In una settimana particolarmente densa di appuntamenti, il fondatore degli studi thatgamecompany, al secolo Jenova Chen, si è intrattenuto più volte con la stampa di settore per fissare i punti della roadmap che i suoi sviluppatori seguiranno nei prossimi mesi per dare vita al successore spirituale di Journey.
Nel primo appuntamento mediatico tenuto in concomitanza con il DICE Summit 2013, il visionario designer cinese ha chiarito ai microfoni di Polygon la natura multipiattaforma del progetto: una scelta, quest’ultima, dettata dalle vicissitudini economiche accorse alla compagnia nelle fasi immediatamente successive al lancio di Journey, dall’iniezione di 5,5 milioni di dollari di investimenti provenienti da Benchmark Capital alla “dichiarazione di indipendenza” da Sony e dal sodalizio che negli ultimi anni ha garantito alla multinazionale giapponese l’esclusiva assoluta sui loro titoli (Flower e, appunto, Journey).
Non meno interessanti sono però le dichiarazioni che lo stesso Chen, subito dopo, ha deciso di rilasciare ai giornalisti di Games Industry International per definire la sua posizione in merito al mercato free-to-play e alla piccola grande rivoluzione avvenuta nel settore con l’avvento delle formule di “investimento diretto” da parte dei singoli giocatori attraverso portali come Kickstarter o Indiegogo:
“Non c’è dubbio che il mobile gaming e il free-to-play siano le branche dell’industria videoludica moderna in cui scorre il maggior quantitativo di denaro. Penso però che l’approccio freemium sia allo stesso tempo emozionante e pericoloso: come si fa a dare ai propri utenti la possibilità di divertirsi quando sono costantemente in guardia pensando che li stiamo manipolando con il semplice scopo di fare soldi sulle loro spalle?
Sono questi gli aspetti su cui mi interrogo maggiormente se mi metto a pensare al free-to-play, per questo non posso sbilanciarmi nell’affermare che il mio prossimo progetto adotterà la formula freemium o se, ad esempio, sarà sviluppato anche per piattaforme portatili o sistemi mobile. Anche per tutto ciò che concerne l’approccio adottato da chi si affida a Kickstarter per finanziare i propri progetti, ritengo che allo stato attuale chi riesce ad avere successo in quest’ambito sono solo gli sviluppatori più affermati e le leggende del settore, ossia coloro che possono contare su una solida base di appassionati di 30 e 40 anni con un’ampia disponibilità economica.
Se penso a questo, e al fatto che la maggior parte delle persone che hanno giocato ai nostri titoli sono adolescenti e studenti universitari, mi chiedo però quanti soldi possano avere a disposizione i nostri fans per supportarci. A prescindere da quanto è bello Journey, quindi, non credo che i tempi per noi di approdare su Kickstarter e simili siano ancora maturi.”
via | Polygon, Games Industry