Kenji Inafune di Capcom torna a unirsi al coro delle voci illustri che si preoccupano dello stato dell’industria videoludica giapponese, e a lui si aggiunge Masachika Kawata, produttore di Resident Evil. Dal palco della GDC, il creatore di Mega Man ha rincarato la dose di quanto già detto anni fa, quando aveva definito “morti” gli sviluppatori e i publisher giapponesi:
«Stanno realizzando che forse la mia previsione era vera. Forse Inafune aveva ragione. I publisher non desiderano primeggiare ed essere al top. Noi giapponesi, in qualche modo, abbiamo dimenticato come si fa. Ai bei tempi i giochi giapponesi erano abituati al successo. Abbiamo festeggiato ogni sorta di vittoria. Ma a un certo punto siamo diventati perdenti. E non accettare questo fatto ci ha portato al tragico stato del gaming giapponese di oggi.»
Inafune continua, rincarando la dose, subito dopo la pausa (dove troverete anche le dichiarazioni di Kawata).
Inafune insiste:
«Quando guardo fuori dal Giappone mi rendo conto di quanto siamo rimasti indietro. C’è un limite di affari che puoi fare facendo solo leva sui vecchi ricordi. I leader giapponesi devono pensare di ricostruire i marchi da zero invece che spremerli. E lo devono fare adesso. Sarà troppo tardi quando i nostri marchi avranno perso potere. Il tempo sta finendo e avremmo dovuto capirlo qualche anno fa. Ma vi prometto che introdurrò [nelmondo dei videogiochi] un nuovo eroe dal Giappone. E quando lo farò, saremo ancora sul campo di battaglia»
A queste dichiarazioni fa eco Masachica Kawata, sempre dalla GDC 2012:
«Come ieri ha detto Inafune, noi sviluppatori giapponesi dobbiamo rivalutare molte cose. Sono d’accordo con alcune cose che ha detto. […] Credo che dovremmo fare più ricerca, scoprire cosa vuole il mondo e cosa vende di più nel mondo. Credo che potremmo studiare di più e fare più prodotti che sarebbero accettati e apprezzati globalmente»
Di dichiarazioni simili ne abbiamo sentite a bizzeffe nel recente passato. Ricordiamo infatti il creatore di Okami Atsushi Inaba, Yoshiki Okamoto, Sony, Akira Yamaoka, Jun Takeuchi, Kenji Inafune e Keita Takahashi.