Puntuali come orologi svizzeri, riprendiamo il nostro spazio informativo dedicato agli eventi, alle dichiarazioni, ai fatti e alle indiscrezioni più importanti che hanno caratterizzato la settimana videoludica appena trascorsa.
Gli approfondimenti e le considerazioni che troverete nelle Pagelle di Gamesblog della settimana che va dal 16 al 22 giugno seguono solo di riflesso l’E3 2014 e si sganciano, finalmente, dal treno di notizie provenienti dalla fiera videoludica losangelina per ritornare nell’ordinaria amministrazione di un’industria come quella dell’intrattenimento digitale che di “ordinario”, ormai, non ha più nulla.
- Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.
EA e il disastroso lancio di BF4
Nel corso di un’intervista concessa ai giornalisti di Eurogamer.net da Andrew Wilson, il CEO e amministratore delegato di Electronic Arts ha espresso tutto il suo dispiacere per i disservizi a cui sono dovuti andare incontro tutti coloro che hanno provato a giocare online a Battlefield 4 nelle settimane e nei mesi immediatamente successivi al lancio del titolo.
“Per colpa di un problema ai server, la situazione che si era venuta a creare era inaccettabile, e lo era sia per me che per il team di sviluppo.”
“Inaccettabile”, in effetti, è l’aggettivo perfetto che utilizzerei per manifestare tutto il mio disappunto per il tempo che il signor Wilson ha dovuto impiegare prima di cospargersi il capo di cenere e ammettere gli errori commessi. Le scuse sono sempre ben accette, ma la superficialità con cui EA ha gestito l’affaire BF4 era e rimane inqualificabile.
Un po’ di 2012 nel Watch Dogs del 2014
Nei giorni scorsi, il programmatore indipendente conosciuto sul forum di Guru3D con il nickname di TheWorse ha contribuito a rendere ancora più calde le già infuocate controversie sull’ufficioso dowgrade grafico di Watch Dogs pubblicando una mod che promette di riportare ai “fasti da E3 2012” la componente grafica del titolo nella sua versione PC.
Il clamore mediatico suscitato da questa mod ha persino indotto i vertici di Ubisoft a intervenire in prima persona per confermare il downgrade e giustificare il “ridimensionamento” degli effetti particellari, di bloom e di profondità di campo come modifiche resesi necessarie per non intaccare gli elementi di gameplay di Watch Dogs correlati all’uso delle telecamere e alla lettura delle scritte e degli elementi a schermo più lontani.
Alla scoperta del glitch perduto
Dopo tre decenni passati a salvare la Principessa Peach dalle grinfie di Bowser, c’è chi continua a surfare imperterrito tra le righe di codice del primo Super Mario Bros. come il giovane Keanu Reeves di “Point Break” per scovare dei nuovi, sorprendenti glitch: è questo il caso del “Bug delle Vite Infinite” scoperto pochi giorni fa da un utente giapponese che ha deciso di offrirci una comoda testimonianza video che ci permette di ripercorrere i passaggi compiuti per farsi beffe (o magari per celebrare) del lavoro svolto da Miyamoto nel 1985:
Prezzi pazzi
Il programma che consente agli utenti PS3, PS Vita, TV, smartphone e PS4 di noleggiare e giocare in streaming a titoli presi da altre console della famiglia Sony, conosciuto come PlayStation Now, è in beta testing da inizio anno ma è solo dall’ultima settimana che i gestori della piattaforma hanno deciso di “prezzare in anteprima” i videogiochi presenti in catalogo. E i prezzi esposti, almeno in questa prima fase, sono a dir poco scandalosi.
Il cartellino digitale di diversi titoli PS3 riporta la cifra di ,99 per il noleggio di quattro ore di gioco e di 9,99 per quello da novanta giorni, e questo senza riportare i prezzi di noleggio in streaming per titoli PS Vita: nella stragrande maggioranza dei casi e a prescindere dalla piattaforma originaria, con la medesima cifra richiesta per il noleggio mensile o trimestrale (ma molto spesso basta anche meno) si è facilmente in grado di reperire la copia fisica del videogioco in questione dal proprio negoziante di fiducia. Chissà quale doveva essere la gradazione alcolica del vinello che ha rallegrato le giornate di chi ha avuto in incarico la scelta dei prezzi di noleggio su PS Now…
Risarcimenti digitali
Il Consumer Rights Bill 2013-2014 è un documento redatto dal Governo del Regno Unito che sancisce il diritto dei consumatori al risarcimento del denaro speso nell’acquisto in rete (o in un negozio “fisico” abilitato) di beni di consumo digitali come ebook, brani in MP3, videogiochi e film. Le nuove direttive si rifanno a un disegno di legge appena approvato che chiarisce come i contenuti digitali debbano soddisfare i criteri di qualità di qualsiasi altro tipo di prodotto. La legge in questione nasce per rispondere a una class action intentata da un gruppo di consumatori inglesi intenzionato a richiedere un risarcimento per casi che spaziano dai salvataggi di videogiochi corrotti da un DLC o da DVD e Blu-ray resi inutilizzabili dai contenuti speciali di un film o di un concerto. Tali norme, però, non potranno essere estese a servizi che prevedono l’accettazione di un contratto di sottoscrizione, come nei casi di Steam, PSN e Xbox Live.
Alcuni store digitali, come Origin di EA o l’indipendente Green Man Gaming, offrono già delle soluzioni per facilitare il processo di restituzione di un videogioco o di un DLC acquistato nel proprio negozio online, ma fa piacere sapere che la politica (seppur solo oltremanica) stia davvero cominciando a dare ascolto alle richieste dei consumatori per regolamentare un servizio che, in un epoca dominata dai social network, dalle monete virtuali, dai servizi e dai beni di consumo “intangibili”, dovrebbe essere universale.