Una delle regole non scritte, in questo come in altri settori, è che le trasposizioni da certi medium ad altri sovente non funzionano. Eccetto il caso della letteratura nel cinema, spesso è difficile riuscire ad adattare un’opera dopo averla fatta traghettare verso porti ben diversi. Per quanto attiene alla nostra passione, sappiamo che videogiochi tratti da film e spesso fumetti arrancano.
Eppure c’è un personaggio che pare avere fatto eccezione, e questo è senza alcun dubbio Batman. Prima ci hanno pensato i Rocksteady Studios con i due Arkham: Asylum e City. Ora, sempre sotto l’egida della Warner Bros. Interactive, sono i Monolith Production (gli stessi di Condemned e F.E.A.R. 2, per intenderci) a fornirci una variante di un certo interesse. Gente che con gli sparatutto in prima persona ha una certa confidenza, quindi, soprattutto nel creare FPS un attimino più particolari rispetto alla media.
E dato che il curriculum parla chiaro, Gotham City Impostors non poteva certo essere da meno. Di seguito proviamo a rintracciare le peculiarità di questo piacevole esperimento, votato al multiplayer più sfrenato. Forte di un marchio dal fascino indiscutibile, cerchiamo di capire chi e perché dovrebbe seriamente tenerlo in considerazione. Una cosa è certa: un Cavaliere Oscuro così non l’avete mai visto.
Dato che Gotham City Impostors è pressoché interamente costruito per l’esperienza in multiplayer, poco c’è da dire riguardo ad una non meglio precisata trama. Siamo a Gotham, e questo ci pare sia pacifico. Ma c’è di più. Batman e Joker sono impegnati altrove; diversamente non si spiegherebbe il perché della furia omicida urbana che si è scatenata in città. Orde di invasati si devastano tra loro sotto le mentite e quanto mai grottesche spoglie dei loro due beniamini. Da un lato i Batz, dall’altro i Jokerz.
Ecco, già questa introduzione dovrebbe fornirci qualche indizio in merito al tenore del gioco. In un’atmosfera del tutto surreale, questi emuli impazziti si danno battaglia per… nessun motivo. Semplice antipatia, potremmo dire. Per riuscirci si servono delle più disparate armi, muniti di gadget per gran parte assurdi e costumi come minimo improponibili, al limite della decenza. E sapete che c’è? Tutto ciò funziona!
PIPISTRELLI E PAGLIACCI PER TUTTI I GUSTI
Ma partiamo con la nostra avventura, se così si può chiamare. Abbiamo davanti un pad e un monitor in cui succede di tutto. Vogliamo sapere a tutti i costi a quali rischi ci esponiamo gironzolando per quel matto mondo che si staglia oltre la finestra. Quali sono le opzioni? La prima, abbastanza scontata, è quella di comprendere i rudimenti della guerra che ci apprestiamo a combattere.
Diamoci quindi all’Iniziazione e scopriamo che, in fondo, Gotham City Impostors non è poi così diverso da qualunque altro FPS a giocarlo. Dopo avere familiarizzato coi comandi, però, è giunto il tempo di infilarci nel tunnel. Non molte le possibilità, ma tutte interessanti. Possiamo darci al più classico dei Deathmatch a squadre, ma una semplice scazzottata sarebbe quasi banale per dei tizi così fuori dall’ordinario come quelli che si aggirano per la pittoresca Gotham.
Andiamo oltre e diamo uno sguardo ad altre due modalità. Comune denominatore di entrambe è quello di rappresentare delle rivisitazioni di altrettante modalità ben conosciute, come Quartier Generale o Cattura la Bandiera. Qui abbiamo Suffumigazione e Guerra Psicologica. Nella prima ci tocca prendere possesso di tre Lancia-gas, onde far sì che l’aria diventi insostenibile per la squadra avversaria. Si tratta di un modalità piuttosto dinamica, dove perdere e guadagnare uno di questi punti della mappa è semplice in egual modo. Ma abbiamo un tempo limite da rispettare: chi fa peggio soccombe. Quanto alla Guerra Psicologica, le meccaniche sono leggermente diverse. Ogni squadra ha a disposizione un plagiatore – una sorta di radio che emette frequenze scoraggianti per i nostri nemici. Bene, poiché i plagiatori necessitano di una batteria per essere alimentati, nostro dovere è acquisire tale batteria e caricare l’archibugio in questione. Semplice, no?
