Silent Hill 5 sarà il primo episodio della saga a non essere sviluppato da giapponesi, bensì da americani, ma Akira Yamaoka non è affatto preoccupato. Il famoso direttore del suono ha infatti rilasciato un intervista a Game Developer dichiarandosi piuttosto impressionato del lavoro svolto finora dai colleghi a stelle e strisce.
«Sono colpito principalmente dalle loro abilità grafiche, e dal fatto che capiscano perfettamente il mondo e il concetto di Silent Hill. Lavorare con un team americano ha vantaggi e svantaggi, ma tirate le somme sono veramente impressionato dallo staff statunitense e dalla sua tecnologia. La loro maestria grafica è incredibile»
Yamaoka confronta poi la realtà americana con quella giapponese, e mostra un pizzico di pessimismo:
«In realtà c’è una differenza enorme. Loro sono molto avanzati. Sono giapponese, ma penso che questo si riferisca a tutta l’industria e non solo a Silent Hill. Guardo cosa fanno gli sviluppatori americani e penso wow… il Giappone è nei guai.
In Giappone c’è molta pressione per fare un prodotto il più velocemente e il più economicamente possibile, e la cosa infastidisce molte persone, specialmente quelle più attempate come me, anche perché il salario non è così fenomenale. Inoltre non vedo un ricambio generazionale nei creatori di giochi in Giappone, mentre se guardo ad ovest ne vedo molti giovani talenti emergere velocemente»
Non posso dire se Yamaoka abbia ragione o meno a preoccuparsi, ma in passato quello che più ha stupito dei giapponesi nel creare giochi non è stata l’abilità tecnica, bensì la passione. E quella non si trova dentro un Unreal Engine 3 o nelle texture di Crysis.
[via Gamasutra]