La versione originale di Dragon’s Dogma era vasta più del doppio rispetto a quella che è arrivata nei negozi. A rivelare questo interessante retroscena dal palco del GDC 2013 durante la conferenza Behind the Scenes of Dragon’s Dogma: A Look at the Development of Capcom’s Open-World Action Role-Playing Game è stato Hideaki Itsuno, direttore del progetto.
«Il gioco era talmente enorme che era impossibile da creare con il budget che avevamo a disposizione.»
Fra le tantissime cose che sono state tagliate via troviamo anche l’editor dei personaggi: per far sì che tutti i vari tipi di personaggio potessero avere lo stesso set di movenze (cosa necessaria per non complicare infinitamente le dinamiche delle animazioni) il team di sviluppo ha dovuto sacrificare almeno un 30% delle funzionalità che aveva creato lo stesso Itsuno.
In tutto questo, l’esperienza viene definita come un’ottima scuola, perché era la prima volta che Itsuno si cimentava nella realizzazioen di un RPG:
«Tutto è stato nuovo per noi, il che ha significato un lungo processo di prove ed errori»
Nella nostra recensione di Dragon’s Dogma, Michele aveva concluso che «Dragon’s Dogma è un’opera dalle mille sfaccettature che accentua ed esalta le inevitabili contraddizioni di un videogioco orientale sviluppato “all’occidentale”: la trama, ad esempio, si evolve in un moto perpetuo di missioni che inchiodano l’utente ad un livello di superficialità e di monotonia quantomai pericoloso, per un titolo che fa della libertà e dell’esplorazione la sua ragion d’essere. A rendere più dolce l’esperienza di gioco ci pensano però un collaudato sistema di combattimento, una splendida gestione simil-strategica delle pedine e una progressione delle classi e delle abilità che dà assuefazione. Al netto delle sbavature grafiche (perchè le città sono semideserte?), dell’inconsistente leggerezza narrativa (l’eroe protagonista è meno carismatico di uno scolapasta) e delle incongruenze nell’impianto ruolistico (come nella lacunosa gestione del crafting), quindi, consigliamo ai nostri lettori di giudicare Dragon’s Dogma abbandonando il confronto con i capolavori del genere per osservare l’ultima opera di Capcom per quella che è, ossia una proprietà intellettuale ancora acerba ma comunque meritevole di essere ripresa e ampliata nei prossimi anni con capitoli che, di certo, sapranno limare le spigolosità qualitative di questo episodio originario.»
via | Polygon