Mentre la stragrande maggioranza degli addetti al settore e le grandi produttrici di hardware e software videoludico non riescono ancora a trovare una visione d’insieme sul poliedrico fenomeno della pirateria, il miliardo di utenti unici che transitano su Google ogni minuto e le 35 ore di video che vengono caricati su Youtube sempre nello stesso lasso di tempo hanno spinto le alte sfere della multinazionale di Mountain View a compiere con urgenza un passo atteso da molti e temuto da altrettanti: sulle pagine del blog aziendale, infatti, apprendiamo che d’ora in avanti verranno adottate contromisure per bloccare la condivisione selvaggia di link e contenuti illegali attraverso le pagine del motore di ricerca più utilizzato del globo. In che modo? Scopriamolo insieme:
- Le richieste delle aziende o dei singoli che vedranno online dei siti o dei link illegali con dei loro prodotti distribuiti gratuitamente (canzoni, videogiochi e quant’altro) verranno esaminate e risolte (in un senso o nell’altro) nel giro di 24 ore
- La funzione di autocompletamento non mostrerà più termini come “R4”, “torrent”, “jailbreak”, “tracker” ed altri connessi in qualche modo alla pirateria (dai nomi dei siti di file sharing illegale più importanti ai link dei tracker privati)
- Le piattaforme AdSense e AdWords saranno monitorate da Google stessa in sinergia con i titolari “legali” dei diritti. Chi gestisce siti che indicizzano torrent, ad esempio, non potrà più guadagnare nulla dal traffico generato
- Ai siti dichiaratamente “pirata” verrà disabilitata la funzione di “anteprima” e subiranno un piccolo malus nell’indicizzazione (non verranno più mostrati in prima pagina anche se generano un traffico superiore ai restanti siti)
Sempre leggendo il blog di Google, scopriamo che questi sistemi anti-pirateria verranno adottati lentamente nel corso di questi giorni, e a tali misure ne seguiranno altre in un prossimo futuro per rendere ancora più difficile la vita dei bucanieri virtuali.