difficile (ed entusiasmante al tempo stesso) interpretare un maniera univoca la risposta ad una domanda: dietro ad ogni singola parola si celano mille significati con infinite sfumature basate, ad esempio, dal tono della voce o da un semplice sguardo. Nella terra del Sol Levante la comunicazione è un’arte, un gioco di mistero e intuizione: con tutto il rispetto e l’ammirazione per Yu Suzuki, però, a questo punto non possiamo più permetterci di interpretare l’ennesima dichiarazione d’intenti, c’è bisogno di un chiarimento definitivo. Shenmue 3 è in sviluppo? Lo è mai stato? Lo sarà a breve, se una major del settore si degnerà di ascoltare le nostre preghiere?
Cavoli, rocce e capre
Per un videogiocatore aperto a ogni tipo di esperienza interattiva, la vita riserva sempre delle sorprese: mentre i colossi del settore fanno a gara per far scoppiare l’ennesima bolla “alla Guitar Hero” propinandoci sequel su sequel credendo di andare sul sicuro, l’utente medio può sempre rifugiarsi nell’originalità di progetti indipendenti come Kerbal Space Program, Rust o come quella piccola grande gemma del retrogaming che risponde al nome di Shovel Knight (per chi vi scrive, il miglior gioco del mese).
Se la scena underground offre spazio a sufficienza per Farming Simulator e Goat Simulator, quindi, perchè non alzare la posta e varcare i confini degli esseri inanimati con un sano, divertente simulatore di rocce? Partorito (o meglio, rotolato) dalla mente dell’inglese Ryan Schultz, Rock Simulator 2014 è la risposta goliardica e demenziale alle produzioni multimilionarie con migliaia di righe di dialogo e centinaia di sessioni di motion capture. Se il progetto riuscirà a superare lo scoglio di IndieGoGo, nei prossimi mesi potremo finalmente assumere la silicea forma di una roccia e catapultarci in una splendida dimensione free-to-play fatta di colline, di spiagge e di pianure incontaminate per lanciare il nostro guanto di sfida ai nemici giurati di ogni buona pietra che si rispetti: l’erosione e i dirupi!