Ognuno di noi videogiocatori, quale che sia la sua età, ha avuto modo nel corso della vita di giocare a titoli che gli sono rimasti indelebilmente nel cuore. Sarà stato un blockbuster campione di vendite, o probabilmente un gioco snobbato da critica e pubblico che comunque è riuscito a fare breccia nei nostri sentimenti, lasciandoci quel “qualcosa” nel corso degli anni che solo chi ama veramente i videogiochi riesce a capire e condividere.
Impossibile forse da comprendere dall’esterno della passione videoludica, è facile per noi ricordare un’esperienza di gioco al pari di quella di un libro o di un film, anche in assenza delle solite frasi a effetto o trame degne di un premio oscar. Spesso infatti capitava di dover salvare la solita donna rapita dal cattivone di turno, ma tanto bastava per esempio per fare di un Toki un vero e proprio eroe.
Ma non è detto che non possa essere stato un titolo sportivo e le sue interminabili sfide a rimanerci impresse nella memoria: per me ad esempio uno di questi è stato Sensible Soccer, insieme a Kick Off una delle simulazioni calcistiche più amate a cavallo tra gli anni ’80 e ’90: al di là del gioco in sé, stupendo per l’epoca, è difficile non ricordarlo per le grandi partite con gli amici di sempre, come punto di partenza per partite che si consumano ancora oggi con venti anni in più sulle spalle, ovviamente non più all’amato e pensionato Sensible Soccer ma ai vari FIFA e PES.
Ma i giochi e le emozioni sono davvero tanti, probabilmente impossibili da elencare senza fare uno sforzo di memoria che possa durare tanto a lungo nel tempo: pensiamo per esempio alle avventure grafiche, altro cavallo di battaglia di un’epoca videoludica andata. Monkey Island e la gara che iniziò tra amici a chi per prima l’avrebbe completato, o diversi anni e tante altre avventure dopo Full Throttle, che ricordo di aver rigiocato talmente tante volte da avere ancora impresse gran parte delle fasi di gioco e delle battute dei suoi protagonisti.
La lista, come dicevamo, potrebbe davvero andare avanti all’infinito: un altro gioco che ricordo per avermi reso un po’ quello che sono è Dune, primo capitolo di una serie in cui il secondo è stato indubbiamente il più osannato da pubblico e critica. Ma la presenza di una componente ruolistica con la quale immergersi nei panni di Paul Atreides mi spinse, oltre che a rigiocare il gioco decine di volte, anche a leggere l’opera letteraria di Frank Herbert e a guardare il relativo film, prima di allora a me sconosciuto.
Impossibile non ricordare anche Hero Quest, al pari del gioco da tavolo, o riagganciandoci al canovaccio della bella liberata Final Fight, titolo in grado di dare un’influenza unica al proprio genere negli anni avvenire, segnati da diversi picchiaduro a scorrimento tutti legati in modo indissolubile all’avventura di Haggar, Cody e Guy, da me rigiocata praticamente fino allo sfinimento. A questo punto però, lascio la palla a voi: quali sono stati i giochi della vostra vita? Avete amato alla follia il personaggio di Prince of Persia, vi siete divertiti da morire con Super Mario e avete dato vita a partitoni leggendari coi vostri amici a Speedball 2? Ditecelo nei commenti.