L’attesa per l’evento più importante del 2009 videoludico degli utenti Xbox 360 è finalmente giunta al termine: dopo essersi concessa una breve ma felice esperienza tra gli strategici in tempo reale con Halo Wars, la saga fantascientifica di Bungie torna ad occupare i sogni dei milioni di appassionati e lo fa proponendo loro un capitolo, come ODST, che solo sulla carta può essere definito “tradizionale”.
Nato inizialmente come una mera espansione di Halo 3, il progetto conosciuto col sottotitolo “Recon” ha infatti subito una profonda trasformazione grazie alle incessanti richieste degli appassionati, abbattutesi come una gigantesca onda anomala sulla casa di sviluppo statunitense che, così facendo, ha capito in che modo e in che misura avrebbe potuto ampliare il concept di gioco principale per adattarlo ad una nuova ed inedita forma videoludica.
Ed è proprio questa la chiave di lettura che cercheremo di proporvi con una recensione che, negli intenti, proverà a rispondere alle domande dei fan per capire cosa ha davvero da offrire loro Halo 3: ODST e in che modo questa nuova avventura andrà ad incastonarsi nella complessa e meravigliosa trama della serie che ha visto come protagonista unico lo storico Master Chief… fino ad ora, naturalmente.
RAGGI BLU BALENANO ALLE PORTE DI NEW MOMBASA
Anno 2552. La fiorente città portuale di New Mombasa, pur essendo teatro di violenti scontri tra le popolazioni degli insediamenti urbani vicini oramai da due secoli e mezzo, ha saputo comunque ritagliarsi un suo spazio ed è riuscita a sopravvivere nonostante la contestazioni e i frequenti spargimenti di sangue: fino al quel fatidico 20 ottobre.
Approfittando di una simile instabilità, il Profeta del Rimorso del Concilio dei Covenant sceglie l’area urbana di New Mombasa per dare inizio al suo attacco contro il pianeta Terra: la risposta del Comando Spaziale delle Nazioni Unite è però immediata, e la battaglia viene velocemente portata a termine dopo la fuga della gigantesca nave del Profeta.
Malauguratamente, l’onda d’urto generata dal salto nell’iperspazio dell’astronave aliena sconvolge il complesso cittadino sottostante radendo al suolo gran parte del centro di New Mombasa, che nel frattempo verrà presa d’assalto dalle forze nemiche rimaste a terra per una misteriosa ricerca.
In mancanza di soldati Spartan, impegnati nel frattempo sul lontano Delta Halo, l’UNSC si ritroverà perciò obbligato a mandare dei soldati inesperti ad investigare sulla situazione e a sedare la minaccia costituita dai Covenant: è qui che ha inizio l’avventura delle Truppe d’Assalto Orbitale (ODST) e della recluta (Rookie) che saremo chiamati ad impersonare.
PREPARATI AL LANCIO
Halo 3: ODST ci permette di vivere il periodo della guerra contro i Covenant storicamente meno favorevole alla razza umana, vale a dire i primi 30-40 anni della guerra interplanetaria voluta dall’elitè spirituale aliena, costituita dai tre Profeti del Consiglio Covenant. In assenza di possenti e coraggiosi guerrieri come i soldati geneticamente modificati conosciuti sotto l’altisonante categoria degli Spartan, la guerra contro una razza aliena tecnologicamente e fisicamente superiore alla nostra vede la Terra del ventiseiesimo secolo come uno enorme terra di conquista: il contesto di gioco è teoricamente identico a quello dei tre precedenti capitoli di Halo, ma all’atto pratico nulla è come sembra e ci vuole davvero poco per accorgersene.
