Freschi freschi di annuncio dell’accordo con Activision per la loro nuova proprietà intellettuale, i ragazzi di Bungie hanno anche fatto sapere di essere più determinati che mai nel completare il lavoro iniziato con Microsoft per la serie Halo, occupandosi almeno fino a fine 2010 principalmente di Halo: Reach.
Proprio in quest’ottica, per cercare di ottenere il miglior prodotto finale possibile è partita pochi giorni fa la beta multiplayer del gioco, dando a chi ha acquistato una copia di Halo 3: ODST la possibilità di toccare con mano il nuovo capitolo della serie. Il risultato è stato come previsto col botto: più di un milione di persone collegate alla beta hanno messo in ginocchio i server Microsoft, rendendo per i primi tempi impossibile giocare ad Halo: Reach.
Per fortuna poi l’azienda di Redmond ha risolto tutti i problemi e noi dunque siamo qui a parlare delle nostre prime impressioni su questo gioco, in arrivo in autunno e giocabile in versione beta fino al 19 maggio.
In attesa di vedere come sarà la modalità singola di Halo: Reach, la beta e i suoi 1,15GB di download lanciano i giocatori direttamente nella componente multiplayer del gioco, offrendogli la possibilità di assaggiare con qualche mappa e alcune modalità tattiche e meno tattiche (dal classico cattura la bandiera all’attesa Invasion, arrivata sulla beta in un secondo momento coi suoi veicoli) quello che verrà nella versione finale. L’intenzione è però soprattutto quella di ricevere feedback da parte dei giocatori, per fare in modo come già detto di ottenere un aiuto nella determinazione a sfornare un prodotto in grado di tenere alta la fama di Halo (e ovviamente anche quella degli sviluppatori).
La classe non è acqua
La prima cosa di cui ci si accorge entrando in gioco dopo la fase di matchmaking è la presenza di quattro diverse classi tra le quali scegliere il proprio alter ego virtuale: Scout, Guard, Stalker e Airborne, ognuna delle quali con una propria abilità sfruttabile con l’apposito tasto del pad. Così, lo Scout ha la possibilità di effettuare degli sprint, mentre per il Guard è stato studiato un sistema chiamato Armor Lock, con il quale rinforzare la propria armatura arrivando anche dopo un certo lasso di tempo a mandare una scarica di EMP in grado di abbattere temporaneamente gli scudi altrui. La parte dello Stalker è di sicuro una delle più intriganti del gioco, con la possibilità di girare per la mappa invisibile agli occhi altrui, dando così la possibilità di vestire il ruolo di assassino.
L’airborne infine ha dalla sua il mitico jetpack, con il quale può librarsi in volo per un periodo di tempo determinato: inutile dire che è una delle classi più gettonate almeno inizialmente, in quanto usare l’abilità speciale è divertente soprattutto calandosi in mezzo a un manipolo di nemici. Prendendo parte ai vari scontri è possibile ottenere dei punti per il ranking basati sia sul risultato complessivo del match che su eventuali meriti personali, avendo poi modo di spenderli nel negozio del gioco per comprare elmetti e altri oggetti per il proprio personaggio.
Particolare attenzione è stata riposta sull’introduzione nella beta della modalità Invasion, sia per la sua particolarità rispetto ai classici degli shooter in prima persona, sia perché con essa sono arrivati anche i veicoli: in squadre da sei giocatori è necessario portare a termine alcuni obiettivi per vincere, avanzando di volta in volta sulla mappa attaccando nei panni degli Elite e difendendo in quelli degli Spartan. La particolarità sta nel fatto che con l’evolversi della battaglia anche le classi disponibili per il proprio personaggio varieranno, sbloccando così gradualmente armi e potenzialità.
720p fino all’ultimo pixel
Dal punto di vista tecnico non possiamo che ritenerci soddisfatti dal lavoro fatto da Bungie, confermando i risultati dei test effettuati da Digital Foundry sulla bontà dei 720p reali ma soprattutto sulla tenuta dei 30fps, che solo in casi eccezionali accennano a diminuire. Al di là di un frame in più o in meno al secondo comunque, Halo: Reach si dimostra più bello da vedere e curato rispetto ai suoi predecessori, lasciando sperare più che bene per la resa grafica del prodotto finale, che da qui all’autunno sarà di sicuro possibile ottimizzare soprattutto negli esistenti problemucci di aliasing. Per quanto visto nelle mappe disponibili, dalla impressionante Boneyard della modalità Invasion a quelle più “normali” delle altre, non ci si può che dichiarare soddisfatti per la loro ariosità e in generale per il design di Bungie, che non ha risparmiato nessuno sforzo per distaccare quanto più possibile Halo: Reach dal resto della serie.
Conclusioni
Non mi definirei un fan della serie Halo, eppure il tempo passato giocando a questa beta di Halo: Reach è stato decisamente divertente, oltre che abbastanza immediato anche per una persona come me di certo non ai massimi livelli di gioco hardcore sullo shooter di Bungie. Le impressioni possono dunque essere definite come positive senza ombra di dubbio, anzi c’è da aspettarsi solo di meglio da qui a quando il gioco arriverà nei negozi dopo l’estate, con altri quattro mesi almeno di tempo davanti agli sviluppatori per ottimizzare quanto di buono è già stato realizzato finora.