Gli appassionati di videogiochi stanno vivendo un’era in cui le case produttrici hanno scoperto mille nuovi modi per prosciugare le tasche, i portafogli e i conti in banca. Tra DLC, espansioni e collection di vecchi giochi riproposti in HD, per cercare di contenere il flusso sempre crescente di denaro in uscita è necessario sviluppare la sottile capacità di selezionare con cura i propri acquisti.
Fra tutte le compilation HD uscite e in uscita, quella dedicata ai due titoli del Team ICO apparsi precedentemente su PlayStation 2 è sicuramente una delle più interessanti, sia per coloro che hanno già avuto la possibilità di apprezzare queste due splendide perle sul loro hardware originale, sia (a maggior ragione) per chi per un qualsiasi motivo si era perso due delle esperienze più poetiche e appassionanti della scorsa generazione di console.
Continuando a leggere questa recensione scoprirete tutti i motivi per cui ogni appassionato di videogiochi dovrebbe acquistare e conservare con cura questo gioiello, dove un ridotto numero di poligoni su schermo non è mai in grado di ostacolare il desiderio di sognare abilmente stuzzicato dal maestro Fumito Ueda.
Due capolavori in un solo disco
ICO e Shadow of the Colossus hanno saputo conquistare il cuore di un gran numero di appassionati grazie al disarmante cocktail di emozioni, regia e sensibilità artistica in essi inseriti dall’intraprendente team di sviluppo. Come sfortunatamente accade ai progetti di questo tipo, tuttavia, entrambi i giochi non si rivelarono grandi successi di vendite (almeno secondo i numeri di un mercato sempre più avido e insensibile), ma seppero occupare con grande orgoglio posti di assoluto rilievo nelle classifiche di gradimento della critica e del pubblico più raffinato ed emotivo.
ICO, con un gameplay tradizionale impreziosito dall’introduzione del romantico legame di protezione e fiducia reciproca fra il giovane bambino e l’eterea Yorda, ai tempi della sua prima uscita seppe conquistare anche grazie alle animazioni fluide e alla meravigliosa ricercatezza delle ambientazioni, costantemente inondate di un’eterea luce soffusa superbamente gestita dalla PlayStation 2.
Shadow of the Colossus, dal canto suo, era un progetto fin troppo ambizioso per un hardware ormai vecchio come quello della PS2 e, non a caso, soffriva di costanti cali di frame rate che rendevano difficile godersi la meravigliosa azione che si svolgeva su schermo. Ed è proprio Shadow of the Colossus, infatti, ad aver goduto dei benefici maggiori da questa nuova edizione per PlayStation 3.
Un lavoro intelligente
Realizzare un porting HD di titoli vecchi non vuol dire, ovviamente, riconvertire tutte le texture in versioni a risoluzione più alta, ma spesso richiede l’uso intelligente di diversi metodi per ammorbidire e attualizzare un’opera ormai logorata dal tempo. Mentre i giochi in 2D, infatti, resistono molto meglio allo scorrere degli anni, i titoli poligonali tendono a invecchiare rapidamente, trasformandosi in un batter d’occhio in lavori grezzi e poco presentabili per la maggior parte dei giocatori.
L’ottima caratterizzazione artistica dei titoli di Ueda, fortunatamente, ha permesso a entrambi i giochi di mantenersi giovani e piacenti anche dopo tanti anni, tanto che caricando queste versioni ripulite su PlayStation 3 saranno in pochi a lamentarsi del comparto grafico generale. Le ambientazioni ispirate, l’ottimo uso del sonoro per contribuire a creare un’atmosfera lontana e surreale, il taglio di alcune inquadrature artisticamente eccellenti contribuiscono a smussare le imperfezioni puramente tecniche ancora visibili dopo il trattamento.
In occasione di questa riedizione in HD, infatti, il team di sviluppo si è concentrato più sull’uso di filtri specifici che sull’effettivo potenziamento delle texture (che comunque sono state opportunamente ripulite e attualizzate), ottenendo risultati dei quali nessuno potrà mai lamentarsi.
Controlli giurassici
Se dal punto di vista cosmetico HD Classics: ICO & Shadow of the Colossus si rivela un prodotto estremamente curato, lo stesso non si può dire dei controlli, piuttosto macchinosi all’epoca e, di conseguenza, decisamente scomodi al giorno d’oggi. Se con ICO le cose sono ancora accettabili (anche se la gestione automatica della telecamera causa qualche problema di troppo), in Shadow of the Colossus la situazione è decisamente meno rosea.
Dopo anni di controlli sempre più fluidi, snelli e ben studiati, tornare a confrontarsi con l’ostica distribuzione dei comandi di Shadow of the Colossus può essere traumatico per i giocatori più esperti, ma può rivelarsi un ostacolo ancor più insormontabile per gli utenti più giovani, che potrebbero così decidere di abbandonare una delle esperienze più epiche ed emozionanti degli ultimi anni proprio a causa di un’interfaccia troppo macchinosa.
Sotto questo punto di vista è un peccato che il team di sviluppo si sia concentrato unicamente sugli aspetti estetici dei due titoli, senza pensare nemmeno lontanamente di proporre, ovviamente come possibile opzione, una versione più attuale dei controlli.
Una collezione spartana
Parlando degli interventi che ci avrebbe fatto piacere vedere in questa collection, indubbiamente avremmo apprezzato se il team di sviluppo si fosse messo in testa di prestare la giusta cura anche alla presentazione generale del pacchetto che, al contrario, è stata completamente ignorata.
Una volta inserito il disco nella console, infatti, ci si trova immediatamente di fronte a una semplice schermata divisa a metà dove è possibile scegliere quale dei due giochi avviare semplicemente cliccando sulla versione digitale della sua copertina originale. Quando una delle due copertine viene evidenziata, il tema principale del titolo scelto parte in sottofondo.
Al di là di questo, tuttavia, non è stato fatto nient’altro per arricchire il pacchetto. Una volta avviato uno dei due giochi, per esempio, non è nemmeno possibile passare all’altro titolo presente del disco senza tornare sulla XMB.
Una triste mancanza di extra
L’uscita di una collection come questa dovrebbe rappresentare, sotto un certo punto di vista, una sorta di celebrazione delle opere selezionate, un’occasione per dare ai fan tutto ciò che hanno sempre desiderato. Sotto questo punto di vista, purtroppo, HD Classics: ICO & Shadow of the Colossus non offre nulla di veramente interessante.
Questa triste mancanza di extra degni di nota rappresenta la vera nota dolente di questo splendido Blu Ray. Sarebbe stato splendido, infatti, ritrovare all’interno del disco le illustrazioni originali di entrambi i giochi, gli artwork realizzati durante la stesura del progetto, i brani delle indimenticabili colonne sonore.
Sfortunatamente sotto questo punto di vista la Team ICO Collection è tristemente insufficiente, ma si tratta comunque di un difetto che, nonostante la gravità, non riesce neanche lontanamente a intaccare la qualità di questa meravigliosa iniziativa.
Commento finale
HD Classics: ICO & Shadow of the Colossus è, assieme a quelle realizzate per i vari episodi di God of War, una delle collection da acquistare senza batter ciglio. La qualità artistica e ludica dei due titoli in essa presenti rendono questo Blu Ray un oggetto che ogni appassionato di videogiochi dovrebbe acquistare ed esporre con orgoglio nella propria collezione, aspettando con trepidazione un certo The Last Guardian.
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