Di GTA IV ha fatto appena in tempo ad uscire il trailer, eppure le polemiche cominciano già a fioccare.
Come già sappiamo il gioco sarà ambientato a Liberty City, trasposizione digitale di New York City, ed un portavoce di Michael Bloomberg, il sindaco di New York, ha fatto sapere che “non c’è la minima intenzione di appogiare la pubblicazione di un gioco pubblicazione di un gioco il cui scopo è ferire e uccidere”.
Anche il commissario di polizia Ray Kelly ha criticato la scelta di Rockstar, dicendo che ambientare un gioco simile nella città più sicura d’America sarebbe come ambientare Halo a Disneyland (incredibile, sa cos’è Halo!, NdDavid).
Se per “New York” Ray Kelly intende “la sola zona di Manhattan”, beh, sì, allora la definizione di “città più sicura d’America” ci sta pure, in ogni caso l’unico merito suo e di Bloomberg è quello di garantire a Rockstar ancora più vendite di quelle che si sarebbero registrate senza questa pubblicità gratuita, cominciata mesi prima dell’uscita del gioco.
Ma poi, a pensarci bene, perché quando girano uno dei 10mila film ambientati a NewYork dove puntualmente ci sono catastrofi atomiche, serial killer, gang di delinquenti e via dicendo nessuno dice niente? La marcia dei bigotti contro i videogame continua inarrestabile.
Prepariamoci, da qui all’uscita di GTA IV, ad un teatrino ricco di dichiarazioni fatte a sproposito, azioni legali, nani, bertucce e ballerine.