Sbarcato su New Mombasa, il Rookie sperimenterà da subito le difficoltà che potrebbe avere qualsiasi essere umano di fronte ad una città implosa in sè stessa e pericolosamente occupata da nemici superiori in numero e in capacità belliche: svestiti i panni del leggendario Chief e dell’Elitè disertore di Halo 2, con la recluta degli ODST non saremo in grado di difenderci con alcuno scudo energetico, non riusciremo ad impugnare due armi leggere in contemporanea, non avremo rivelatori di posizione, non avremo le conoscenze adatte a destreggiarci con tutti i veicoli alieni ed alleati e, tanto per cambiare, saremo agili e reattivi come le automobili schiacciate dal peso del cemento armato crollato da un palazzo adiacente alla strada. In Halo 3: ODST, i veri Eroi sono coloro che riescono ad uscire dalla città africana sulle proprie gambe.
L’ingegno e la capacità di adattemento della razza umana sono però esemplari, e per controbilanciare questo enorme divario con i Covenant le Truppe d’Assalto Orbitale traggono la loro forza dalla coesione e dallo spirito di collaborazione dei suoi membri, per questo la missione principale del Rookie sarà quella di riunirsi al resto della ciurma prima di essere infilzato da una lama laser ed essere così servito a mò di spiedino sul banchetto di un Brute: a tal proposito, il dedalo di strade che potrà percorrere il nostro eroe improvvisato per arrivare a destinazione sono una delle più importanti caratteristiche del nuovo lavoro dei ragazzi di Bungie.
Le enormi dimensioni delle ambientazioni di gioco della saga hanno fatto scuola, ma nel caso di Halo 3: ODST tutto questo assume un livello di accuratezza e di possibilità espressive davvero impareggiabile. La New Mombasa disegnata dalle sapienti mani di Bungie accentua la caratterizzazione e le capacità del Rookie, diventando per lui un formidabile alleato in battaglia: nonostante la cittadina sia ormai ridotta ad un cumulo di macerie fumanti, l’intelligenza artificiale che governa i segnali stradali aiuterà la recluta a trovare la strada verso i suoi compagni, avvisandolo del pericolo imminente costituito da un gruppo di Covenant in perlustrazione in quella determinata zona.
MULTIPLAYER
Analizzare nel dettaglio la giocabilità spicciola di Halo 3: ODST senza prenderne in considerazione la vastissima componente online è a dir poco impossibile. Stiamo pur sempre parlando di un prodotto costruito attorno all’impalcatura garantita dal capolavoro multiplayer più famoso ed apprezzato dal popolo videogiocante, mica noccioline!
La struttura stessa della trama della campagna in singolo obbliga il giocatore a trovare strenuamente la collaborazione dei suoi compagni di battaglia, ed è proprio per questo che in Halo 3: ODST la modalità cooperativa online riveste un ruolo preponderante per il successo dell’intera opera. Sotto questo particolare punto di vista, il lavoro di Bungie evita di toccare eccessivamente le corde della nostalgia e si lascia andare ad una giocabilità che potrebbe essere accostata a quella degli ultimi due capitoli di Call of Duty piuttosto che a quella del terzo episodio della saga di Master Chief: nello sconfinato territorio calpestabile di New Mombasa un passo falso porta rapidamente alla morte del proprio protagonista, coordinare perciò una tattica adeguata per contrastare i Covenant rappresenta una delle fasi più importanti per la sopravvivenza propria e conseguentemente dei nostri compagni di disavventura.
Se la modalità cooperativa trae forza dall’innovazione garantita dall’utilizzo in battaglia di un normale soldato umano e si smarca da qualsiasi accostamento con i capitoli precedenti, le opportunità competitve di Halo 3: ODST tornano a strizzare l’occhiolino al lavoro (titanico) portato avanti da Bungie per il multiplayer di Halo 3. Nel secondo DVD della confezione trovano infatti spazio tutte le mappe dell’illustre predecessore, i pacchetti aggiuntivi pubblicati nel corso di questi mesi su Xbox Live e tre inediti livelli, progettati per garantire agli acquirenti della nuova epopea della casa di sviluppo statunitense delle arene congeniali alle caratteristiche uniche di questa sorta di “espansione espansa”.
