Gamestop converte i suoi clienti ai contenuti digitali

Gamestop converte i suoi clienti ai contenuti digitali



Il mercato dei videogames è in costante evoluzione, lo sa bene la catena Gamestop, che è sempre attenta per cercare di cogliere da che parte soffi il volubile vento dei consumatori. E pare proprio che la tendenza del mercato sia ormai nettamente rivolta al download dei contenuti digitali, siano essi giochi completi o semplici add-on. Con il possibile e più volte paventato tramonto del mercato dei giochi usati a fare da spauracchio, ecco quindi come i vertici della catena leader in ambito videoludico si preoccupino per tempo di trovare nuove nicchie di mercato in cui entrare, come spiega Brad Schliesser a Gamasutra:

Ho sempre creduto all’importanza di intercettare clienti che si rivolgono agli store digitali Microsoft e Sony e portarli nei nostri negozi. Dobbiamo essere assolutamente attori principali se questa fetta di mercato continuerà ad allargarsi.

Dopo la pausa la strategia Gamestop.

In sostanza l’idea, invero piuttosto ovvia, è di vendere direttamente i contenuti digitali ai clienti del negozio sotto casa tramite codici. Chi è solito frequentare tali catene (non solo Gamestop sta aprendo le porte a questa pratica) avrà di certo visto in vendita i “grattini” che danno la possibilità di scaricare espansioni dei più disparati giochi. La tattica è quella di accaparrarsi l’utenza che è impossibilitata ad utilizzare la carta di credito (per età o mille altri motivi) o non ha abbastanza familiarità con i metodi di download direttamente dalla propria console, o per esempio ha pensato ad un regalo originale.

Infine Schliesser snocciola alcuni dati: Xbox 360 rappresenta attualmente il 65% della distribuzione digitale di Gamestop, seguita dal 30% di Sony e dal rimanente, appannaggio di Steam, che pare comunque in rapida crescita. Io resto un po’ perplesso, poichè credo che il tipo di utenza che si rivolge al “digital delivery” sia in generale esperta quel tanto che basta per far da sè senza inutili intermediari, e penso francamente che questi tentativi dei negozi “fisici” dovranno presto o tardi arrendersi alla vittoria del digitale, con buona pace dei “feticisti” dello scatolato come me.

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