Quello che una semplice descrizione non può trasmettere è di certo la frenesia di quanto avviene sul campo di battaglia. Parliamo di mappe tutt’altro che immense (dimenticatevi, che so? Battlefield 3). Si tratta di ambientazioni da 6 contro 6, dove non è difficile raggiungere in un lampo le aree più congestionate, soluzione che agevola azioni concitate e adrenalina a go-go. Il tutto concentrato in un mix stravagante di uscite, cose e colori sopra le righe. Questo è il vero valore aggiunto di Gotham City Impostors.
SI MUORE, SI’… MA COL SORRISO SULLE LABBRA
Ci riallacciamo immediatamente all’ultimo periodo del paragrafo precedente. Non si può lanciare il sasso e poi ritrarre così impunemente la mano, ergo è necessario spiegare cosa intendiamo con valore aggiunto. Gotham City Impostors è un titolo su licenza che riesce a fare a meno della licenza. Ancora confusi, vero? Beh, immaginate di avere un libro. Bene, dal solo titolo tentate di trarne una storia valida ma che nulla abbia a che vedere con l’originale. Certo che è non cosa da poco.
Il titolo dei Monolith gioca facile con un brand del genere, è ovvio. Ma il loro resta comunque un intelligente modo di rendere ancora più caricaturale un universo che è già caricaturale di per sé. Nello specifico, Gotham City Impostors è tratto da due numeri del fumetto Detective Comics, da cui però si è malapena preso spunto a quanto pare. Da lì è partito il vero lavoro degli sviluppatori, che hanno dato vita ad uno scenario in cui sono i dettagli a farla da padrone. Il gioco, come già detto, si atteggia in tutto e per tutto come un FPS qualunque. Abbiamo armi primarie, armi secondarie, granate, bonus, abilità speciali, livelli di crescita e chi più ne ha più ne metta. Anzi, è proprio la componente ruolistica che gli dona linfa vitale, fornendo un essenziale pretesto alle nostre immotivate scorribande. L’avanzamento di livello, infatti, comporta la possibilità di acquistare roba pescando tra una cospicua mole di materiale, gran parte del quale decisamente eccentrico.
Non vogliamo svelarvi nulla in tal senso, ma vi basterà dare uno sguardo all’editor del personaggio e a certe armi presenti. Nel primo caso non vi aspettate una scelta oltremodo ampia, però è funzionale. Tanto per citare un esempio, la corporatura che scegliamo influisce sia sulla velocità del nostro personaggio che sulla capacità di incassare i proiettili. Superfluo riportare chi è avvantaggiato in cosa. A questo si aggiungono le cinque mappe: Ace Chemical, I Moli, Vicolo del crimine, Amusement Mile e Gotham Power.
Nonostante, come si è certamente compreso, il titolo Monolith sia strutturato per il multiplayer, un occhio al single player è stato comunque dato. Oltre a quanto già segnalato infatti, si aggiunge un’ulteriore modalità, alla quale è stata riservata la più classica delle diciture, ossi Sfide. C’è poca fantasia da applicare: abbiamo di fronte sfide specifiche di tre tipi da portare a termine: base, Intermedie e per esperti.
COMMENTO FINALE
Mentiremmo se dicessimo che Gotham City Impostors ci abbia del tutto spiazzato. In realtà questa particolarissima rivisitazione di uno dei brand legati ai fumetti più conosciuto di sempre è quasi esattamente come ce l’aspettavamo. Esuberante, divertente e tutt’altro che innovativa: sta a voi venire a patti col fatto che qui non troverete qualcosa che esuli dagli standard soliti di un più che decente sparatutto in prima persona.
Certo, il prezzo in casi come questi rappresenta spesso l’ago della bilancia; d’altro canto 1200 Microsoft Points su Xbox 360 e 15 euro su PlayStation 3 e PC non sono cifre del tutto irrisorie per un titolo disponibile esclusivamente in via digitale. Ma se riuscite un attimo ad accantonare certe seppur comprensibili logiche, vi possiamo assicurare che quello che vi troverete davanti è un buon prodotto. Curato a partire dalla veste grafica, che non sfigura davanti alla maggior parte delle produzioni a cui siamo abituati, oltre che dotato di un discreto fascino.
Ecco, il vero punto di forza di Gotham City Impostors sta proprio nel suo stile. Monolith e Warner Bros. sono riusciti a non banalizzare un brand che in certe operazioni tende ad esporsi ad un certo rischio. Anzi, sono riusciti a concedergli, sotto certi aspetti, un po’ più di vigore. E questo per via del fatto che ce l’hanno proposto in una salsa davvero inusuale, ma non per questo poco apprezzabile. Ad essere sinceri ci chiediamo come sarebbe stato un gioco concepito anche per il singolo partendo da queste premesse. Ma per ora ci basta quanto abbiamo tra le mani.
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