I presunti effetti negativi dei videogiochi sono all’ordine del giorno dopo ogni fatto di cronaca nera che coinvolga qualcuno che abbia anche solo una volta messo una mano su un controller e ogni volta presunti esperti e opioninisti si sperticano nell’attaccare questo o quel gioco, nel sottolineare come spesso le cause di tanta violenza sarebbero proprio i videogiochi.
E’ difficile cambiare un’opinione comune piuttosto diffusa, ma in arrivo dall’Inghilterra c’è un nuovo studio che potrete sbattere in faccia tutte le volte che sentirete qualcuno accostare episodi cruenti ad attività videoludiche. Lo studio, condotto da Alison Parkes, Helen Sweeting, Daniel Wight e Marion Henderson dell’Università di Glasgow, parte da un quesito: “le televisione e i videogiochi influenzano il comportamenti dei giovanissimi”?
Se è stato trovato un collegamento – appena accennato, è il caso di dirlo – tra il guardare la tv per più di 3 ore al giorno all’età di 5 anni e un aumento di problemi comportamentali tra i 5 e i 7 anni, nulla è emerso a proposito dei videogiochi:
Giocare ai videogiochi non è stato associato ad alcuni problemi di condotta e non sono state evidenziate differenze di genere negli effetti del passare troppo tempo davanti allo schermo.
E, se ci mettiamo anche i risultati di uno studio condotto di recente in Germania, la risposta a chi continua ad associare la violenza nella realtà a quella dei videogiochi è servita.
I problemi, è evidente, vanno cercati altrove. Ma è così facile prendersela con l’industria videoludica, no?
Via | BMJ