Agli appassionati di fumetti DC Comics non sarà sicuramente sfuggito l’arrivo nelle sale cinematografiche di Lanterna Verde, film dedicato all’omonimo supereroe apparso per la prima volta nel 1940, e che ricordiamo può contare tra i propri fan anche il buon Sheldon Cooper.
Alla pellicola sopra citata, come spesso accade ha fatto immediato seguito anche l’approdo sugli scaffali di un videogioco tratto dalla stessa serie di comics: si tratta infatti di Lanterna Verde: L’Ascesa dei Manhunter, disponibile per PlayStation 3, Xbox 360, Wii, Nintendo DS/3DS più i dispositivi mobili Apple con iOS, arrivato per sfruttare ovviamente il momento di notorietà del personaggio garantito dal cinema. Proprio la versione per le console HD è quella che abbiamo preso in considerazione per questa recensione: entrambe sono state sviluppate da Double Helix, team nato nel 2007 e già visto al lavoro su Silent Hill Homecoming nel 2008.
Ma bando alle ciance aspiranti supereroi, seguiteci dopo la pausa!
Lanterne e sorci verdi
Gli eventi narrati in Lanterna Verde: L’Ascesa dei Manhunter hanno luogo dopo la fine del film, con il protagonista Hal Jordan impegnato ormai stabilmente a vestire i panni di Lanterna Verde. Il gioco ci catapulta sin da subito nella storia, che vede una razza di robot extraterrestri, quella dei Manhunter, desiderosa di distruggere tutto quanto si trova tra essa e un prezioso artefatto custodito sul pianeta natale delle Lanterne, Oa. Dopo la scena iniziale, che fa riferimento a eventi precedenti (che in realtà chi non ha avuto modo di vedere il film non ha modo di conoscere), ci si ritrova subito nel bel mezzo della lotta, ovviamente nel ruolo di Hal: la prima fase di gioco vero e proprio funziona come di consueto da tutorial, permettendo così al giocatore di ambientarsi in quelle che comunque sono delle meccaniche abbastanza classiche dei titoli d’azione, e che per questo probabilmente per la maggior parte delle persone non significheranno novità particolari. L’ispirazione alla base de L’Ascesa dei Manhunter è infatti palesemente proveniente da God of War e simili: tutto ciò che vi basta sapere è che per andare avanti nel gioco dovete prendere a legnate i vostri nemici, potendo contare su una serie di armi da arricchire e potenziare con lo svolgersi della storia.
È così possibile dare vita a combo in grado di far ottenere bonus, da spendere poi per acquistare potenziamenti per i poteri di Lanterna Verde: chi conosce il fumetto saprà infatti che le sue abilità provengono da un anello in grado di trasformare un fascio di luce verde in elementi reali da usare in combattimento, come per esempio armi di vario tipo o anche mezzi di movimento. Come già detto, il processo legato ai potenziamenti dei poteri di Lanterna Verde è sostanzialmente quello base del genere a cui questo gioco appartiene: allo stesso modo funziona la possibilità di ricorrere alle abilità speciali, regolata da una barra di energia da tenere possibilmente piena (uccidendo nemici e raccogliendo i contenitori sparsi in giro) per far sì che i poteri non si esauriscano. Più che gradita la possibilità di personalizzare i controlli per mettere ordine all’interno delle proprie abilità, assegnando loro comandi diversi.
Giocare a L’Ascesa dei Manhunter è sicuramente divertente: si tratta come ormai avrete capito di un titolo d’azione senza particolari elementi innovativi, ma comunque in grado di offrire qualche ora (meno di dieci per la maggior parte dei giocatori) in spensieratezza. Tutto questo sicuramente anche con l’aiuto della modalità cooperativa, grazie alla quale è possibile far entrare in partita un nostro amico nei panni del personaggio Sinestro: così come il secondo giocatore ha la possibilità d’entrare in gioco, può anche facilmente uscirne senza andare a modificare l’esperienza del primo giocatore. Ovviamente, il gameplay si rivela più divertente in due, anche se chi cerca le sfide difficili probabilmente lo troverà un po’ troppo semplice da affrontare.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista tecnico, il gioco sviluppato da Double Helix non offre motivi di particolare esaltazione, lasciando comunque che il motore grafico svolga il proprio lavoro: il design delle ambientazioni alterna alcune scelte di colore particolarmente apprezzate ad altri momenti meno ispirati. È inoltre da registrare una monotonia di fondo per quanto riguarda l’ambiente strettamente circostante all’azione, che contribuisce così a dare un senso di “già visto” favorito anche dalla poca varietà di nemici che si vanno a incontrare: più di una volta fino alla fine del gioco capita infatti di desiderare un tipo diverso di avversario, ma salvo particolari eccezioni per gran parte del tempo ci si ritrovare a scontrarsi sempre con la stessa specie di Manhunter. Il sonoro si mantiene su buoni livelli grazie al doppiaggio originale delle voci provenienti dal film, accoppiato a una serie di effetti speciali di ottima fattura, in grado di dare ai poteri di Lanterna Verde una buona dimensione anche per quanto concerne il reparto audio. Un po’ più fiacca risulta invece essere la colonna sonora, la quale fa sentire la sua mancanza soprattutto quando si entra nel vivo dell’azione.
Commento finale
Per essere un tie-in, Lanterna Verde: L’Ascesa dei Manhunter va oltre le aspettative che catastrofici titoli di questo tipo hanno contribuito a creare in ognuno di noi con un pizzico di pregiudizio. Si tratta infatti di un titolo divertente, in grado di soddisfare non solo i fan più agguerriti di Lanterna Verde – forse uno degli eroi DC meno conosciuto dalle nostre parti finora – ma anche chi è alla ricerca di un action di stampo classico, da vivere magari insieme a un amico senza particolari pretese. Oltre all’assenza di un qualsivoglia elemento innovativo, la vera e propria nota dolente di questo gioco è costituita da un po’ di monotonia di troppo, che va sicuramente ad abbassare un livello di longevità già di per sé (considerando la durata del gioco) non esaltante. In conclusione, si tratta di un gioco meritevole di essere preso in considerazione, che centra sicuramente un buon livello al di sopra di altri tie-in ma che non arriva ad ambire a particolari traguardi.
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