Sono già passati dieci anni dalla prima proiezione cinematografica di quell’opera d’arte che prende il nome de “Il Signore degli Anelli”. Peter Jackson ha saputo regalare ai fan dello scritto originale, pubblicato nel 1955, una vera e propria trilogia che rimarrà nella storia grazie alla propria capacità di portare sul grande schermo le emozioni, le avventure e tutti gli elementi che hanno fatto grandi lo scritto di Tolkien.
La Terra di Mezzo è stata inoltre luogo di battaglia di moltissimi titoli videoludici: da action a strategia in tempo reale, i genere esplorati dalle varie software house non hanno mai saputo raccogliere la pesante eredità di un vero e proprio colossal che rimarrà saldo tra le pietre miliari della cinematografia. Tocca quindi a Warner Bros narrare nuovamente le gesta di Aragorn, con una nuova avventura incentrata prettamente sul Re di Gondor e la sua straordinaria avventura.
Seguiteci nella recensione subito dopo la pausa.
THE BEGINNING IN THE END OF THE BEGINNING
Solitamente si suol dire “cominciamo dalla fine” ed effettivamente Il Signore degli Anelli: l’Avventura di Aragorn catapulta il giocatore direttamente in una delle scene finali di tutta la trilogia, ambientando l’introduzione proprio di fronte al Nero Cancello di Mordor, falciando schiere di troll,orchetti e Uruk-hai. Imbracciamo quindi subito il Playstation Move e, agitandolo come la spada in mano ad Aragorn, ci troveremo a menar fendenti, colpendo tutto ciò che si muove. L’euforia iniziale si interrompe presto, dal momento in cui ci accorgiamo di essere nel bel mezzo di un flashback, narrato proprio da Samvise Gamgee, il quale si è addirittura sposato e messo al mondo dei piccoli Hobbit, ascoltatori preferiti delle vicende raccontate dal padre.
Proprio il piccolo Frodo Gamgee sarà la controparte virtuale del giocatore, il quale vestirà i minuscoli panni del piccolo Gamgee dovrà superare un breve tutorial, in grado di far luce sui comandi di gioco, al termine del quale, il cicerone Samvise continuerà nel suo racconto. Nei panni di Aragorn, il giocatore affronterà i momenti saliente di tutto lo storyboard classico, rivivendo i momenti della Locanda del Puledro Impennato, le Miniere di Moria, le guerre di Rohan, l’incontro gli Ent e tutte le situazioni chiave che porteranno Aragorn allo scontro finale.
PER IL POTERE DI GRAYSKULL
Come accade su Wii, questo nuovo spin off sfrutta il nuovo controller di Playstation 3 a mò di spada, richiamando alla mente lo stesso sistema di controllo già visto in Zelda Twilight Princess, associando al Playstation Move il totale comando della fida arma bianca lasciando al Navigation Controller i classici movimenti del protagonista sullo schermo e l’utilizzo dello scudo. Purtroppo la beltà e la precisione visti nel colosso di Nintendo sono ben lontani rispetto al gameplay studiato in Il Signore degli Anelli: l’Avventura di Aragorn a causa della semplicità estrema delle mosse a disposizione, tralasciando inoltre l’introduzione di qualsiasi mossa speciale e scadendo così nella più totale delle esperienze ripetitive.
Fin dai primi momenti di gioco si denota immediatamente il target della nuova produzione di Warner Bros: a causa del bassissimo livello di difficoltà che pervade l’intera avventura, associato inoltre alla estrema semplicità delle sub-quest da portare a termine e la totale linearità dell’intero background narrativo fanno de Il Signore degli Anell l’Avventura di Aragorn un titolo adatto ai più piccoli.
Il fattore longevità risente parecchio di alcune scelte particolarmente infelici, apportate proprio per allungare le ore di gioco e impreziosire il titolo grazie all’inserimento dei classici equipaggiamenti da potenziare e la possibilità di condividere lo schermo con un giocatore umano, il quale impersonerà Gandalf il Grigio o il Bianco a discrezione del capitolo giocato. Scelte che si rivelano effettivamente infelici a causa della effettiva inutilità di potenziare le armi dal momento in cui è possibile terminare l’avventura senza spendere alcune monete e, nel momento in cui il monitor viene sfruttato da due giocatori, si scade velocemente in azioni caotiche e confusionarie.
QUANDO IL SONORO BATTE LA GRAFICA
Il comparto tecnico purtroppo non riesce a salvare in calcio in d’angolo l’intero titolo ma al contrario affossa ancora di più l’ultimo esponente della saga de Il Signore degli Anelli, a causa di un numero di un motion engine davvero imbarazzante, proponendo modelli poligonali, texture e colori talmente scadenti che, una volta messo il disco, l’utente crederà di essere catapultato nell’era della ormai ancestrale PsOne.
In contrapposizione l’intera soundtrack viene ripresa direttamente dalla trilogia originale, colonna sonora composta dall’immortale Howard Shore e che ha reso ancor più indimenticabile la trasposizione al celluloide. Da sottolineare l’intero doppiaggio in italiano, creato appositamente per l’occasione dai doppiatori originali, già ascoltati al cinema.
COMMENTO FINALE
Portare il fardello di un brand come il Signore degli Anelli sicuramente non è cosa da poco, e fino a oggi nessuna trasposizione videoludica ha saputo regalare al giocatore un titolo che convinca minimamente e porti nelle console la maestosità della licenza di appartenenza.
Il Signore degli Anelli: l’Avventura di Aragorn non è da meno e cade sotto i colpi di uno sviluppo tecnico pressoché grossolano e impreciso, che affonda inesorabilmente a causa della estrema ripetibilità e di un comparto grafico che proprio non si addice alla potenza di calcolo di Playstation 3. Il buon utilizzo di Playstation Move e le indimenticabili sinfonie originali non riescono a salvare questa nuova produzione di Warner Bros, comunque adatta ai più piccoli.