Per chiudere in bellezza l’offerta, Bungie ha giustamente pensato di regalare agli utenti una nuova modalità di gioco (FireFight), attraverso la quale sarà possibile difendere, assieme ad altri tre compagni, delle postazioni dall’assalto di ondate di Covenant sempre più coriacee e voluminose. Un doveroso ringraziamento, in questo caso, va dato ai giovanotti di Epic Games e alla modalità Orda di Gears of War 2, presa simpaticamente in prestito da Bungie per proporla ai suoi acquirenti dando così vita ad una sorta di “crossover reverenziale” tra due grandi capolavori della console Microsoft.
GRAFICA E SONORO
Il comparto tecnico della nuova creatura di Bungie trae forza da una versione ottimizzata del motore grafico di Halo 3, differendo da quest’ultimo per scelte puramente artistiche e programmatiche più che che per delle vere e proprie rivoluzioni visive: la New Mombasa ammirabile sotto la visiera del Rookie ha un’aspetto decisamente più “oscuro” rispetto all’esplosione di colori ammirabile fino ad ora da sotto il casco di uno Spartan. Come per un gioco occulto di pesi e contrappesi, comunque, a controbilanciare il paesaggio lunare di una città ridotta in briciole ci pensa il sistema di puntamento stesso della recluta, la cui funzione principale è quella di surrogare alla mancanza di un sistema di rilevamento dalla distanza con l’evidenziazione del nemico mediante accentuazione del contorno.
In linea con il livello qualitativo della componente tecnica è il reparto audio, anche in questo caso enfatizzato più da scelte narrative che da evoluzioni stilistiche propriamente dette: il numero di personaggi non giocanti con cui potremo colloquiare, proporzionalmente elevatissimo rispetto agli standard cui ci ha abituato la serie, garantisce dialoghi costruttivi e godibili. Superiore alla media degli sparatutto in prima persona analoghi, come sempre, è anche la colonna sonora, vera e propria Musa attraverso la quale Bungie riesce a tramutare le battaglie maggiori ed i momenti chiave della storia in singolo o in cooperativa in momenti davvero epici ed indimenticabili.
COMMENTO FINALE
Halo 3: ODST costituisce, per gli amanti della saga di Master Chief, ciò che per gli appassionati di Half Life è stata la commercializzazione dell’Orange Box. Le possibilità videoludiche di un prodotto del genere sono come una gigantesca ragnatela tessuta virtualmente attorno ad uno sfavillante Halo (inteso come pianeta-anello): la battaglia a tutto campo contro i nemici di sempre, i Covenant, vista dagli occhi di un appartenente inesperto degli ODST assume una tragicità emotivamente straziante, dandoci così la possibilità di osservare questa guerra eterna finalmente con gli occhi di un uomo figlio di un’umanità impaurita e desiderosa di cambiare il proprio destino senza pregare inutilmente l’arrivo di un etereo Eroe pronto ad immolarsi per la difesa di una collettività cui, diciamocelo francamente, non ha mai appartenuto.
Chi segue appassionatamente la saga di Bungie dagli albori videoludici sulla prima Xbox passando per la serie fumettistica prima e per gli spin-off come Halo Wars poi, troverà in Halo 3: ODST un’occasione più unica che rara nel comprendere di persona quanto possa essere tremenda una battaglia combattuta contro alieni tencologicamente inarrivabili e spinti dalle loro guide spirituali ad una guerra santa (quindi inutile) contro la razza umana.
Halo 3: ODST coniuga alla perfezione l’epicità della saga con protagonista Master Chief alla libertà di movimento di GTA IV, alle insidie dei campi di battaglia di Call of Duty 4 e alle possibilità cooperative di Gears of War 2. In poche parole, ODST è il sunto di tutti i capolavori che hanno contribuito al successo di Xbox 360, e nonostante la relativamente scarsa longevità della campagna in singolo ed il comparto tecnico certamente inferiore a quello di produzioni analoghe, ne consigliamo caldamente l’acquisto a tutti gli amanti della saga di Halo e degli sparatutto fortemente votati al gioco online.
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